Villa Pizzo
Villa Pizzo | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Cernobbio |
Indirizzo | Via Regina, 46 |
Coordinate | 45°50′45.67″N 9°05′10.03″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1532 |
Uso | privato |
Villa Pizzo, nota anche come Villa Volpi-Bassani,[1] è una dimora storica sita sull'omonimo promontorio che delimita a nord il golfo di Cernobbio, in provincia di Como. Il nome deriva dal termine pizz, che in dialetto comasco significa "punta",[2][3] a indicare l'aspro promontorio che ospita la villa[4].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1435 la famiglia del commerciante comasco Giovanni Mugiasca acquistò la tenuta che oggi ospita la villa;[2][3] la proprietà comprendeva una vigna e il presente casolare.
Successivamente passò nelle mani di Giovanni Battista Speciano (1493-1545), capitano di giustizia a Milano.[2][5] La Villa fu edificata nel 1532 e chiamata Speciana.[5] Dopo essere passata a Cesare Speciano per via ereditaria,[2] verso la fine del Cinquecento la proprietà tornò ai Mugiasca che vi si trasferirono nel 1630[3], per sfuggire alla peste[3], con i propri collaboratori[4].[5] Durante l'epidemia, i proprietari affidarono la manutenzione della villa ad alcuni lavoratori locali, ospitati nella tenuta in modo temporaneo.[3] All'epoca della pestilenza risale la realizzazione dei terrazzamenti che ancora oggi caratterizzano il giardino[4].
Nel 1776 nel complesso della villa sono attestati, oltre all'edificio padronale, una darsena, una struttura comprensiva di un oratorio, e altri casolari.[2]
A partire dalla fine dell'Ottocento, la villa fu oggetto di una serie di ristrutturazioni, eseguite secondo un vecchio progetto di Simone Cantoni datato 1806[4].[2] A quest'ultimo si deve anche il progetto di rifacimento dell'oratorio, completato solo nel 1821.[2] Gli interventi ottocenteschi comportarono anche la realizzazione, all'interno della tenuta, di altre due edifici residenziali[1].
Nel 1842 il vescovo di Como Giovanni Battista Mugiasca, ultimo erede della famiglia, donò l'intero complesso all'ospedale Sant'Anna di Como.[2][5] Finita all'asta,[5] la villa fu acquistata dal viceré Ranieri d'Austria,[2] il quale commissionò al nipote di Luigi Villoresi[6] una risistemazione del giardino che comportò la piantaumazione di numerosi vegetali esotici.[2] Durante i moti del 1848 la villa fu temporaneamente confiscata dal provvisorio governo di ribelli instauratosi a Como, [2] divenendo un covo di contrabbandieri.[5] A seguito della repressione delle rivolte da parte degli austriaci, la villa tornò nelle mani del viceré.[7]
Otto anni dopo la morte di Ranieri, nel 1865 gli eredi cedettero la villa ad Elise Musard, gran dama dell'Impero austriaco, alla quale si deve la ritinteggiatura della villa secondo i colori attuali.[7][6][5] Anche gli interni furono ridipinti, con una serie di pitture d'ispirazione pompeiana che andarono a ricoprire le superfici dei soffitti anticamente affrescati.[5] La Musard fece inoltre installare sul tetto una serie di campanellini che suonavano per effetto del vento.[5]
Nel 1871 il complesso fu acquistato da Fortunato Bassani; al genero di quest'ultimo, Pietro Volpi, proprietario a partire dal 1873, si devono l'ampliamento della darsena e l'aggiunta della portineria.[5][7]
Al termine di vari passaggi di mano, la villa è attualmente dei coniugi Lodigiani.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Molti dei rifacimenti furono effettuati con i Mugiasca a cura di Simone Cantori che lavorò sulle balze naturali del giardino. Di quel periodo sono i lavori di ricostruzione/ammodernamento che produssero le attuali morbide balze e balconi affacciati sul Lago. La moglie del compositore e direttore d'orchestra francese Alfred Musard ne cambiò i colori della facciata in un rosa antico con rifiniture in giallo paglierino, tuttora utilizzati, ma inusuali per gli edifici del Lario e pose su comignoli e grondaie ornamenti orientaleggianti. Con Pietro Volpi Bassani vennero ampliate ed adornate le terrazze rivolte verso il lago; furono create darsene e collegati tra di loro i diversi corpi del fabbricato e la portineria. All'interno si trovano un cippo dedicato ad Alessandro Volta (più volte ospite di Villa Pizzo[6]) e la tomba Volpi-Bassani (mausoleo)[3].
Giardini
[modifica | modifica wikitesto]Nella villa si può percorrere un caratteristico viale di cipressi. Nel punto più alto del giardino all'inglese alle spalle della villa si trova il mausoleo dei Volpi Bassani, a forma di battistero romanico,[7] opera del disegnatore Beltrami[7] e dell'architetto Rusconi. Di fronte alla villa, un giardino formale ospita statue risalenti al XVII secolo.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b TCI, Guida d'Italia [...], p. 298.
- ^ a b c d e f g h i j k Belloni et al., p. 178.
- ^ a b c d e f Bartolini, p. 128.
- ^ a b c d Trabella, cap. 11.
- ^ a b c d e f g h i j Villa Pizzo - complesso, Via Regina, 46 - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 aprile 2021.
- ^ a b c Lago di Como, a Villa Pizzo maggio è il mese delle rose, su QuiComo. URL consultato il 3 maggio 2022.
- ^ a b c d e f Belloni et al., p. 180.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
- Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
- Donata Vittani, Ville e giardini del Lago di Como, Como, Enzo Pifferi Editore, 2005.
- Giuseppe Salvioni, Cernobium, Cernobi, Cernobio, Cernobbio: storia e territorio, Cernobbio, Città di Cernobbio, 2008.
- Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].
- Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1.
Altri progetti
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