Piero Marrazzo

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Piero Marrazzo
Piero Marrazzo alla parata militare della Festa della Repubblica Italiana nel 2006.

Presidente della Regione Lazio
Durata mandato2 maggio 2005 –
27 ottobre 2009
PredecessoreFrancesco Storace
SuccessoreRenata Polverini

Dati generali
Partito politicoIndipendente di centro-sinistra
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità "La Sapienza" di Roma
ProfessioneGiornalista

Pietro Marrazzo, detto Piero (Roma, 29 luglio 1958), è un giornalista, conduttore televisivo ed ex politico italiano, presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2009.

Figlio di Luigia Spina e del giornalista Giuseppe Marrazzo, durante gli studi di giurisprudenza ha una prima attività politica giovanile, portata avanti nell'area socialista riformista. Poco dopo la laurea entra in Rai.

I successivi vent'anni in Rai lo hanno visto come conduttore e inviato del TG2, poi come responsabile della testata regionale della Toscana e poi, chiamato da Giovanni Minoli, alla Cronaca in diretta, agli speciali Format e al programma Drug Stories, realizzato in base a un accordo tra UNDCP e la RAI e incentrato sulla produzione e sul traffico di droga, oltre ai problemi legati alla prevenzione, al trattamento delle tossicodipendenze e alle strategie di lotta al narcotraffico.

Nel 2002 vince la sezione giornalismo, dedicata ad Antonio Ravel, del Premio Cimitile. Dall'ottobre 1997 al 2004 conduce Mi manda Raitre.

Carriera politica

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Walter Veltroni con Piero Marrazzo

Nel novembre 2004 ha accettato di candidarsi per la carica di presidente della regione Lazio, con la coalizione di centrosinistra, L'Unione, in occasione delle elezioni regionali dell'aprile 2005, che ha vinto con il 50,7% dei voti, superando il rivale di centrodestra e presidente uscente Francesco Storace. Nel periodo di campagna elettorale sarebbe stato spiato illegalmente allo scopo di ostacolarne l'elezione a presidente regionale (tale vicenda è correlata allo scandalo Laziogate). In seguito all'elezione ha suscitato alcune critiche da parte dell'opposizione il fatto che Marrazzo abbia aumentato, in maniera giudicata eccessiva, le consulenze e gli incarichi alla Regione Lazio, anziché procedere a dei tagli.[1]

A fronte dell'emergenza rifiuti nella Regione Lazio, Marrazzo ha assunto una gestione commissariale che, secondo una sua prima dichiarazione, sarebbe dovuta scadere il 31 gennaio 2007,[2] ma poi è stata da lui prorogata fino al 24 giugno 2008, data in cui è stato presentato al Consiglio regionale lo stato di attuazione delle misure per l'uscita dall'emergenza. Marrazzo ha preferito attuare una politica di chiusura delle discariche già esistenti, affermando che un loro ampliamento non è all'ordine del giorno.[3] E ha puntato sul rilancio della raccolta differenziata, con l'obiettivo di raggiungere il 50% nel 2011, con investimenti per oltre 300 milioni di euro da destinare alle Province e ai Comuni del Lazio. In particolare, è stato raggiunto un accordo con il Comune di Roma per portare la raccolta differenziata fino al 45% entro il 2013.[4]

Piero Marrazzo con Sandro Ruotolo e Giuseppe Giulietti alla manifestazione per la libertà di stampa, Roma piazza San Giovanni 14 settembre 2002

Nel 2008, per cercare di riorganizzare la macchina amministrativa, Marrazzo ha dato avvio al cosiddetto "progetto trasparenza", promosso dal governo, col quale sono stati messi a disposizione dei cittadini su Internet i dati di diverse strutture dirigenziali (retribuzioni, orari di lavoro, dati su promozioni e trasferimenti, incentivi di produttività). L'iniziativa ha ricevuto l'approvazione del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.[5] All'inizio dell'attività di governo, Marrazzo ha chiamato tutte le Asl e le aziende ospedaliere a una verifica sui conti della sanità. Dai documenti contabili trasmessi dalle Aziende sanitarie, ospedaliere, dagli Irccs e dai Policlinici è emerso un debito di circa 10 miliardi accumulato negli anni precedenti.[6]

All'inizio del 2007, è stato sottoscritto con il Governo un piano di rientro per l'abbattimento del debito e la nuova gestione del sistema sanitario regionale. Il debito, che era stato oggetto di transazioni con le banche, è stato ristrutturato grazie ad un prestito della Cassa Depositi e prestiti pari a cinque miliardi di euro. Per far fronte all'indebitamento della sanità regionale, Marrazzo ha assunto ad interim l'assessorato alla sanità; nel luglio del 2008 è stato quindi nominato dal Governo commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro. Tra i provvedimenti, ha predisposto la chiusura di alcuni ospedali romani, tra cui il Forlanini e il San Giacomo, decisione che ha provocato varie proteste da parte degli ospedalieri interessati e di numerose associazioni di residenti.[7] Sui tagli decisi da Marrazzo è giunto l'allarme di Confindustria che teme una perdita di 3 500 posti di lavoro.[8]

A partire dal 17 settembre 2008 Marrazzo ha reintrodotto il pagamento del ticket sui medicinali nelle farmacie del Lazio, in base a un decreto che è stato contestato da associazioni come Federfarma, Cosnil, Federitalia Consumatori, a causa dei disagi a cui potrebbero andare incontro i cittadini delle fasce più deboli.[9][10][11] Il 30 settembre successivo Marrazzo ha ottenuto dal governo Berlusconi lo sblocco di fondi pari a 5 miliardi di euro, dovuti dallo Stato alla Regione, come già indicato dalla Corte dei Conti del Lazio,[12] con cui rimpinguare le casse della regione per far fronte all'indebitamento della spesa sanitaria che ammonterebbe a 9 miliardi e 700 milioni[8]; inoltre, il governo regionale si è impegnato col ministro Sacconi a ridurre tale debito entro il 2009. Alcune polemiche hanno investito Marrazzo in occasione della festa di San Valentino del 2009, per aver destinato 72 000 euro dei fondi regionali alla realizzazione di un concerto musicale, riservato ai dipendenti della Regione Lazio.[13]

I sindacati e altre categorie istituzionali hanno obiettato che quei soldi sarebbero dovuti essere impiegati per scopi di pubblica utilità.[14] Il 18 febbraio 2009 la giunta regionale di Marrazzo subisce le dimissioni degli esponenti del Partito dei Comunisti Italiani, che passano all'opposizione,[15] a seguito della sua decisione di modificare la composizione della giunta inserendo Francesco Scalia al posto di Marco Di Stefano, entrambi esponenti del PD, e Vincenzo Maruccio dell'Italia dei Valori al posto di Mario Michelangeli del PDCI. Per fronteggiare la crisi economica, la Regione ha raggiunto un accordo con Unicredit e Unionfidi, per anticipare gli assegni ai lavoratori Alitalia in cassa integrazione.[16]

Scandalo, dimissioni e assoluzione

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Il 23 ottobre 2009 viene diffusa la notizia[17] che Marrazzo sarebbe stato ricattato da quattro militi dei Carabinieri, in possesso di un video che mostrerebbe un incontro tra il presidente ed una ragazza trans con apparente presenza di sostanze stupefacenti, avvenuto nel luglio precedente in un appartamento di via Gradoli, nella zona di Tomba di Nerone a nord di Roma.[18][19][20] Tale relazione è stata descritta da Marrazzo come un rapporto mercenario occasionale.[21][22] Due prostitute trans, China e Brenda, furono anche loro interrogate dagli organi inquirenti in relazione al caso Marrazzo. In seguito al clamore mediatico sollevato dalla vicenda, dopo aver inizialmente negato il proprio coinvolgimento, Marrazzo ha ammesso il presunto rapporto occasionale, definendolo "frutto di una mia debolezza della vita privata",[23][24][25] autosospendendosi dalla carica di Presidente della Regione Lazio e trasferendo i poteri al vicepresidente e assessore all'Urbanistica Esterino Montino.[26]

Il provvedimento di autosospensione è stato contestato da alcuni esponenti del Popolo della Libertà, in quanto «non previsto dallo statuto» regionale.[27][28] Il 26 ottobre Marrazzo si è dimesso ufficialmente dall'incarico di commissario regionale per la sanità[29] e il giorno successivo, anche da Presidente della regione, aprendo la strada alle elezioni anticipate nella Regione Lazio.[30] Gianguerino Cafasso, coinvolto nello scandalo con il ruolo di mediatore nella vendita del video, era stato trovato morto il precedente 12 settembre, ucciso da una dose di cocaina.[31][32] Il 20 novembre Brenda, una delle due ragazze trans coinvolte nello scandalo, viene trovata morta soffocata dal fumo nel suo appartamento di via dei Due Ponti in seguito a un incendio, che secondo la pista più accreditata dagli inquirenti sarebbe stato di origine dolosa.[33]

Il 19 aprile 2010 la Corte di cassazione ha dichiarato Marrazzo vittima di un complotto organizzato da Carabinieri infedeli.[34] La Suprema Corte ha escluso altresì ogni addebito nei suoi confronti, considerando la droga per solo uso personale e non ravvisando alcun illecito.[35] La sentenza in particolare ha precisato che i carabinieri avevano attuato un'accurata preparazione di quella scena, che prevedeva non solo la presenza della droga ma anche (nello stesso tavolino, accanto al piatto che la conteneva) della tessera personale della vittima, affinché non vi fossero dubbi sulla identificazione del politico.[35][36] Un comportamento teso a mettere in una situazione di forte imbarazzo l'allora presidente della Regione, rendendolo ricattabile e disponibile a soddisfare ogni loro possibile richiesta di denaro, effettivamente preteso sul momento, o di altre largizioni o favori, nonché a confezionare un documento appetibile dalla stampa scandalistica, e dunque proficuamente commerciabile.[35]

Ritorno al giornalismo

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Nel luglio del 2010 viene dato l'annuncio che Marrazzo sarebbe tornato a fare giornalismo, realizzando documentari ed inchieste per Rai 3, ma non in veste di conduttore.[37] Il suo primo ritorno in Rai è un documentario sull'Armenia in onda su Rai 3 il 4 gennaio 2012.[38] Dal 2010 è consulente del direttore di Rai 3.

Il 13 novembre 2013, a distanza di nove anni, torna a condurre un programma televisivo: il talk show Razza Umana su Rai 2, un racconto curioso della complessità del nostro mondo con documentari della durata di 15 minuti provenienti da tutto il mondo.[39] A causa dei bassi ascolti, il 20 marzo 2014 Razza Umana è stato definitivamente chiuso (era partito con un 4,82% di share per finire con un 2,41%).[40] Nel 2015 diventa corrispondente da Gerusalemme per la Rai, incarico da cui viene sospeso il 25 luglio 2019 dopo l'accertamento di alcune irregolarità amministrative relative alla gestione della sede.[41][42][43] A seguito di una inchiesta interna, a fine settembre dello stesso anno la Rai riconosceva Marrazzo responsabile di solo omesso controllo, irrogandogli una sospensione dal servizio di dieci giorni.[44] Da gennaio 2020 Marrazzo riveste l'incarico di caporedattore a disposizione del direttore di Rai News 24[45] e dal 25 aprile successivo conduce il telegiornale della notte sul canale all-news.[46] Nell’ottobre del 2024 esce la sua autobiografia Storia senza eroi.[47]

Ha tre figlie: Giulia e Diletta, avute dal primo matrimonio con Isolina Fiorucci; Chiara, avuta dal secondo matrimonio con la giornalista di Rai 3 Roberta Serdoz, dalla quale si è separato nel 2009 in seguito allo scandalo che l’ha coinvolto.[48]

  1. ^ Mario Giordano, Articolo, in Il Giornale, 29 settembre 2005. URL consultato il 23 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2007).
  2. ^ Marrazzo: "sui rifiuti nessuna proroga del commissariamento", in Corriere della Sera, 23 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2009).
  3. ^ Prorogato il commissariamento nel Lazio per la presunta emergenza rifiuti, su rrrlazio.it, Rete Regionali Rifiuti del Lazio, 2 febbraio 2007. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2009).
  4. ^ Claudio Pompei, Intesa tra Comune e Regione sulla raccolta differenziata, in Il Giornale, 23 dicembre 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  5. ^ Anche la Regione Lazio aderisce all'Operazione Trasparenza, su funzionepubblica.it, Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione, 1º agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2009).
  6. ^ Carlo Picozza, "Sanità nel Lazio, 10 miliardi di debiti". Marrazzo pronto ad andare in procura, 27 ottobre 2006. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  7. ^ Carlo Picozza, «Non chiudete il San Giacomo», in La Repubblica, 6 agosto 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2009).
  8. ^ a b Sanità del Lazio, in Corriere Romano, 30 settembre 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2010).
  9. ^ UnoNotizie, I provvedimenti di Marrazzo colpiscono i più deboli, 19 settembre 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  10. ^ Sanità: in arrivo il ticket [collegamento interrotto], in MetroNews, 02 ottobre 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  11. ^ Sanità Lazio: Federfarma, presto cittadini costretti a pagarsi farmaci, in Adnkronos Salute, 25 settembre 2008. URL consultato il 28 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2012).
  12. ^ Carlo Picozza, Ultimatum della Corte dei conti Cinque miliardi per la Regione Lazio, in La Repubblica, 08 agosto 2008. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  13. ^ La Repubblica, San Valentino, offre la Regione, 13 febbraio 2009.
  14. ^ Articolo da Il giornale di Rieti, 13/02/2009
  15. ^ Giunta Regione, Comunisti Italiani passano all'opposizione, in Adnkronos, 18 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2009).
  16. ^ Alitalia: Marrazzo, accordo Regione-Unicredit per anticipi cassa integrazione, in Libero News, 16 gennaio 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2009).
  17. ^ Marrazzo ricattato per un video, in La Repubblica, 23 ottobre 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  18. ^ Lo stesso condominio del sequestro Moro, in La Repubblica, 24 ottobre 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2009).
  19. ^ "Siamo stati usati per ricattarlo", La Stampa, 25 ottobre 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2009).
  20. ^ «Marrazzo, per l'incontro con la ragazza transgender 5mila euro e una banconota arrotolata», su corriere.it. URL consultato il 28 ottobre 2009.
  21. ^ Rinaldo Frignani e Flavio Haver, «Natalie interrogata dal Ros: Ero la fidanzata di Piero», su Corriere della Sera, 27 ottobre 2009. URL consultato il 18 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2021).
  22. ^ «Lazio, Marrazzo si autosospende», su corriere.it. URL consultato il 1º novembre 2009.
  23. ^ Marrazzo lascia: "Mi autosospendo. Una debolezza della mia vita privata", in La Repubblica, 24 ottobre 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009.
  24. ^ Le confessioni di Marrazzo "Perché andavo in via Gradoli", su repubblica.it. URL consultato il 16 agosto 2011.
  25. ^ Dopo due anni di silenzio parla Piero Marrazzo "I transessuali? Donne all'ennesima potenza", su ilgiornale.it. URL consultato il 17 agosto 2011.
  26. ^ "Lazio, Marrazzo si autosospende "È stata una debolezza privata"», in La Stampa, 24 ottobre 2009. URL consultato il 26 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2009).
  27. ^ Caso Marrazzo, il Pdl chiede elezioni. «Autosospensione incostituzionale», in Corriere della Sera, 25 ottobre 2009. URL consultato il 27 ottobre 2009.
  28. ^ Marrazzo autosospeso, è polemica Gasparri: "Pronti ad azioni legali", su repubblica.it, 25 ottobre 2009. URL consultato il 28 ottobre 2009.
  29. ^ Marrazzo rimette il mandato di commissario regionale per la sanità, in Corriere della Sera, 26 ottobre 2009. URL consultato il 27 ottobre 2009.
  30. ^ Marrazzo, ufficializzate le dimissioni. «Basta, voglio chiudere con la politica», in Corriere della Sera, 27 ottobre 2009. URL consultato il 27 ottobre 2009.
  31. ^ Giulio De Santis, Ricatto a Marrazzo: si riapre il giallo del pusher dei trans, autopsia forse falsificata, su Corriere della Sera, 28 gennaio 2014. URL consultato il 24 aprile 2024 (archiviato il 31 gennaio 2014).
  32. ^ Cronaca.caso Piero Marrazzo il cocktail micidiale di sesso e cocaina., su Corsera.it, 3 novembre 2009. URL consultato il 24 aprile 2024.
  33. ^ «Morta trans Brenda, il corpo carbonizzato», su ansa.it. URL consultato il 20 novembre 2009.
  34. ^ «Cassazione, «imboscata» a Marrazzo. L'ex presidente: «Su di me tante falsità»», su roma.corriere.it. URL consultato il 19 aprile 2010.
  35. ^ a b c Cassazione penale, sez. IV, sentenza 19.04.2010 n° 15082
  36. ^ La storia di Piero Marrazzo, Il Post, 13 novembre 2013.
  37. ^ «Marrazzo farà inchieste per Rai 3 ma non tornerà a condurre», su corriere.it, repubblica.it, 19 luglio 2010. URL consultato il 12 agosto 2019.
  38. ^ I figli dell'Ararat – L'avamposto, su rai3.rai.it, www.rai3.rai.it. URL consultato il 4 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  39. ^ Marrazzo, torno in tv basta riflettori ANSA.it, 12 novembre 2013
  40. ^ La Rai sospende il programma di Marrazzo, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 20 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2014).
  41. ^ Rai, Piero Marrazzo sospeso dalla sede di Gerusalemme, in corriere.it, 25 luglio 2019. URL consultato il 25 luglio 2019.
  42. ^ Rai, Marrazzo sospeso dall'ufficio di corrispondenza di Gerusalemme, in repubblica.it, 25 luglio 2019. URL consultato il 25 luglio 2019.
  43. ^ Rai, Marrazzo sospeso da sede Gerusalemme, in adnkronos.com, 25 luglio 2019. URL consultato il 25 luglio 2019.
  44. ^ Piero Marrazzo sospeso 10 giorni: caso Gerusalemme chiuso, in tvblog.it, 26 settembre 2019. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  45. ^ Piero Marrazzo riparte dalla notte di Rainews24, in lospecialista.tv, 22 gennaio 2020. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  46. ^ Piero Marrazzo, ritorno a sorpresa. Conduttore di Rai News nel cuore della notte, su TVBlog.it, 25 aprile 2020. URL consultato il 27 aprile 2020.
  47. ^ Sky TG24, Scandalo Marrazzo, il racconto dell'ex presidente della Regione Lazio in una autobiografia | Sky TG24, su tg24.sky.it, 15 ottobre 2024. URL consultato il 20 ottobre 2024.
  48. ^ Marrazzo, addio: la moglie Roberta ora vuole il divorzio - Quotidiano Nazionale

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Collegamenti esterni

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Predecessore Presidente della Regione Lazio Successore
Francesco Storace 2 maggio 2005 - 27 ottobre 2009 Esterino Montino (ad interim)
Renata Polverini