'Mamohato Bereng Seeiso | |
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Regina consorte del Lesotho | |
In carica |
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Predecessore | Carica creata (I) |
Successore | 'Masenate Mohato Seeiso (II) |
Regina reggente del Lesotho | |
In carica |
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Successore | Letsie III come Re (II) Letsie III come Re (III) |
Nome completo | Tabitha 'Masentle Lerotholi Mojela |
Trattamento | Sua Maestà |
Altri titoli | si veda sezione |
Nascita | Tebang, Basutoland, 28 aprile 1941 |
Morte | St. James Hospital, Mantšonyane, Lesotho, 6 settembre 2003 |
Sepoltura | 19 settembre 2003 |
Luogo di sepoltura | Cimitero della Missione di St. Louis, Matsieng, Lesotho |
Casa reale | Seeiso per matrimonio |
Padre | Thabo Lerotholi Mojela |
Madre | Tabitha 'Masentle Mojela |
Consorte di | Moshoeshoe II del Lesotho |
Figli | Mohato Seeiso Bereng Constance |
Religione | Cattolicesimo |
'Mamohato Bereng Seeiso (all'anagrafe Tabitha 'Masentle Lerotholi Mojela; Tebang, 28 aprile 1941 – Mantšonyane, 6 settembre 2003) è stata regina consorte del Lesotho dal 1966 al 1990 e dal 1995 al 1996, in quanto moglie di Moshoeshoe II.
Servì come reggente in tre occasioni e fu attiva a favore dei bambini svantaggiati.[1][2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Istruzione e matrimonio
[modifica | modifica wikitesto]La principessa Tabitha nacque nel 1941 nel distretto di Mafeteng, ultimogenita di Thabo Lerotholi Mojela (1895-1961), capo di Tebang e veterano della prima guerra mondiale, e di Tabitha 'Masentle.[2][3][4][5][6] Ebbe tre fratelli e una sorella.[2]
Frequentò gli studi elementari alla Phoqoane Primary School e poi alla Mafeteng Controlled Intermediate School.[2] Si iscrisse in seguito alla Basutoland High School e al Collegio Universitario Pio XII a Roma.[2] Studiò anche in Regno Unito, al Bath Training College of Home Economics, e seguì un corso sulle donne rurali e la tecnologia all'Università di Reading.[2][3]
Il 23 agosto 1962 sposò nella cattedrale di Maseru il capo supremo Constantine Bereng Seeiso, come lei discendente del capo Letsie I.[6] Il 4 ottobre 1966 il Basutoland ottenne l'indipendenza dall'Impero britannico, trasformandosi nel Lesotho odierno.[1]
Regina del Lesotho
[modifica | modifica wikitesto]Il ruolo ricoperto dalla regina 'Mamohato negli affari amministrativi dello Stato, durante i periodi di crisi della monarchia, fu di fondamentale importanza per l'integrità del paese.[7] Esercitò infatti la reggenza del regno durante il primo esilio del marito, dal giugno al dicembre 1970.[1] Nel 1981 rappresentò il sovrano al matrimonio di Carlo del Regno Unito e di Diana Spencer, come unica reale africana presente.[8]
Si impegnò in modo rilevante per il potenziamento dell'istruzione infantile, istituendo il Queen's National Trust Fund nel 1985 per fornire supporto ai bambini svantaggiati.[2][9] Per finalità simili creò negli anni ottanta la Fondazione Hlokomela Bana ("prenditi cura dei bambini" in sotho del sud), che sostiene i bambini più vulnerabili, come gli orfani e i disabili, e istituì un asilo nido nel villaggio reale di Matsieng.[10][11]
Praticò l'allevamento del pollame, del bestiame e anche l'agricoltura, aderendo alla tradizionale pratica del letsema, una forma cooperativa di volontariato agricolo.[2][12][13] Si fece promotrice della cultura basotho tramite i suoi interessi, che includevano la danza tradizionale e il canto popolare.[2] Nel 1990, da marzo a novembre, fu reggente del regno mentre Moshoeshoe II era in esilio.[1] Resse una terza volta il trono dal 15 gennaio 1996, quando rimase vedova, fino alla seconda salita al trono del figlio Mohato.[1]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]La regina madre morì alle 23:30 circa del 6 settembre 2003, nel St. James Hospital di Mantšonyane all'età di 62 anni.[14] La causa del decesso fu un attacco di cuore.[15] 'Mamohato soffriva già per un problema cardiaco e la sua salute peggiorò dalla morte di sua figlia Constance, nel 1994.[15][16]
Si trovava a Mantšonyane per un ritiro spirituale con la legione di Sant'Anna alla Missione di Auray.[14] Fu infatti una devota cattolica e membro attivo anche della legione di Santa Cecilia.[2] Il 19 settembre si tennero i funerali di Stato e venne tumulata nel cimitero della Missione di St. Louis a Matsieng.[7][17]
Alla sua morte la gestione degli enti che fondò fu affidata alla nuora, la regina 'Masenate.[11][18]
Patrocini
[modifica | modifica wikitesto]- Croce Rossa del Lesotho;[2]
- Lesotho Save the Children;[2]
- Lesotho Girl Guides Association (LGGA);[2]
- Fondazione Hlokomela Bana;[2]
- Lesotho National Council of Women.[2]
Commemorazione
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 2011 fu completata la costruzione del Queen Mamohato Memorial Hospital (QMMH) di Maseru;[19]
- Il 26 novembre 2015 fu inaugurato il Mamohato Children's Centre di Thaba Bosiu dall'ente benefico Sentebale (fondato dal figlio Seeiso con Henry del Regno Unito in memoria della regina e di Diana Spencer).[20]
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]'Mamohato Bereng Seeiso e Moshoeshoe II del Lesotho ebbero due figli e una figlia:
- Re Letsie III (1963), con la moglie Anna Karabo Motšoeneng (1976) ha avuto tre figli;
- Principe Seeiso Bereng (1966), con la moglie 'Machaka Makara ha avuto tre figli;
- Principessa Constance (1969-1994).
Titoli e trattamento
[modifica | modifica wikitesto]- 28 aprile 1941 - 4 ottobre 1966: Principessa Tabitha 'Masentle Lerotholi Mojela[21]
- 4 ottobre 1966 - 12 novembre 1990: Sua Maestà, la regina del Lesotho
- 5 giugno 1970 - 5 dicembre 1970: Sua Maestà, la regina reggente del Lesotho
- 10 marzo 1990 - 12 novembre 1990: Sua Maestà, la regina reggente del Lesotho
- 12 novembre 1990 - 25 gennaio 1995: Sua Maestà, la regina madre del Lesotho
- 25 gennaio 1995 - 15 gennaio 1996: Sua Maestà, la regina del Lesotho
- 15 gennaio 1996 - 7 febbraio 1996: Sua Maestà, la regina reggente del Lesotho
- 7 febbraio 1996 - 6 settembre 2003: Sua Maestà, la regina madre del Lesotho
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Letsie I Moshoeshoe | Moshoeshoe I | ||||||||||||
'Mamohato 'Mamabela | |||||||||||||
Mojela Letsie | |||||||||||||
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Thabo Lerotholi Mojela | |||||||||||||
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'Mamohato Bereng Seeiso | |||||||||||||
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Thabita 'Masentle Mojela | |||||||||||||
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) LESOTHO, su members.iinet.net.au. URL consultato il 18 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2017).
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Queen Mother's Death, su gov.ls. URL consultato il 30 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
- ^ a b (EN) Mary Nombulelo Ntabeni, 'Mamohato Bereng Seeiso, in oxfordreference.com, Dictionary of African Biography, 2011. URL consultato il 12 giugno 2022.
- ^ (EN) L. B. Machobane e Stephan Karschay, Government and Change in Lesotho, 1800–1966: A Study of Political Institutions, in books.google.it, Springer, 1990, p. 274. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ (EN) L. B. Machobane e Stephan Karschay, The Placing of the Westminster Model, in link.springer.com, Springer, 1990, pp. 266-306. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ a b (EN) Motlotlehi – His Majesty King Constantine Bereng Seeiso Moshoeshoe II of Lesotho, in sahistory.org.za, 14 luglio 2020. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ a b (EN) Last Lesotho Queen Mother laid to rest, in mg.co.za, 19 settembre 2003. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ (EN) Nchani, Queen Mamohato Bereng Seeiso of Lesotho at British royal wedding 1981, su theafricanroyalfamilies.com, 29 luglio 2021. URL consultato il 30 novembre 2023.
- ^ (EN) Mohalenyane Phakela, Queen to host fundraising tea party, su lestimes.com, 1⁰ aprile 2016. URL consultato il 30 novembre 2023.
- ^ (EN) Queen challenges foundation members to do more, in gov.ls, 19 agosto 2019. URL consultato il 15 giugno 2022.
- ^ a b (EN) Celebrating International Women's Day, su sentebale.org, 8 marzo 2016. URL consultato il 30 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2021).
- ^ (EN) The Queen Mother of Lesotho, Mamohato Bereng Seeiso dies., in sahistory.org.za. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ (EN) Kofi Poku Quan-Baffour, 'Letsema': A way of inculcating and preserving African Indigenous Knowledge in the youth through formal education in the 21st Century, su uir.unisa.ac.za, 2008. URL consultato il 1⁰ dicembre 2023.
- ^ a b (EN) OBITUARY: STATEMENT BY THE PRIME MINISTER FOLLOWING THE DEATH OF THE QUEEN MOTHER, su gov.ls, 7 settembre 2003. URL consultato il 30 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
- ^ a b (EN) Lesotho queen mother remembered, su news24.com, 17 settembre 2003. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ (EN) Lawrence Keketso, Lesotho: Nkhono Mamohato is Late, su allafrica.com, 12 settembre 2003. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ (EN) GOVERNMENT ESTABLISHES COMMITTEE FOR QUEEN MOTHER'S FUNERAL, su gov.ls, 12 settembre 2003. URL consultato il 30 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
- ^ (EN) ’Makhotso Rakotsoane, Expanding the frontiers of freedom, su thepost.co.ls, 23 marzo 2018. URL consultato il 30 novembre 2023.
- ^ (EN) Our History, su leboha.org.ls. URL consultato il 30 novembre 2023.
- ^ (EN) Danielle Brennan, Prince Harry visits Lesotho for children's center opening, wins our hearts, su today.com, 26 novembre 2015. URL consultato il 30 novembre 2023.
- ^ (EN) David Zuber, King Moshoeshoe II (1938-1996), in blackpast.org, 31 maggio 2022. URL consultato il 14 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) L. B. Machobane e Stephan Karschay, Government and Change in Lesotho, 1800-1966: A Study of Political Institutions, Springer, 1990, pp. 266-306, ISBN 9781349209064.