Baorangia bicolor
Baorangia bicolor | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Agaricomycetes |
Ordine | Boletales |
Famiglia | Boletaceae |
Genere | Baorangia |
Specie | B. bicolor |
Nomenclatura binomiale | |
Baorangia bicolor (Kuntze) G. Wu, Halling & Zhu L. Yang, 2015 | |
Sinonimi | |
Ceriomyces bicolor |
Baorangia bicolor (Kuntze) G. Wu, Halling & Zhu L. Yang, 2015 è un fungo commestibile appartenente alla famiglia Baorangia[1]. È diffuso in Nord America, e appare soprattutto a est delle Montagne Rocciose durante l'estate e l'autunno, ma si può incontrare anche in Cina e in Nepal. Il suo corpo fruttifero è di dimensioni medio-grandi, e questa caratteristica aiuta a distinguerlo da molte specie simili ma di dimensioni ridotte. Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus. Può essere confuso con B. sensibilis, specie velenosa, e con altre specie innocue.
L'epiteto bicolor, di due colori[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Baorangia bicolor Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Il colore del cappello di questa specie varia dal rosso chiaro, quasi rosato, al rosso mattone, più frequente negli adulti. Il diametro varia dai 5 ai 15 cm; i pori sono di un giallo abbastanza acceso.
In questa specie avviene un fenomeno inusuale, comune solo a poche altre specie del suo genere, dove è più marcato: la superficie dei pori, se danneggiata, vira verso il blu-violaceo. Quando la carne di questo fungo viene esposta all'aria, inoltre, vira verso il blu, ma questo cambiamento è meno evidente che nei pori[3]. Il colore dei pori negli esemplari più vecchi è giallo sporco e pallido.
Il gambo è alto dai 5 ai 10 cm, e largo da 1 a 3. Alla base la colorazione è rossastra o violacea, mentre vicino al cappello il gambo diventa rosato e poi giallastro. Non è presente nessun anello, mentre c'è un sottile velo parziale[4].
Caratteristiche microscopiche
[modifica | modifica wikitesto]La sporata è bruna-olivacea. Se viste al microscopio, le spore appaiono oblunghe e con una superficie liscia. Misurano circa 8–12 e 3.5–5 µm. La carne si macchia di giallo o di marrone e le spore diventano color ocra se trattate con Idrossido di potassio (KOH)[5].
Reazioni chimiche
[modifica | modifica wikitesto]Un metodo per identificare questa specie sono le reazioni chimiche. La pileipellis, se trattata con il solfato ferroso, diventa grigiastra o quasi nera. La carne, invece, diventa bluastra o verde oliva, e se trattata con KOH diventa arancione o gialla pallida[4].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Una specie fu denominata Boletus bicolor per la prima volta nel 1807 dal botanico italiano Giuseppe Raddi[6]. Però, nel 1870, Charles Horton Peck descrisse con quel nome una specie raccolta da lui nel 1870. Questa denominazione, secondo l'articolo 53.1 del Codice internazionale per la nomenclatura delle alghe, funghi e piante sarebbe illegittima[7]. Boletus bicolor (Raddi) non è un sinonimo di Boletus bicolor Peck[8], perché la prima descrive una specie europea a sé, ma questo conflitto tassonomico deve essere ancora risolto.
Nel 1909 fu invece chiamata Boletus bicolor una specie raccolta a Singapore, ma divenne un sinonimo di Boletochaete bicolor[9].
Commestibilità
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è commestibile, anche se in alcune persone può causare allergie o disturbi allo stomaco[10]. Il sapore è molto debole[11]. Spesso il colore del cappello aiuta a capire quando questo fungo può essere mangiato; infatti quando esso è chiaro il fungo sta spesso attraversando una fase durante la quale è attaccato da larve; gli individui con il cappello rosso scuro sono invece meno giovani ma possono essere mangiati[12]. Può essere distinto dal congenere B. sensibilis, molto simile ma velenoso, grazie alla carne che se intaccata cambia colore molto più lentamente[10].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il suo areale si estende dal sud-est del Canada fino alla Florida. È comune negli Stati Uniti medio occidentali, soprattutto in Wisconsin. Cresce in boschi decidui, solitamente associato a querce[13]. Può essere trovato sia solitario che in gruppi, soprattutto tra giugno e ottobre[4]. Si trova anche in Cina e Nepal, dove è uno dei funghi consumati più frequentemente[14].
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]Ci sono diverse specie che si differenziano da questa solo per piccoli particolari. B. sensibilis si distingue grazie alla carne che cambia immediatamente colore se danneggiata[15] e al fatto che è tossico, infatti può causare gravi reazioni allergiche e mal di stomaco[16]. B. miniato-olivaceus ha invece il gambo completamente giallo e il cappello più chiaro. Anche in quest'ultimo la carne vira rapidamente verso il violaceo se danneggiata. B. peckii è mediamente più piccolo; la sua carne è pallida e ha un sapore amaro. B. speciosus ha il gambo reticolato e le spore cilindriche[17]. Tra Xerocomellus rubellus e B. bicolor ci sono pochissime differenze, e per questo il primo può essere distinto solo osservandone le caratteristiche microscopiche. Anche B. bicoloroide è molto simile, ma cresce solo nel Michigan, ha le spore e il corpo fruttifero più grandi. Però B. bicoloroide non è ancora stato accuratamente studiato, quindi molte sue caratteristiche sono sconosciute[18].
Varietà
[modifica | modifica wikitesto]Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus[5]. Entrambe appaiono solo in America e hanno una colorazione leggermente diversa.
Varietà borealis
[modifica | modifica wikitesto]Rispetto alla specie principale, questa varietà ha una colorazione più scura, e il cappello a volte tende al viola. I pori sono arancioni, e possono diventare opachi o marroni con l'età. Ha un areale ristretto, che comprende Michigan e parte della Nuova Inghilterra. Viene facilmente confuso con B. carminiporus[5].
Varietà subreticulatus
[modifica | modifica wikitesto]Anche questa varietà è più scura, ma la sua colorazione è più variabile. Con l'età, comunque, il margine del cappello tende ad ingiallire. I pori sono inizialmente gialli, poi ocra, mentre la sporata è color oliva[5]. La distribuzione di questa varietà è molto simile alla distribuzione di B. bicolor in Nord America.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Baorangia bicolor, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
- ^ bicolor, su Perseus Digital Library. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ Wernert.
- ^ a b c Bessette, p. 97.
- ^ a b c d Bessette, p. 275.
- ^ Raddi, G.F., Delle specie nuove di Funghi ritrovata nei contorni di Firenze, in Atti della Società dei Naturalisti e Matematici di Modena, vol. 13, 1807, pp. 345–62.
- ^ Boletus bicolor Peck, su Index Fungorum. CAB International. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ Boletus bicolor Raddi, Memorie di Matematica e di Fisica della Società Italiana di Scienze Residente in Modena, 13 (2): 352, t. 5:4, 1807, su MycoBank, International Mycological Association. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ Boletus bicolor Massee 1909, su MycoBank, International Mycological Association. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ a b Phillips, R, Boletus bicolor, su RogersMushrooms. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ Boletus bicolor, su New Jersey Mycological Association. URL consultato il 10 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2013).
- ^ Boletus bicolor, su Mushroom Report. URL consultato il 10 dicembre 2013.
- ^ Wernert Susan J., Reader's Digest North American Wildlife, Pleasantville, NY, Reader's Digest Association, 1982, ISBN 0-89577-102-0.
- ^ Christensen Morten, Bhattarai Sanjeeb, Devkota Shiva, Larsen Helle, Collection and Use of Wild Edible Fungi in Nepal, in Economic Botany, vol. 62, 2008, DOI:10.1007/s12231-007-9000-9. URL consultato il 13 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2015).
- ^ Lamoureux Yves, Fungus Portraits No.2. Two-colored BoleteBoletus bicolor, su Le Cercle des mycologues de Montréal (CMM), Le Mycologue, 2009. URL consultato l'11 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2011).
- ^ Kuo Michael, Boletus bicolor, su MushroomExpert.Com Web, 2003. URL consultato l'11 dicembre 2013.
- ^ Coker William, Beers Alma, The Boleti of North Carolina, New York, NY, Courier Dover Publications, 1972, ISBN 0-486-20377-8.
- ^ Bessette, p.99.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Wernert Susan J., Reader's Digest North American Wildlife, Pleasantville, NY, Reader's Digest Association, 1982, ISBN 0-89577-102-0.
- Bessette A., Roody W ,Bessette Arleen, North American Boletes: A Color Guide to the Fleshy Pored Mushrooms, Syracuse, NY, Syracuse University Press, ISBN 0-8156-0588-9.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Baorangia bicolor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Articolo 53.1, su ibot.sav.sk. URL consultato l'11 dicembre 2013.