Coordinate: 28°40′N 17°52′W

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da es:La Palma

La Palma
San Miguel de La Palma
La Palma ripresa dal satellite Landsat
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano Atlantico
Coordinate28°40′N 17°52′W
ArcipelagoIsole Canarie
Superficie708,32 km²
ClassificaIsola vulcanica
Sviluppo costiero155,55 km
Altitudine massima2.426 m s.l.m.
Geografia politica
StatoSpagna (bandiera) Spagna
Comunità Autonoma  Canarie
Provincia Santa Cruz de Tenerife
Cabildo Cabildo di La Palma
Centro principaleSanta Cruz de la Palma (17128)
Porti principaliSanta Cruz de La Palma
Demografia
Abitanti86.996
Densità122,16 ab./km²
Sito webhttp://www.cabildodelapalma.es
Cartografia
voci di isole della Spagna presenti su Teknopedia

La Palma, il cui nome storico è San Miguel de La Palma è un'isola dell'Oceano Atlantico appartenente all'arcipelago delle Isole Canarie (Spagna). Compresa, dal punto di vista amministrativo, nella provincia di Santa Cruz de Tenerife, il suo capoluogo è Santa Cruz de la Palma, mentre la città più popolosa è Los Llanos de Aridane.

A partire dal 2002, l'intera isola è Riserva della biosfera[1], ed è la terza isola dell'arcipelago, insieme a Lanzarote[2] ed El Hierro[3], alla quale l'Unesco riconosce questa tutela.

Bosque de los Tilos.

L'isola ha una superficie di 708,32 km² (pari al 9,45% del territorio canario[4]), e una popolazione di 87.324 abitanti secondo l'INE[5].

Il territorio presenta fortissimi dislivelli: dal livello del mare dove si trovano i centri più importanti, fino ai 2.426 m del punto più elevato, il Roque de los Muchachos. Nella parte settentrionale si trova un'area depressiva di grandi dimensioni, di origine erosiva, che costituisce la Caldera de Taburiente, dichiarata Parco nazionale nel 1954[6]. Dal centro dell'isola verso sud, lungo la dorsale chiamata Cumbre Vieja ("vecchia cima"), si incontra tutta una serie di vulcani, tra cui il San Antonio, il Volcán de San Juan e il Teneguía, la cui ultima eruzione, risalente al 1971, è il più recente fenomeno di vulcanismo dell'arcipelago[7]. Sul territorio di La Palma si trovano anche il Parque Natural de Cumbre Vieja[8] e il Parque natural de las Nieves[9], insieme a tutta una serie di entità territoriali protette di minore grandezza e rilevanza.

Nel 1983 la zona di El Canal y Los Tilos è stata dichiarata Riserva della biosfera dall'Unesco: questa area protetta fu poi ampliata nel 1997 a formare la Riserva della biosfera di Los Tilos. Nel 2002 la riserva fu estesa all'intera isola, che assunse la denominazione di Riserva della biosfera di La Palma.

La Palma è una delle isole Canarie con maggior superficie boscosa, sia di pini che di laurisilva. Per quanto riguarda l'agricoltura, le coltivazioni principali sono il plátano de Canarias[10] (banano delle Canarie) e la vite.

La città più popolosa dell'isola è Los Llanos de Aridane, che da questo punto di vista supera il capoluogo dell'isola Santa Cruz de la Palma[5].

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Sabbia vulcanica sul Llano de las Brujas nella Cumbre Vieja.

Divisione amministrativa

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Il territorio di La Palma è diviso in 14 comuni:

La Palma, come il resto delle isole Canarie, è un'isola di origine vulcanica. Con un'età geologica stimata attorno ai 2 milioni di anni, è una delle isole più giovani dell'arcipelago, sorta da un vulcano sottomarino situato 4.000 m sotto il livello del mare. L'edificio vulcanico dell'isola raggiunge un'altitudine di 6.500 m dal fondo oceanico, e in esso si trovano tutti i tipi di roccia vulcanica. La Palma è la terza isola più alta del mondo in relazione alla superficie, superata soltanto dall'isola di Pico nelle Azzorre e dall'isola di Fogo a Capo Verde[11].

Nella zona meridionale si trovano vulcani tuttora attivi: l'ultima eruzione ebbe luogo nel 1971 nel territorio di Fuencaliente; e da essa si formò il vulcano Teneguía, tuttora tenuto sotto osservazione dagli scienziati. La zona settentrionale è invece dominata dalla Caldera de Taburiente, una caldera sottomarina che le eruzioni vulcaniche portarono ad una altezza di 3.500m slm e che col passare del tempo subì una progressiva erosione. La caldera misura 9 km di diametro, 28 km di circonferenza e 1.500 di profondità. L'interno si svuotò quando una rapida fuoriuscita di lava si riversò da una breccia apertasi vicino all'attuale Balcón de Taburiente, nel luogo in cui oggi si trova il Barranco de las Angustias, che rappresenta l'unico varco per raggiungere a piedi l'interno della caldera. Le tracce di questa fuoriuscita di lava sono ancora visibili nei barrancos che incidono la parete verso l'interno del cratere e non verso l'esterno, cosa che accadrebbe nel caso di un'eruzione esplosiva come fu ad esempio quella di Mount Saint Helens[12]. La caldera è circondata da cime tra i 1.700 e i 2.400 m di altitudine, tra le quali si trova il Roque de los Muchachos, che con i suoi 2.426 metri è il picco più alto dell'isola. È qui che ha sede l'Osservatorio del Roque de los Muchachos.

Cronologia delle eruzioni storiche

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Volcán Teneguía.
  • 1470-1492: Montaña Quemada o Volcán de Tacande
  • 1585: Volcán de Tajuya, nel comune di El Paso
  • 1646: Volcán de Martín o de San Martín
  • 1677: Volcán de Fuencaliente
  • 1712: Volcán de El Charco
  • 1949: Volcán San Juan (crateri Duraznero, Hoyo Negro e Llano del Banco)
  • 1971: Teneguía

Questi dati sono tati ottenuti a partire dallo studio dei crateri, delle ceneri e della lunghezza raggiunta dalle colate laviche.

L'attività vulcanica costituisce un rischio costante per l'isola: sebbene essa sia concentrata per la maggior parte a sud del territorio, esistono teorie secondo le quali una eruzione potrebbe rendere instabile la zona occidentale e raggiungere il mare[13]. La maggiore o minore possibilità di un'eruzione esplosiva sta nella temperatura della lava: se è molto alta, la lava (come quella che si trova normalmente in una caldera) è anche molto liquida, il che riduce il rischio di eruzioni a carattere esplosivo e aumenta la possibilità di eruzioni effusive che aprano una breccia nella parte superiore oppure fuoriescano aprendosi un varco nella parete.

Uno studio degli anni 90 ha rilevato come la Cumbre Vieja sia piena d'acqua, a causa della porosità delle pietre che la formano: in condizioni del genere, un'eruzione vulcanica potrebbe scaldare quest'acqua causando un'esplosione di vapore. Fortunatamente le esplosioni di vapore sono un fenomeno piuttosto raro, legato alla formazione dei geyser: dove c'è possibilità che si verifichino casi del genere (per esempio Lanzarote) è stato necessario lanciare una secchiata d'acqua in un'apertura del terreno per ottenere un getto di vapore.

La possibilità di uno tsunami

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In un documentario della serie Orizzonti della BBC, trasmesso il 12 ottobre del 2000, due geologi, Day e McGuire, addussero una spaccatura apertasi nell'eruzione del 1949 come prova del fatto che ben metà della Cumbre Vieja stesse slittando verso l'Oceano Atlantico (Day et al., 1999; Ward e Day, 2001), e suggerirono che tale processo potesse aver preso il via da un aumento di pressione a seguito dell'azione di riscaldamento del magma sull'acqua. L'ipotesi proposta prevedeva che, nel caso di una futura eruzione, il fianco occidentale della Cumbre Vieja (una massa approssimativa di 1,5 x 1015 kg) potesse slittare nell'oceano generando un megatsunami di 900m di altezza che, attraversato l'Atlantico, avrebbe inondato le coste degli Stati Uniti, i Caraibi e le coste settentrionali del Sudamerica tra le sei e le otto ore più tardi, causando danni catastrofici al largo e inondando l'entroterra fino a 25 km, a seconda dell'orografia.

In risposta la Società Tsunami (Pararas-Carayannis, 2002) pubblicò una dichiarazione in cui affermava [...] Vorremmo fermare l'allarmismo infondato diffuso da rapporti come questo [...]. I punti principali fissati dalla dichiarazione includono che:

  • Affermare che, con l'eruzione del 1949, la metà della Cumbre Vieja è slittata verso il basso di 4 m è sbagliato, ed è in contrasto con le prove materiali dell'evento.
  • Non è mai stata dimostrata l'esistenza di una linea divisoria che separi un "blocco" di La Palma dall'altra metà.
  • È comprovata l'esistenza di una linea di 4 km di lunghezza nella roccia, ma i modelli ipotizzano invece una linea di 25 km per la quale non ci sono prove. Inoltre non ci sono prove manifeste che la linea dei 4 km di lunghezza si estenda più in là della superficie.
  • Nell'arco della storia non si è mai avuto un megatsunami nell'Atlantico

Se è stata sollevata l'ipotesi di uno tsunami provocato da una nuova eruzione sull'isola, e si può provare che nell'eruzione del 1949 si aprì una falla di forma tale da far sprofondare di quattro metri la parte meridionale dell'isola nell'oceano[14], abbiamo d'altra parte scienziati che affermano che l'unica cosa a poter succedere sarebbe la frammentazione della parte occidentale dell'isola in parti piccole, come accadde nel 1949, senza arrivare a provocare uno tsunami o causando un'onda di minore intensità[15]. In ogni caso la maggior parte degli studiosi afferma che non abbiamo alcun indizio che ci induca a pensare che un evento del genere possa avvenire nelle prossime decadi, e la storia geologica di La Palma sostiene questa convinzione: si tratta infatti di un'isola vulcanica con centinaia di crateri di ogni tipo e grandezza[16], ma non esiste una camera magmatica comune a questi crateri, il che allontana la possibilità di un'eruzione catastrofica, dal momento che la forza espansiva di un'eruzione, per diffondersi all'intera isola, dovrebbe ripartire la sua intensità fra tutte le aperture della crosta che si trovano sul territorio.

Senza dubbio i geologi e i vulcanologi concordano nell'affermare che l'"edificio" di un'isola vulcanica può subire forti cambiamenti, innalzamenti e abbassamenti, e che nel passato geologico possono esseri prodotti forti tsunami nell'Atlantico. Malgrado questo, però, non ci sono prove certe che leghino eruzioni e tsunami in un rapporto causa/effetto, dal momento che tutti i documenti riguardanti il verificarsi di tsunami nell'oceano li attribuiscono ai terremoti e non ai vulcani (si vedano per esempio l'inabissamento di Port Royal in Giamaica oppure il terremoto di Lisbona del secolo XVIII). Intanto nel Caribe e nelle Isole Canarie si indaga per cercare la prova dello scatenamento di tsunami: la zona è sotto indagine fin dagli anni 90 del XX sec., e tali prove non sono venute alla luce; inoltre i dati sulla posizione del blocco occidentale rilevati nel 2008 mostrano che il blocco non ha visto spostamenti dal 1949.

Datos para Santa-Cruz de La Palma[senza fonte]

Datos climáticos Enero Febrero Marzo Abril Mayo Junio Julio Agosto Septiembre Octubre Noviembre Diciembre
Número medio mensual de horas de sol 140 147 170 174 187 174 218 215 197 172 146 148
Aire (°C) 17,9 17,9 18,4 19,0 19,8 21,1 22,5 23,4 23,5 22,6 20,7 18,9
Agua (°C) 20 20 19 20 20 20 22 23 24 23 22 21
Días de lluvia/mes 6 5 5 3 1 1 0 1 2 5 7 7

Datos para Los Gallegos (Barlovento)[senza fonte]

Datos climáticos Enero Febrero Marzo Abril Mayo Junio Julio Agosto Septiembre Octubre Noviembre Diciembre
Aire (°C) 15,1 14,9 15,3 15,8 16,5 17,8 19,2 20,3 20,2 19,6 17,8 16,3

Datos para Tazacorte[senza fonte]

Datos climáticos Enero Febrero Marzo Abril Mayo Junio Julio Agosto Septiembre Octubre Noviembre Diciembre
Número medio mensual/anual de horas de sol 195 200 215 220 240 250 290 270 205 205 200 200
Aire (°C) 19 19 19,5 20 21 22,5 24 25 24,5 23 21,5 20
Agua (°C) 20 20 20 20 21 22 23 24 25 24 22 21
Días de lluvia/mes 5 5 5 3 1 0 0 1 1 3 5 6
Dorsale de La Palma.

I paesaggi dell'isola si tingono principalmente di quattro colori: il nero del basalto e della lava solidificata a formare il malpaís, il rosso del tufo, il verde della densa vegetazione e l'azzurro infinito dell'Oceano e del cielo limpidissimo. Dal nord al sud dell'isola, con maggiore frequenza nella regione meridionale, si trovano profondi barranchi attraverso cui l'acqua piovana scorre dalle cime centrali al mare. Nelle zone settentrionale e centrale abbiamo foreste di pini e fayal-brezal, in quella nordorientale la laurisilva e a sud e sudest territori spiccatamente vulcanici nati dalla recente attività. Naturalmente si tratta soltanto di un'esposizione approssimata dei paesaggi spettacolari ciò che l'isola può mostrare, come ad esempio il mare di nubi oppure le pareti interne della Caldera de Taburiente.

Fra tutte le attrattive paesaggistiche spicca il Parco Nazionale della Caldera de Taburiente, situato nel centro-nord dell'isola in corrispondenza con la formazione vulcanica della caldera di 7 km di diametro. Oltre ai suoi splendidi scorci, vi si trovano elementi naturali veramente evocativi, come il Roque Idafe o il riachuelo de La Caldera, unico corso d'acqua nelle isole Canarie a non essere stagionale.

Quanto a vegetazione, il Pino Canario domina in assoluto nell'intera caldera.

Altrettanto attraente dal punto di vista turistico è la Ruta de Los Volcanes, che percorre nel senso della lunghezza la metà meridionale dell'isola lungo la dorsale montuosa e attraversa molti vulcani, la maggior parte dei quali estinta, coi loro paesaggi spettacolari.

Notevole è anche un complesso di piscine naturali chiamato La Fajana, situato nel comune di Barlovento, che il mare alimenta continuamente attraverso la spiaggia situata proprio a fianco: si tratta di sei vasche, in origine su tre livelli portati poi a sei nel 2004[17], e dotate di gradini per facilitare l'accesso ai bagnanti.

La Palma - Pinete sulla Cumbrecita, a sud della Caldera de Taburiente.

Grazie alla formazione geologica e alla posizione geografica dell'isola, i paesaggi di La Palma sono unici, e hanno contribuito a darle i nomi di Isla Bonita[18] e Isla Verde a causa della vegetazione abbondante che la copre. La Palma riceve acqua non solo attraverso le precipitazioni ma anche grazie alla cosiddetta pioggia orizzontale: gli Alisei portano nubi piene d'acqua fino alle cime dell'isola, dove formano nebbie che poi vengono condensate a terra dalla vegetazione, in particolare la laurisilva; l'esempio migliore di questo fenomeno si ha nel caso del pino canario, le cui foglie aghiformi fungono da filtro condensatore e permettono alla nebbia di cadere a terra in forma liquida.

L'isola si divide in zone di vegetazione molto ben distinte, che vanno dai campi di lava fino alle foreste di laurisilva, passando per pinete, vegetazione termofila, vegetazione tipica delle cime montuose e delle coste. Fra le specie che crescono sull'isola, 170 sono endemiche delle Canarie, e le più carattesistiche sono l'Albero del Drago, il Pino delle Canarie e la Palma delle Canarie. Si può individuare una stratificazione della vegetazione sull'isola prendendo come punto di riferimento le due direttrici dell'isola, orizzontale e verticale, dal momento che in generale la zona orientale è più secca di quella occidentale, e nello stesso modo la zona meridionale è più secca della settentrionale.

Un bejeque, specie endemica canaria.

Versante occidentale dell'isola:

Versante orientale dell'isola:

Corvo Palmero.

Fra le specie endemiche dell'isola troviamo:

Símbolos de la isla

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Según una ley del Gobierno de Canarias, los símbolos de la isla son la graja y el pino canario.[19]

Protección del medio ambiente

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thumb|Centro de visitantes de Los Tilos.

Desde 1983, el bosque de laurisilva Los Tilos está catalogado como Reserva de la Biosfera por la Unesco. En 2002 se amplió esta declaración a toda la isla. La Palma fue la primera isla canaria en albergar un lugar de este tipo. Por otro lado se encuentra el Parque Nacional de la Caldera de Taburiente así como otros entornos sujetos a diferentes fórmulas de conservación según establece la Red Canaria de Espacios Naturales Protegidos.

EL Gobierno de Canarias aprobó el Plan Territorial Especial del Uso Turístico de La Palma (PTE), que incluye la construcción, en los próximos años, de 4 a 5 campos de golf de 18 hoyos con sus respectivos hoteles y villas de lujo. Uno de ellos, el Aridane Golf, invadiría el Paisaje Protegido de Tamanca, que además es Lugar de Interés Comunitario (LIC) con varias especies endémicas de fauna y flora en peligro de extinción. El proyecto tiene dos sentencias desfavorables del Tribunal Superior de Justicia de Canarias (TSJC). Los demás proyectos también afectan a LICs, Zonas de Especial Protección de las Aves (ZEPAs) y Parques Naturales. El documento del PTE también permite la construcción de varios puertos deportivos, marinas y hoteles de turismo convencional en zonas vírgenes del litoral palmero. Se presentaron miles de alegaciones en contra de dichos planes, por ir en contra de los objetivos de la Reserva Mundial de la Biosfera de La Palma, de un turismo sostenible y respetuoso con la naturaleza y por perjudicar directamente a espacios naturales protegidos y sus especies endémicas de fauna y flora en peligro de extinción.

Más recientemente, el Gobierno de Canarias ha aprobado la ley de Medidas Urgentes en materia de Ordenación del Turismo cuyas enmiendas 39 y 40, permiten la construcción de infraestructuras turísticas en el interior de espacios naturales protegidos, contraviniendo las leyes medioambientales de Canarias, de España y comunitarias. Los biólogos de la Reserva Mundial de La Palma han advertido del mal estado de los fondos marinos, debido sobre todo a una sobrepesca, que sigue utilizando artes poco selectivas y agresivas como son las nasas. La consecuencia más directa de la falta de control de la pesca es la proliferación del erizo de Lima, plaga que destruye la cobertura algal dejando tras de sí un yermo blanquizal. La creación de la reserva marina de Fuencaliente ha servido para recuperar en esa franja litoral las poblaciones más importantes de peces, aunque los pescadores, al acecho en sus límites, no permiten la recuperación de otras zonas adyacentes.

Otras amenazas podrían empeorar la situación actual de las costas palmeras: proyectos de puertos deportivos y marinas; aumento de la urbanización del litoral o instalación de jaulas flotantes para acuicultura.

Los "otros" nombres de la isla

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A lo largo de la historia La Palma ha recibido numerosos nombres. Puede que la Junonia Maior que aparece en el texto de Plinio el Viejo haga referencia a La Palma. También recibe, tradicionalmente, el nombre de San Miguel de La Palma.[20] Los aborígenes la denominaban Benahoare (mi tierra).[21] Actualmente son muy populares los sobrenombres de: La Isla Bonita, La Isla Verde o La Isla Corazón.

Los aborígenes

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thumb|Cueva de Belmaco en La Palma, utilizada como vivienda por benahoaritas. Los primitivos habitantes de La Palma eran los benahoaritas,[22] auaritas o awaras. En el momento de la conquista, estaba dividida en 12 cantones. Los primeros textos sobre La Palma datan de la Baja Edad Media (siglos XIV y XV). Aunque faltan datos concretos al respecto, se calcula que la población en ese momento, podía oscilar en torno a los 4.000 habitantes. Los aborígenes vivían fundamentalmente del pastoreo de cabras, ovejas y cerdos y recolectaban frutos y raíces con los que elaboraban una especie de harina a la que llamaban "gofio", hecha con raíces de helecho y amagantes, que tostaban y molían.

Se cree que el origen de los aborígenes de la isla de la Palma proviene de algunas tribus bereberes con emplazamiento al noroeste del continente africano. Se desconoce si vinieron por propia voluntad o llegaron de otra forma a través de otras civilizaciones mediterráneas como los (romanos o fenicios). Respecto a sus características antropométricas, los restos hallados en los yacimientos muestran que la estatura media era de 1,70 metros para los hombres y de 1,65 metros para las mujeres.[23] Muchos historiadores han hecho constatar el carácter belicoso de los aborígenes. Éstos tenían con mucha frecuencia guerras civiles y todo tipo de enfrentamientos, que no se restringían a un cantón sino que con frecuencia afectaban a toda la isla. Un ejemplo de fuerte confrontación se tuvo entre Atogamtoma (señor de Tijarafe) con Tanausú (Aceró) o Mayantigo (Aridane). Una característica descrita por varios autores es tal que describe a las mujeres benahoritas con una gran fuerza y agresividad.

Los aborígenes palmeros también tenían un sistema de gobierno que aunque primitivo permitía discutir sin peleas muchos de los problemas existentes, esta institución era el Tagoror. Asimismo, dentro de la comunidad se le daba mucha importancia a la familia y permitía unir a varios miembros en grupos por mismo linaje de sangre. Esta unión podría ser de primer orden o nuclear (padres e hijos) o también retrospectiva o extensiva (un antepasado común).

Se cree que el pueblo benahorita tenía una historia de alrededor de unos 2.000 años, hasta que en 1493 Alonso Fernández de Lugo desembarcó en la isla con la firme intención de conquistarla.

División territorial prehispánica

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thumb|División territorial de la isla de la Palma en tiempos prehispánicos.

Si bien, dependiendo de las fuentes los datos pueden cambiar, aparecen en ocasiones subdivisiones internas o distintos topónimos para designar un mismo territorio, suele aceptarse que los 12 cantones[24] o segmentos en los que se dividía la isla y sus respectivos señores -señalados entre paréntesis- en el momento de la conquista eran:

  • 1 Aridane (Mayantigo). Que se extendía por gran parte del Valle de Aridane (los actuales municipios de El Paso, Los Llanos y Tazacorte).
  • 2 Tihuya (Chedey). Que se extendía desde el anterior hasta la montaña de Tamanca. Abarcaría las zonas actualmente conocidas como Tajuya, Todoque, Puerto Naos, La Laguna y parte de Las Manchas.
  • 3 Tamanca (Tamanca). Se extendía hasta el Charco. Abarcaría parte de lo que es hoy Las Manchas.
  • 4 Ahenguareme (Echentire y Azuquahe). Correspondería al actual Fuencaliente.
  • 5 Tigalate (Juguiro y Garehagua). Aparece en ocasiones denominado también como Mazo. Abarcaría el territorio del municipio de Mazo actual.
  • 6 Tedote (Tinisuaga, Agacensie y Ventacayce). Corresponde a Santa Cruz de la Palma y Las Breñas.
  • 7 Tenagua (Atabara). Corresponde a Puntallana.
  • 8 Adeyahamen (Bediesta). Corresponde al actual municipio de San Andrés y Sauces.
  • 9 Tagaragre (Tediaba y Autinmara). Correspondería a Barlovento
  • 10 Tegalgen (Bediesta). Abarcaría el actual Garafía
  • 11 Tijarafe (Atogmatoma). Abarcaría los actuales municipios de Tijarafe y Puntagorda.

El cantón duodécimo es el correspondiente a La Caldera. Este cantón lo llamaban "Aceró", que quiere decir "lugar fuerte e invulnerable", y su jefe se llamaba Tanausú.

A diferencia de Tenerife o Gran Canaria, en La Palma no existía ninguna superestructura por encima de estas unidades. De hecho este sistema de poder no es permanente y estas unidades o segmentos podían estar dividas en otras más pequeñas (en las propias fuentes del siglo XVI se hace referencia a otras unidades como el "bando de Gazmira").

Economía del Antiguo Régimen y primeros monocultivos

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[[Archivo:SantoDomingoLaPalma.JPG|rigth|thumb|upright=1.4|Iglesia de Santo Domingo, Santa Cruz de La Palma. Construida en la fundación de la ermita de San Miguel, fundada por Fernández de Lugo.]] A partir del siglo XVI, la colonización de La Palma ofrece a los nuevos pobladores posibilidades diversas de progreso económico: tierras de cultivo, entrada en el circuito comercial entre América y Europa y el abastecimiento de manufacturas a las islas. Junto a los pobladores españoles llegarán portugueses, genoveses, franceses y flamencos, que se mezclarán con los indígenas que quedaron tras la conquista. Se dedicarán principalmente a la agricultura, que va a girar en torno a la producción y comercio de monocultivos de exportación, beneficiados del clima canario y cuyo control generará grandes fortunas.[25]

El primero de estos productos será la caña de azúcar, que a partir de la segunda mitad del siglo XVI será sustituido por los vinos canarios. Asimismo, llegarán grupos de población morisca y negros africanos, capturados para utilizarlos como esclavos en las plantaciones, o como mano de obra en el uso de maquinaria agrícola, a pesar de una carta papal de 1434, en la que Eugenio IV los declaraba gente libre, prohibiendo el tráfico de hombres en la isla. En 1514, cuando se les equiparó en derechos, fueron siendo bautizados, mezclándose con los colonos europeos.

La caña de azúcar fue introducida por Alonso Fernández de Lugo.[26] Los territorios de la isla fueron divididos entre mercaderes, agricultores y artesanos europeos. De esta forma, en 1508, Juan Fernández de Lugo vendió sus cultivos de caña de azúcar así como reservas de agua en Tazacorte y Argual un andaluz apellidado Dinarte; éste los vendió un año más tarde a la Familia Welser, que los transmitiría al belga Jakob Groenenberch (Jacobo Monteverde), que terminaría por vendérselos a su compatriota Van de Valle.

A partir de 1553, el cultivo de la caña de azúcar dejó de ser rentable debido a la producción en masa proveniente de América Central y Sudamérica. Muchas de las plantaciones pasaron a dedicarse a la producción del vino. El vino de malvasía producido por los suelos volcánicos jóvenes del sur de la isla se convirtió en la principal exportación de la isla. El principal cliente de los vinos palmeros fue Inglaterra. El esplendor del vino palmero duró hasta el siglo XIX, cuando hubo un declive provocado por el cambio de gustos de los consumidores.[senza fonte] Sin embargo, aún hoy en día se sigue cultivando y produciendo vino de malvasía aunque no sea el vino preferido por las masas de consumidores.

Comercio americano y ataques piratas

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[[Archivo:Sir Francis Drake The Noblest Knight.jpg|thumb|Ilustración de Sir Francis Drake, que no consiguió conquistar la ciudad de Santa Cruz de La Palma.]] En el siglo XVI recibió La Palma, tras Amberes y Sevilla, el privilegio del comercio con América. El puerto de Santa Cruz de La Palma se convirtió enseguida en uno de los puertos más importantes del Imperio español. Esta nueva fuente de riqueza atrajo a su vez a los piratas que atacaban la isla para apropiarse de los tesoros llegados de las Indias. François Leclerc y su grupo de piratas franceses tomaron la ciudad en 1553 robando todo lo transportable y quemando lo que no era posible de transportar. Tras esa catástrofe hubo que reconstruir las casas, iglesias y conventos de la ciudad así como sus fuertes defensivos. Con las nuevas defensas, se pudo rechazar el ataque de Francis Drake de 1585, el cual no pudo llegar a desembarcar. El comercio con América también generó otra serie de actividades como los astilleros. Santa Cruz de La Palma atrajo a muchos comerciantes extranjeros (flamencos, franceses, castellanos, italianos, portugueses, etc.) dándole a la localidad un aire internacional. Las calles con nombres extranjeros son aún hoy testigos de esa época, como la calle O'Daly (irlandés) o la calle Vandale (flamenco). El declive comenzó a mediados del siglo XVII debido a una concesión de 1657 que obligaba a todos los barcos con destino América a registrarse en Tenerife. En 1778, Carlos III abrió todos los puertos de España al comercio con América, impidiendo que Santa Cruz de La Palma se recuperara de la crisis económica en la que se encontraba inmersa en aquellos momentos.

Seda, cochinilla y plátanos

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[[Archivo:Cochineal drawing.jpg|thumb| Ejemplo de la cochinilla.]]

Sin la amenaza pirata, la vida en La Palma prosiguió su rumbo de forma tranquila. De cada crisis económica sufrida, se levantaba la isla, no por poseer riquezas minerales sino por la fertilidad de su tierra. Tras el cultivo de la caña de azúcar y de la vid, se pasó a la producción de miel, tabaco y seda.[27] Desde principios del siglo XVI había comenzado la plantación de moreras, convirtiéndose La Palma en un foco de producción de seda. En 1830 se introdujo desde México el cultivo de la cochinilla, un parásito de las tuneras del que se extraía carmín. Con el desarrollo de los tintes sintéticos en 1880, el cultivo de la cochinilla dejó de ser rentable. Para salir de esta crisis se introdujo el cultivo del plátano impulsado por Elder y Fyffes,[28] dos compañías británicas en 1878.

Mientras tanto, el pueblo llano[29] apenas se veía beneficiado con las riquezas que producía la isla. Todavía en el siglo XIX, la mayoría de los habitantes de la isla vivían en casas de madera con techos de paja, debido a los altos costes que suponía erguir casas en piedra. Uno de los principales problemas era la falta de bienes de consumo. Debido al monocultivo practicado en la isla, faltaban tierras donde cultivar grano para alimentar a la población. Desde el siglo XVI se tenía que importar el grano, pagándose por él precios muy altos. El párroco de La Palma pagó sus impuestos con millo, lo que impulsó a la población a hacer lo mismo. La Inquisición dictó un Anatema sobre toda la isla provocando que durante varios años no se practicara ningún entierro cristiano. La pobreza en el campo era tan grande, que en muchas familias los desnutridos y mal vestidos hombres y mujeres, como relató el misionero Juan de Medinilla en 1758 en una carta al obispo, debido a la falta de ropa debían acudir por turnos a la misa de los domingos y festivos.

Al producirse el levantamiento militar de 1936, que daría lugar a la Guerra Civil española, la isla de La Palma se resiste al golpe y mantiene la legalidad republicana entre los días 18 y 25 de julio, cuando llega a la ciudad de Santa Cruz de La Palma el cañonero Canalejas. Este periodo de tiempo será conocido como La semana roja.[30]

El golpe militar fracasa en esta isla al ser interceptado por el jefe de telégrafos el mensaje dirigido por los golpistas al comandante militar Baltasar Gómez Navarro, que debía dirigir el golpe en La Palma. En esos momentos era Delegado del Gobierno en la isla Tomás Yanes Rodríguez, de Izquierda Republicana. Al llegar las noticias del golpe el Frente Popular declara la huelga general, y se forman las milicias populares pero la Delegación de Gobierno no autoriza la toma del cuartel militar y trata de evitar siempre que las organizaciones obreras tomen demasiado poder (en estos momentos destaca la figura del comunista José Miguel Pérez, y en algunos municipios como Tazacorte las organizaciones comunistas tienen una gran importancia). A la llegada del cañonero Canalejas la Delegación del Gobierno decide no ofrecer ningún tipo de resistencia armada y ordena desmovilizar a las milicias populares confiando en que el Gobierno de la República mande refuerzos, que el golpe fracase y que la legalidad se restablezca en toda la nación.

Dictadura y democracia

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La Guerra Civil no se libró en las Canarias, pero pese a ello sí se sufrieron las consecuencias de la misma. El periodo de la posguerra unido a la crisis económica producida trajo años de penurias a la isla. Debido a la carencia de bienes de importación, los palmeros tuvieron que basar su alimentación en el plátano, generando una gran variedad de productos derivados del mismo como la harina de plátano. Una vez finalizada la posguerra La Palma fue desarrollando su economía e infraestructuras poco a poco. Se recuperaron las exportaciones del plátano y comenzó la construcción de carreteras y canales para transportar el agua de los riachuelos a los campos de cultivo. La obra más importante de la época fue la construcción de la carretera de la cumbre, que unía los municipios de Santa Cruz de La Palma y Los Llanos de Aridane a través de un túnel por debajo de las cumbres de la isla, acortando bastante la duración del recorrido unido a la puesta en funcionamiento del aeropuerto. Con la llegada de la democracia, la economía de la isla, fuertemente dependiente de la agricultura del plátano, se fue diversificando hacia otros sectores especialmente el turístico, que constituye hoy en día el principal motor de la economía canaria.

Administración

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La Palma, como parte de la Comunidad Autónoma de Canarias, depende en función de las distintas competencias, del Gobierno de España, del Gobierno de Canarias y del Cabildo Insular de La Palma.

Dirección Insular de la Delegación de Gobierno en Canarias

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A cargo de Alejandro Brito,[31] esta institución es la encargada de representar al Gobierno de España en la isla y de gestionar todas aquellas competencias que no hayan sido transferidas al Gobierno de Canarias. La sede de la Dirección Insular se encuentra en la avenida marítima de Santa Cruz de La Palma.

Cabildo Insular de La Palma

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Los cabildos, formados a partir de la Ley de Cabildos de 1912, son las formas gubernativas y administrativas propias de las Islas Canarias y cumplen dos funciones principalmente. Por una parte, prestan servicios y ejercen competencias propias de la Comunidad Autónoma y por otra, son la entidad local que gobierna la isla. En las elecciones de 2003 salió elegido como presidente José Luis Perestelo Rodríguez, de Coalición Canaria, agrupación que obtuvo el 49,7% de los votos, seguida del PSOE con un 22,6%, y del PP con un 21,6% de los votos.[32]

Diputado del Común

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El Diputado del Común es el Defensor del Pueblo en Canarias.[33] Lo designa el Parlamento de Canarias para la defensa de los derechos y libertades constitucionales en el ámbito autonómico. Su sede se encuentra en la calle O'Daly de Santa Cruz de La Palma, contando con oficinas en cada isla. No es un órgano administrativo de La Palma pues ejerce sus funciones en el ámbito autonómico.

La mayoría de la población es católica.[34] En cada población existe un santo patrón, cuya festividad se celebra a través de las romerías, fiestas y actos religiosos. La patrona de la isla es la Virgen de las Nieves cuyo santuario se encuentra en Santa Cruz de La Palma. Cada cinco años tiene lugar la Bajada de la Virgen, una fiesta multitudinaria en la cual se lleva a la patrona en procesión desde su santuario a la capital de la isla.

thumb|El plátano de Canarias.

Actualmente se cultivan en la isla unas tres mil hectáreas de plátanos,[35] siendo la segunda isla de Canarias donde más se cultiva (tras Tenerife), además existen plantaciones de cítricos, aguacates, verduras, papas y uvas (destinadas a la elaboración de vino). El traslado del agua de las cumbres a las huertas se hace a través de una red de galerías filtrantes y canales. La ganadería es principalmente caprina, destinada a la obtención de leche y la elaboración de quesos. Una creciente fuente de ingresos es el turismo, que se concentra en las zonas de Los Cancajos y Puerto Naos.

Industria y comercio

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Pequeñas industrias y establecimientos

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Al contrario de la agricultura, las manufacturas y la industria tienen una presencia escasa en La Palma. En la isla existen algunos establecimientos que transforman los productos de la tierra en productos de consumo o en obras de arte. También, gracias al turismo, la industria de la construcción tiene una presencia cada vez mayor en la isla. Sólo existía una fábrica, la fábrica de puros de El Paso, con 300 trabajadores, que producía grandes cantidades de cigarros. El mercado principal es el alemán. También existen pequeños talleres de bordados y de sedas.

Las exportaciones principales de La Palma son las de productos agrícolas. Pese a ello, la balanza de importaciones y exportaciones sigue siendo negativa en la isla, es decir, se importa más de lo que se exporta. Entre los productos exportados se encuentra el plátano, naranjas, limones y productos agropecuarios. Las importaciones principales, generalmente de la España peninsular, son el petróleo, productos de consumo y productos mecánicos y eléctricos.

En 1890 existían más hoteles en La Palma que en la actualidad. A finales del siglo XIX y principios del siglo XX muchos ingleses convalecientes visitaban la isla en busca de curas. Unas décadas más tarde comenzó el turismo moderno, teniendo su cota más alta en los años 1960. En las décadas de los 70 y 80 se redujo el número de turistas, alejándose la isla del turismo de masas que se estaba desarrollando en la isla vecina de Tenerife. A finales de los años 1980, con la ampliación del aeropuerto comenzaron a llegar vuelos chárter procedentes de varias ciudades europeas.

Centros turísticos

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Con una oferta de 7500 camas, en La Palma no se puede hablar de turismo de masas. Existen pocos hoteles grandes, puesto que normalmente los turistas alquilan apartamentos o casas. Los alemanes conforman el 80% de los visitantes de la isla.[36] En la zona de Los Llanos de Aridane y El Paso existe una importante colonia de residentes alemanes que han escogido la isla como su lugar de residencia permanente.

No se puede establecer si La Palma seguirá siendo un lugar tranquilo con poco turismo o si sucumbirá al turismo de masas. Las Autoridades (tanto del cabildo como de los distintos ayuntamientos) y los grupos ecologistas, no se ponen de acuerdo sobre el número máximo de camas que podría soportar la isla. Algunos datos lo sitúan en 80 mil aunque los más moderados sólo estiman 20 mil. Aunque cada día se aprecia más la necesidad de evolucionar hacia un turismo sostenible y la mayoría de los turistas que visitan en la actualidad La Palma buscan en La Palma un destino diferenciado basado en pequeños hoteles (rurales) e infraestructuras de ocio integradas en el paisaje y respetuosas con el entorno, existen algunos proyectos urbanísticos y turísticos, promovidos por Ayuntamientos y Cabildo de la Isla, que amenazan seriamente la integridad de varios espacios naturales protegidos: Campos de golf de 18 hoyos y sus hoteles amenazan al Paisaje Protegido de Tamanca, un pinar de gran valor en Fuencaliente, el monteverde y una zona de especial protección de las aves (ZEPA)en La Pavona, etc.Desde mediados de los años 1990 visitan la isla unos 140 mil turistas cada año, de los cuales 100 mil son alemanes. La agricultura sigue siendo, sin embargo, la mayor fuente de riqueza de la isla. Las Playas de Los Cancajos y Puerto Naos ostentan la bandera azul de la Unión Europea lo que garantiza un alto nivel de calidad.

Turismo rural

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Desde hace algunos años, se ha implantado en la isla el denominado Turismo Rural. Esta modalidad turística consiste en la remodelación y modernización de casas antiguas para convertirlas en casas de huéspedes, respetando la arquitectura tanto interior como exterior. Este proyecto, inicialmente financiado por el proyecto LEADER de la Unión Europea, ayuda a preservar los paisajes de la isla pues sólo se pueden remodelar casas antiguas efectuando pequeñas ampliaciones. La primera entidad, constituida en 1992, para el impulso de este sector fue la Asociación de Turismo Rural Isla Bonita, que agrupa a los isleños propietarios de establecimientos.

Red de carreteras

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thumb|upright=1.4|Puente de Los Sauces. Las carreteras de La Palma forman una red de 1.200 kilómetros. Todas las carreteras principales están asfaltadas y en buen estado, aunque prácticamente todas presentan muchas curvas, algunas muy cerradas. Para acceder a algunos caseríos del norte hay que transitar por pistas de tierra. Existe una carretera de circunvalación de la isla, de unos 180 Kilómetros. Estrictamente, esta circunvalación está compuesta por dos carreteras, la Carretera General del Norte Template:IdVíaEsp y la Carretera general del Sur Template:IdVíaEsp. La Template:IdVíaEsp, circunvalación norte de 102,430 km parte de Santa Cruz de La Palma y termina en Argual, pasando por (o cerca de) Puntallana, Los Sauces, Barlovento, Garafía, Puntagorda y Tijarafe. La Template:IdVíaEsp, circunvalación sur, de 55,450 km parte de Santa Cruz de la Palma y termina en el Puerto de Tazacorte, pasando por (o cerca de) Breña Baja, Mazo, Fuencaliente, Los Llanos y Tazacorte. La Template:IdVíaEsp, de 25,9 km, también conocida como "Carretera de la cumbre", es una carretera de montaña que atraviesa la isla de este a oeste pasando por dos túneles excavados bajo Cumbre Nueva. Su origen está en la Template:IdVíaEsp, a 3 km de Santa Cruz y finaliza en el cruce de Tajuya (El Paso). La Template:IdVíaEsp, de 47,840 km, carretera del Roque, sube al observatorio astrofísico del Roque de los Muchachos, bajando hasta Hoya Grande (Garafía) por la vertiente norte de la isla. La Template:IdVíaEsp, carretera del Aeropuerto, de 3,8 km parte del barrio del Fuerte (Breña Baja), y acaba en el Aeropuerto de La Palma. La Template:IdVíaEsp, vía exterior de Santa Cruz de La Palma, es una circunvalación de 3,7 km que evita el paso por el casco urbano de la capital, posee 5 túneles que con sus 1831 m de longitud constituyen el 49% del total de la vía. La red insular se completa con 47 carreteras más, de carácter secundario. El origen de todas las carreteras, punto kilométrico cero de la isla, se fija en la rotonda de acceso al puerto de Santa Cruz (Glorieta de Blas Pérez González).

Transportes públicos

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[[Archivo:Flota la palma.jpg|thumb|upright=1.4| Parte de la flota de las guaguas de La Palma.]]

Existen varias líneas de guaguas que unen las principales localidades de la isla a distintas horas. Para conocer detalles actuales sobre el servicio se puede acceder a la página oficial de Transportes Insulares de La Palma.[37] Disponen de guaguas adaptadas para personas con movilidad reducida, como elevadores para sillas de ruedas. También poseen trenes turísticos para visitar la isla.

Transportes marítimos

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[[Archivo:Puerto naos en la palma.jpg|thumb|upright=1.4|Oleaje en Puerto Naos, La Palma.]]

La bahía de la capital ha sido usada como puerto desde la conquista de la isla en 1493. Actualmente, parten ferris desde Santa Cruz de La Palma hacia las demás islas, sobre todo a Tenerife, donde operan las compañías Naviera Armas, Acciona Trasmediterránea y Fred. Olsen Express, con tiempos y horarios variables según el barco y compañía, que van desde las 2 horas hasta las 5 horas. También hay una línea que une una vez por semana Santa Cruz de La Palma con Cádiz. El nuevo puerto de Tazacorte poseía una conexión semanal con Tenerife, vía Santa Cruz de La Palma. Por otra parte, el municipio de Los Llanos de Aridane, situado junto al anteriormente mencionado Tazacorte, posee una población costera llamada Puerto Naos que pese a que su nombre podría prestar a confusión, no tiene ningún puerto al uso.

Transportes aéreos

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[[Archivo:Airport La Palma.jpg|thumb|upright=1.4| Extremo norte de la pista del Aeropuerto de La Palma.]]

Lo stesso argomento in dettaglio: Aeropuerto de La Palma.

En 1950 entró en servicio el Aeropuerto de Buenavista, el primer aeropuerto de La Palma, que estaba emplazado en Breña Alta. Sin embargo, debido a los problemas meteorológicos y a la imposibilidad de ampliarlo para dar cabida a los nuevos aviones de reacción, dejó de utilizarse en 1970 ya que entró en funcionamiento un nuevo aeropuerto en la costa de Mazo. El 24 de febrero de 1970 aterrizó el primer avión en el aeropuerto, un DC-3 del Ejército del Aire. En 1987 el Aeropuerto de La Palma pasó al sexto lugar del archipiélago en número de operaciones.[38] Actualmente, Binter Canarias e Islas Airways realizan las conexiones aéreas con las demás islas. Iberia ofrece conexiones con la península y Transavia, Air Berlin y otros operadores chárter, como por ejemplo LTU y de bajo coste unen la isla con diversas ciudades europeas.

[[Archivo:Magic-Telescope.jpg|thumb|left|El Telescopio MAGIC, en el Roque de los Muchachos.]]

Lo stesso argomento in dettaglio: Observatorio del Roque de los Muchachos.

Debido a la localización de la isla y a la altura que alcanza sobre el nivel del mar, han sido construidos numerosos observatorios en el Observatorio del Roque de los Muchachos.[39] La ubicación geográfica, en medio del Atlántico, y el peculiar clima provocan la formación de nubes entre los 1.000 y 2.000 m de altura, que hacen de espejo e impiden que la contaminación luminosa de las poblaciones de la costa dificulte la observación de las estrellas.

Telescopios:

El DOT y el SST han sido construidos para estudiar el Sol.

El baloncesto es el deporte que actualmente (2007) consigue mayores logros deportivos en la isla. Desde los años 80 se viene practicando de forma masiva en los colegios de la isla y ha alcanzado gran popularidad, especialmente entre la población joven. Actualmente el máximo representante de la isla es la Unión Baloncesto La Palma, que milita en la liga LEB (2ª liga nacional) y juega en el Pabellón Multiusos de Santa Cruz de la Palma. El C.B. Aridane milita en grupo B de la liga EBA (4º nacional). Además hay otros equipos que juegan en las ligas regionales y locales.

Deportes autóctonos

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Lo stesso argomento in dettaglio: Deportes y juegos de Canarias.

En La Palma se practican numerosos juegos autóctonos. Algunos provienen de antiguos métodos de trabajo, como el Salto del Pastor, que la forma que tenían los pastores de descender desde las cumbres o el Calabazo, que era la forma de pasar agua de un canal a otro. Entre los deportes canarios practicados en la isla, cabe destacar los siguientes:

Lucha canaria

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Lo stesso argomento in dettaglio: Lucha canaria.

thumb|Una luchada. La lucha se desarrolla dentro de un círculo, generalmente de arena, denominado terrero. En él, dos luchadores se enfrentan agarrados intentando derribarse. El organismo de la isla que vela por este deporte es la Federación Insular de Lucha Canaria, y tiene su sede en Los Llanos de Aridane.

En La Palma existen 10 terreros distribuidos por nueve municipios:[41]

  1. Terrero San Andrés y Sauces
  1. Terrero Candelaria
  2. Terrero Benahoare
  1. Terrero Antonio García
  1. Terrero de Villa de Mazo
  1. Terrero Municipal Juan Carlos Martín Guillén
  1. Terrero Tamanca-Las Manchas
  1. Terrero Camilo León
  1. Terrero de Tazacorte
  1. Terrero de Tijarafe

La Palma posee varios clubes que participan en la Liga Regional del Gobierno de Canarias. Estos clubes son el Bediesta (de San Andrés y Sauces), el Candelaria-Mirca y Tedote (de Santa Cruz de la Palma), el Balta (de Breña Alta), el San Blas (de Mazo), el San Antonio (de Fuencaliente), el Las Manchas (de El Paso), el Aridane (de Los Llanos), el Tazacorte (de Tazacorte) y el Candelaria-Tijarafe (de Tijarafe).

thumb|upright=1.4|Demostración de Palo Canario. El juego del palo canario es un arte marcial que se practica entre dos jugadores que, sin llegar a hacer contacto con el cuerpo del adversario, realizan un combate con palos. El juego del palo, en su origen, no tenía carácter lúdico, sino que era un método de combate que algunos creen ya utilizado por los canarios pre coloniales. En la isla de La Palma, existen dos clubes miembros de la Federación del Juego del Palo, el Club Escuela-El Paso y el Club Grupo Galguén.[42] Estos clubes participan en la Liga del Juego del Palo, en la que compiten equipos de La Palma, Tenerife, Lanzarote, Gran Canaria y Fuerteventura. Pese a carecer de clubes, se sigue manteniendo la tradición en forma de exhibiciones, especialmente en las fiestas religiosas. El Estilo Vidal es originario de Garafía.

Similar al juego francés de la petanca, la bola canaria se practica poco en la actualidad a nivel regional aunque en la isla existen varios equipos y canchas. Básicamente consiste en sumar equipos mediante el lanzamiento de unas bolas que hay que dejar lo más cerca posible de un objeto llamado mingue o boliche. Se juega en un terreno rectangular de arena o tierra de entre 18 y 25 m de largo y un ancho de entre 3,5 y 6 m. En La Palma hay afición a este juego, participando activamente en las competiciones celebradas tanto a nivel insular como regional.[43]

Deportes acuáticos

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Las características geográficas de los fondos marinos de la isla, junto con la gran calidad de sus aguas, hacen de La Palma un lugar especial para la práctica del submarinismo. El mejor lugar para la práctica de submarinismo de Canarias. Los fondos volcánicos de la palma presentan barrancos y arcos de lava subterráneos. En algunas zonas, debido a la gran profundidad, se practica la apnea, habiendo logrado Audrey Mestre el récord de profundidad (125 metros) frente a las costas de Puerto Naos.[44]

Otros deportes

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[[Archivo:Parapentepuertonaos.JPG|thumb|Parapente aterrizando en Puerto Naos]] Además de los citados, en la isla se practican otros deportes de los que la siguiente es una pequeña relación:

  • Ciclismo: durante el año se llevan a cabo varias competiciones de ciclismo, destacando la modalidad de ciclismo de montaña.
  • Motocross: en la isla hay varios circuitos, en ellos suelen celebrarse pruebas habitualmente, algunas de ellas valederas para el Campeonato Regional de Motocross de Canarias.
  • Rallyes de tierra: durante todo el año se llevan a cabo competiciones de rally de tierra en La Palma, algunas de ellas son puntuables en el Campeonato de Rallyes de Tierra de Canarias.

[[Archivo:Speleo-Faux-Monnayeurs-01.jpg|thumb|Espeleólogo a la entrada de una cueva.]]

  • Fútbol: el fútbol es el deporte por excelencia de La Palma, siendo además el que posee un mayor número de seguidores. Los tres equipos locales con más aficionados son el Club Deportivo Mensajero, la Sociedad Deportiva Tenisca en Santa Cruz y la Unión Deportiva Los Llanos de Aridane en el municipio del mismo nombre. En total hay 19 clubes federados. Estos equipos militan en las categorías regionales de Canarias poseyendo la federación tinerfeña de fútbol una sede en la capital de la isla. En Santa Cruz de La Palma existe un club de Fútbol Sala también miembro de la federación.
  • Parapente: este deporte se practica en la Isla desde hace aproximadamente 20 años y aunque no es mayoritario se practica, sobre todo por visitantes foráneos. En varias ocasiones se ha organizado en el mes de diciembre una prueba de la Liga Nacional. La zona más importante de vuelo es Puerto Naos, además de Barlovento, Risco de la Concepción, Puntallana, etc. En ocasiones se pueden realizar vuelos de altura desde el Pico de la Nieve.
  • Otros deportes minoritarios, que además ejercen atracción entre los turistas, son el surf, excursionismo y espeleología. En el caso de la espeleología, su práctica en la isla ha evolucionado en los últimos 10 años hasta convertirla en uno de los referentes de la actividad en el archipiélago.

thumb|right|Danza del Minué. [[Archivo:Virgennieveslapalma.jpg|thumb|right|Virgen de las Nieves (Patrona de la isla de La Palma).]] Cada municipio de La Palma posee sus fiestas patronales, habiendo incluso fiestas independientes en algunos barrios, como es el caso de Argual, en el municipio de Los Llanos. Además de ello, cada cinco años tiene lugar la Bajada de la Virgen de Las Nieves (la patrona de la isla) desde su santuario hasta la capital de la isla. Durante estas celebraciones, aparte de la romería que acompaña a la patrona hasta Santa Cruz y viceversa, se hace representaciones de la conquista de la Isla, simulaciones de rituales guanches y la Danza de los Enanos, la fiesta más conocida de la isla, en la cual unos enanos vestidos con trajes decimonónicos desfilan por las calles de la capital practicando una danza característica. La otra representación importante es el baile del Minué, el que se imita una danza decimonónica. El folclore palmero es similar al del resto de las Canarias, con la excepción del baile del sirinoque que es oriundo de la isla.

El carnaval es otra de las fiestas que más se celebran. A pesar de contar con todos los elementos característicos de los carnavales canarios (reina del carnaval, comparsas, murgas etc.) el Carnaval palmero destaca por la celebración de los Indianos. Esta fiesta, que tiene lugar el lunes de carnaval, es una burla a los indianos, es decir, a los palmeros retornados de las Américas. Para la ocasión, todo el mundo se disfraza con trajes de encaje y guayaberas de blanco impoluto de la misma forma que regresaban los acaudalados emigrantes. Tras una representación en la que un barco de época llega al puerto lleno de indianos, con sus loros, sirvientas (conocidas como la negra Tomasa) y demás elementos característicos, comienza una batalla campal de polvos de talco por las calles capitalinas al ritmo del son cubano.[45]

También tiene gran tradición la celebración del Día de la Cruz el 3 de mayo en los pueblos de la comarca este de la isla, en la que se conmemora doblemente la fundación de la ciudad de Santa Cruz de la Palma, acaecida el 3 de mayo de 1492 y la festividad de la cruz, para lo cual se enraman y se visten con joyas numerosas cruces repartidas por cada pueblo y barrio, y es costumbre visitar las diferentes cruces en la noche del día anterior.

Fiestas oficiales de toda la isla
Fecha Nombre Notas
1 de enero Año Nuevo
6 de enero Día de Reyes
1 de mayo Día del Trabajo
30 de mayo Día de Canarias
25 de julio Santiago Apóstol Patrón de España
5 de agosto Nuestra Señora de las Nieves Patrona de La Palma
15 de agosto Asunción Celebración de la Virgen de la Candelaria (Patrona de Canarias)
12 de octubre Día de la Hispanidad Fiesta Nacional de España
1 de noviembre Todos los Santos
6 de diciembre Día de la Constitución
8 de diciembre Inmaculada Concepción
25 de diciembre Navidad

Festival Internacional de Cine Chico de Canarias

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El Festivalito, nombre por el que es más conocido el Festival Internacional de Cine Chico de Canarias-Isla de La Palma, es un festival de cine digital que se celebra cada verano en La Palma, desde 2002. Fue el primer certamen internacional en incorporar los rodajes a su programación aprovechando las nuevas tecnologías.

El Festivalito, desde su primera edición, suma a los apartados habituales en los festivales cinematográficos tradicionales -secciones oficiales e informativas, retrospectivas, mesas redondas...- un concurso que retaba a los participantes a escribir, rodar y estrenar un cortometraje en el marco del festival aprovechando las virtudes de la tecnología digital y el espacio natural de la isla. Es la sección La Palma Rueda, por la que han pasado cineastas de los cinco continentes. Desde 2002, se han producido más de 120 cortometrajes con el sello de La Palma Rueda, además de dos largometrajes experimentales. Las obras deben inspirarse en un lema que se hace público en la gala inaugural, y se estrenan en la ceremonia de clausura del certamen

Los galardones del Festivalito, que se conceden tanto en los apartados de exhibición como en la sección La Palma Rueda, son las Estrellas del Festivalito, que cada año diseña un artista diferente inspirándose en el límpido firmamento de La Palma.

Lo stesso argomento in dettaglio: Gastronomía de las Islas Canarias.

La gastronomía palmera destaca por ser una de las más elaboradas del archipiélago, especialmente en lo que se refiere a sus postres, presentes en la mayoría de las islas, y a los mojos. thumb|Moros y Cristianos.

Platos principales

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  • Mojos rojo, verde, de cilantro, de ajo o de queso.

Personajes Ilustres

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  1. ^ (ES) Historia, su lapalmabiosfera.es, La Reserva Mundial de la Biosfera La Palma. URL consultato il 27 agosto 2011.
  2. ^ (ES) Reserva de Biosfera, su cabildodelanzarote.com, Cabildo de Lanzarote. URL consultato il 27 agosto 2011.
  3. ^ (ES) El Hierro Reserva de la Biosfera, su elhierro.es, Cabildo de El Hierro. URL consultato il 27 agosto 2011.
  4. ^ (ES) Estadística del Territorio, su www2.gobiernodecanarias.org, Istituto Canario de Estadística. URL consultato il 2 settembre 2011.
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  11. ^ Isla de La Palma
  12. ^ Geología de La Caldera
  13. ^ ¿Estallará La Palma?
  14. ^ Un tsunami en La Palma Un tsunami que nace en La Palma
  15. ^ Flussh! Here Comes The Drowning Wave en la página web de Exit Mundi, en inglés.
  16. ^ Un campo de fútbol en un cráter en Fuencaliente de La Palma
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  18. ^ La Isla Bonita
  19. ^ Ley 7/1991, de 30 de abril, de símbolos de la naturaleza para las Islas Canarias
  20. ^ Véase el Testamento de Alonso Fernández de Lugo (12 de marzo de 1525) publicado por Rosa Olivera, Leopoldo, y Serra Ráfols, Elías, El Adelantado D. Alonso Fernández de Lugo y su residencia por Lope de Sosa. Colección Fontes Rerum Canararium, fascículo III, editado por Consejo Superior de Investigaciones Científicas e Instituto de Estudios Canarios de la Universidad de La Laguna (1949). Págs. 179-183.[1]
  21. ^ Parque Nacional de la Caldera de Taburiente Red de Parques Nacionales, Ministerio de Medio Ambiente
  22. ^ Guanches
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  24. ^ Organización social guanche
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  27. ^ Nuevo modelo económico
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  29. ^ Estratos sociales de Canarias
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  31. ^ Dirección Insular de La Palma
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  33. ^ Diputado del Común
  34. ^ SAS Output
  35. ^ Cultivos por superficie
  36. ^ Turistas por isla y nacionalidad
  37. ^ Transportes insulares de La Palma
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  39. ^ Foto del Observatorio Astrofísisco en la Web Oficial de Turismo de Canarias
  40. ^ Gran Telescopio de Canarias
  41. ^ Federación de Lucha Canaria
  42. ^ Equipos de Palo Canario
  43. ^ Polideportivo de Bola Canaria
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  45. ^ Los Indianos

Bibliografía

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  • VVAA: "Natura y Cultura de las Islas Canarias". Santa Cruz de Tenerife. 1977
  • VVAA, TENERIFE, LA PALMA, LA GOMERA Y EL HIERRO (GUIA TOTAL), Madrid, Anaya Touring Club, 2007, ISBN 84-9776-404-8.

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