Una volpe a corte

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Una volpe a corte
Renard la volpe in una scena del film
Titolo originaleLe Roman de Renard
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia, Germania
Anno1937
Durata65 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,20:1
Genereanimazione, fiabesco
RegiaLadislas Starevich
Soggettodal Roman de Renart e dal Reineke Fuchs di Johann Wolfgang Goethe
SceneggiaturaJean Nohain e Antoinette Nordmann (dialoghisti)

Roger Richebé, Irene Starevich e Ladislas Starevich

ProduttoreLouis Nalpas (1929/1931)

Roger Richebé (1939/1941)

Casa di produzioneWladyslaw Starewicz Production
FotografiaLadislas Starevich
MontaggioLaura Sejourné
MusicheVincent Scotto
ScenografiaLadislas Starevich
AnimatoriIrene Starevich e Ladislas Starevich
Doppiatori originali

Una volpe a corte (titolo originale francese: Le Roman de Renard; titolo inglese: The Tales of the Fox; titolo tedesco; Reinicke Fuchs) è un film d'animazione con marionette in bianco e nero, realizzato in ripresa a passo uno (più precisamente in Puppet animation), del pioniere dell'animazione Ladislas Starevich, suo primo lungometraggio.

Nel regno degli animali Renard[1], la Volpe[2], sfrutta la sua abilità per ingannare gli altri animali. Il re Noble (il Leone[3]) riceve sempre più denunce su di lui. Ordina che Renard la volpe sia arrestato e condotto in prigione ma Renard cercherà con l'astuzia di togliersi dai guai. La trama si basa sul Roman de Renart e il Reineke Fuchs di Goethe.

La lavorazione fu portata a termine nel 1930 a Parigi, e durò nel complesso 18 mesi, ma il film era ancora senza sonoro e non venne pubblicato. In seguito giunsero dei fondi dal regime nazista (il film è tratto dal racconto di Johann Goethe: La volpe Reinhart, ispirato al classico medievale Roman de Renart), e questa versione venne presentata a Berlino il 10 aprile del 1937. Venne distribuita in Francia il 10 aprile del 1941; l'edizione francese e restaurata del film, in DVD, ha la traccia audio originale.

Soltanto otto mesi precedono l'uscita di questo film d'animazione da quella del disneyano Biancaneve e i sette nani, ed è il sesto lungometraggio animato realizzato; fra quelli a base di marionette (puppet animation) è il secondo (preceduto soltanto da The New Gulliver, realizzato in Unione Sovietica anche se è stato girato in tecnica mista e non interamente in puppet animation come Una volpe a corte).

È inoltre il terzo film d'animazione ad avere il sonoro, dopo Peludópolis (1931) di Quirino Cristiani e Il nuovo Gulliver (1935), e il primo lungometraggio in stop-motion della storia.[4]

Bisogna precisare che il film fu anche proiettato senza il sonoro, in versione muta, già nel 1930, ma è considerata come pubblicazione quella della versione sonorizzata del 1937 in Germania e quella del 1941 in Francia; quest'ultima è considerata la versione "originale" perché quella tedesca sonorizzata grazie alle sovvenzione dei nazisti è stata de-ufficializzata. Ancora adesso il fatto che il film sonoro del 1937 fu finanziato dai nazisti blocca la distribuzione in forma ufficiale negli USA.

Distribuzione

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  • Universum Film (UFA) (1937) (Germania)
  • Paris Cinéma Location (1941) (Francia)
  • Volksbildungshaus Wiener Urania (1938) (Austria)
  • Les Acacias Cinéaudience - 1990 (Francia)
  • Francia - 12 maggio 1985 (Festival di Cannes)
  • Francia - 22 ottobre 2003 (riedizione)
  • USA - 16 aprile 2010 (Wisconsin Film Festival)

In altri paesi

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Di seguito sono elencati i nomi con cui è conosciuto il film in alcuni Paesi:

  • Reineke Fuchs Die Komödie der Tiere - Austria (titolo completo)
  • The Story of the Fox o The Tale of the Fox - Stati Uniti d'America
  • The Tale of the Fox - titolo "universale"
  1. ^ Cfr. la nota sui nome dei personaggi dall'opera originale medievale.
  2. ^ Il titolo tradotto in italiano dal francese significa letteralmente il romanzo della Volpe.
  3. ^ Nel film il nome dei personaggi antropomorfi sono assegnati in base alla specie di appartenenza: Renard la Volpe, Ysengrin il Lupo, Brun l'Orso, Tibert il Gatto, ...
  4. ^ Wladyslaw Starewicz: una panoramica sui suoi lavori, su cinefobie.com, 21 aprile 2012. URL consultato il 4 gennaio 2015.

Collegamenti esterni

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