Sperduta

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Sperduta
Paese di produzioneItalia
Anno1910
Durata288 m[1] (16 min a 16 fotogrammi al secondo)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico
RegiaEnrique Santos
Casa di produzioneCines
Interpreti e personaggi

Sperduta è un film del 1910 diretto da Enrique Santos.

Affidata alle cure della zia per una vacanza, la piccola Emma riceve dai genitori una splendida bambola, ma un terremoto ne colpisce la destinazione, radendo al suolo l'albergo dove alloggiavano.[2][3] Unica superstite, la bimba viene estratta tra le macerie con ancora tra le braccia la bambola da una coppia di contadini, che decidono di crescerla come loro figlia.[2][3]

Quindici anni dopo, Emma viene presa servizio della Contessa X come cameriera.[2][3] Un giorno, la nobildonna riceve la visita dei veri genitori di Emma, che non la riconoscono e hanno avuto un'altra figlia.[2][3] Mentre gli ospiti si intrattengono con la padrona di casa, Emma accompagna la bambina, per cui sente di provare un gran affetto, a fare un giro: giocando, però, la piccola ruzzola e si fa male.[2][3] Licenziata,[3] le regala la sua bambola per consolarla, venendo così riconosciuta infine dai genitori che la credevano morta.[2][3]

Distribuzione

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È stato distribuito nel Regno Unito a partire dal 31 dicembre 1910,[3] col titolo di Lost.[3][4] È stato distribuito negli Stati Uniti a partire dal 3 febbraio 1912,[5] col titolo di Lost.[4][5]

È stato distribuito in Francia come Perdue e in Spagna come Pérdida.[6]

«Bel lavoro, con una scena di terremoto tecnicamente perfetta. Anche lo svolgimento dell'azione delicatissima nulla lascia a desiderare per merito del sig. Santos, il direttore artistico che con tanta perizia ha diretto la musica dei vari personaggi, egregiamente figurati dalle sig.re Negri-Pouget, Righelli, dalla bambina Tucci e dai sig.ri Righelli e Bonifazi. Quest'ultimo anzi, un ottimo elemento della Cines, ha reso da par suo la gustosissima macchietta del vecchio padre adottivo della piccola sperduta.»

«La più impressionante rappresentazione di un distruttivo terremoto cittadino, con edifici di mattoni altri tre piani che tremano e si schiantano al suolo. Se [la scena] fosse stata stampata su pellicola rossastra con aggiunto del fumo, sarebbe risultata eccezionale, spaventosa perfino. Doveva trattarsi di una storia molto buona, ma per come è prodotto il soggetto manca di forza di persuasione. Molto chiare le riprese. Le ambientazioni in studio appaiono troppo economiche, ma gli sfondi sono stati ben scelti. [...] [la scena del] terremoto è la sensazione della settimana.»

  1. ^ Bernardini e Martinelli, p. 183.
  2. ^ a b c d e f Pubblicità della Cines, in Lux, n. 77, Napoli, 25 dicembre 1910. Citato in Bernardini e Martinelli, p. 183.
  3. ^ a b c d e f g h i (EN) Cines: Lost, in The Bioscope, n. 218, Londra, 15 dicembre 1910, p. 33. URL consultato il 17 gennaio 2024. Ospitato su British Newspaper Archive.
  4. ^ a b Bernardini e Martinelli, p. 297.
  5. ^ a b c (EN) Comments on the Films: Lost, in Moving Picture World, vol. 11, n. 7, New York, 17 febbraio 1912, p. 581. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  6. ^ Bernardini e Martinelli, p. 302.
  7. ^ Ferruccio Sacerdoti, articolo, in La Cine-Fono e la Rivista Fono-Cinematografica, n. 140, Napoli, 14 gennaio 1911. Citato in Bernardini e Martinelli, p. 183.

Collegamenti esterni

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