Telti
Telti comune | |
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(IT, SDN) Telti | |
La chiesa principale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Sassari |
Amministrazione | |
Sindaco | Domenico Vittorio Pinducciu (lista civica) dall'11-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°53′N 9°21′E |
Altitudine | 326 m s.l.m. |
Superficie | 83,25 km² |
Abitanti | 2 229[1] (31-3-2024) |
Densità | 26,77 ab./km² |
Frazioni | Su Canale (condivisa con i comuni di Monti, Loiri Porto San Paolo e Olbia) |
Comuni confinanti | Calangianus, Monti, Olbia, Sant'Antonio di Gallura |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 07020 |
Prefisso | 0789 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 090080 |
Cod. catastale | L088 |
Targa | SS |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT, SDN) teltesi |
Patrono | santa Vittoria e santa Anatolia |
Cartografia | |
Posizione del comune di Telti nella provincia di Sassari | |
Sito istituzionale | |
Telti è un comune italiano di 2 229 abitanti[1] della provincia di Sassari. Il toponimo attuale è espresso in dialetto gallurese, ma deriva dall'originario "Tertis" espresso in lingua sarda, conosciuto in tale forma fin dal medioevo.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Telti si trova a circa 15 km nell'entroterra di Olbia, nella regione storico-geografica della Gallura. Una piccola porzione di territorio però ricade in quel territorio che era chiamato Silvas de Intro, baronia che in epoca spagnola ricadeva nell'Encotrada del Monteacuto. Trattasi del lembo di terra al confine con Calangianus e Monti, tra cui la parte di territorio presa a quest'ultimo comune, posta al di sotto del fiume Taroni/Fraigata/Sirvaia, dove insistono i terreni di Pedra Majore, Sa reina, Taroni, Ispadulatzu, Andrieddu, Sos lacheddos, Monte furcadu, S'orriu, Serra Ozastru, Su frassu, Campu de figu, Cari-canu. Tale parte del territorio è dunque riconducibile alla regione storica del Monteacuto. Stessa cosa si può dire per la parte più sud-orientale del territorio comunale,al di sotto del Riu La fraicata, territorio in cui vertono le località di Aradena, Tzochita, Su canale, Monte Sa piana, Sa pianedda, Pedru Nieddu, Sa prijone de Siana. Tutte zone di Silvas de intro e dunque appartenenti alla regione storica del Monteacuto
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Situata nei luoghi in cui nacque la romana Tertium, dalla quale prende il nome, divenne centro romano di modesta entità, vivendo della luce riflessa dell'importante porto di Olbia.
Nel medioevo appartenne al Giudicato di Gallura e fece parte della curatoria di Civita. La villa, che è l'unica sopravvissuta della curatoria, oltre l'odierna Olbia, aveva una certa importanza in età giudicale. Successivamente la villa fu completamente abbandonata a causa delle continue scorrerie dei saraceni. Il 15 febbraio 1412 la località "Badu de Tertis" viene menzionata nell'atto di concessione del territorio di Monti al vassallo sassarese Pietro de Fenu. Il toponimo indica il confine estremo del territorio concesso, e verrà usato anche nei secoli successivi assieme al toponimo "Riu de Tertis" come limite della Baronia di Silvas de Intro, appartenente all'Encontrada del Monteacuto.
Parte del comune di Tempio Pausania, si ricostruì attorno al 1700 grazie alla crescita di diversi stazzi circostanti, che nacquero a loro volta attorno alle due chiese esistenti di Santa Vittoria e Santa Anatolia. Infatti, durante il regno di Sardegna e Corsica, ci furono diverse discese di Corsi che sfuggivano alle persecuzioni dei genovesi. Queste popolazioni si stabilirono in un secondo momento quasi tutte a Tempio Pausania e nei territori limitrofi. Nella relazione del 1769 di Mameli de Olmedilla, la località viene menzionata con il nome di Badu de Tertis, e indicato tra quelli ripopolati all'interno della Baronia di Silvas de Intro, appartenente alla Encontrada del Monteacuto. In quel periodo Silvas de intro vede infatti il continuo tentativo di popolamento incentivato dai signori spagnoli fin dal secolo prima mediante l'arrendamento del territorio a reggitori locali. Nel 1603 la zona fu concessa al popolato di Pattada, dopo circa un decennio passò a Berchidda, nel 1634 fu concessa a Calangianus. Da quel momento si sviluppò una progressiva colonizzazione di alcuni terreni circostanti da parte di coloni galluresi: Nurvara, Barattu, Riu de Tertis e Badu de Tertis. In particolare il Mameli rilevò per Telti i seguenti primi abitatori: Pedru Fiore, Pedru De Muru, Giuanne Maludrotu e Pedru Mannu, più il figlio e il genero di quest'ultimo che però non erano più residenti in quanto accusati di omicidio e dunque irreperibili.
Il clero locale decise allora di costruire nelle cussorge della Gallura disabitata delle chiese campestri che avrebbero attirato le popolazioni e creato nuovi centri abitati, quali San Teodoro d'Oviddè, Santa Maria d'Arzachena, San Pasquale, San Pantaleo, Trinità, San Francesco d'Aglientu. Analogamente attorno a Santa Vittoria e Santa Anatolia nacque la Telti moderna. Nell'Ottocento si ricorda a Telti la presenza di uno dei più noti e sanguinari banditi che la Sardegna abbia mai conosciuto: Laicu Fresi Roglia. Diventato bandito per un'ingiustizia subita, riuscì diverse volte a sfuggire alle forze dell'ordine da cui era ricercato, finché morì a causa del tradimento di un suo conoscente che lo consegnò alla giustizia. Il suo corpo venne trovato semi bruciato in una spiaggia di Olbia. Nel Novecento Telti divenne un comune, ottenendo l'autonomia da Tempio Pausania nel 1963.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Nuraghe Lu Naracu
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune di Telti sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 aprile 1980.[3]
«Stemma troncato: il primo d'argento, al castello di rosso, aperto del campo, murato di nero, con due torri laterali, quella di sinistra diruta, il tutto sormontato da due scimitarre di verde, decussate, manicate d'oro; il secondo d'azzurro, alla chiesa di Santa Vittoria al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di bianco.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[4]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 131 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
- Romania 71 3,20%
Lingua e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]Il dialetto parlato a Telti è il gallurese. Idioma con cui viene espressa buona parte della toponomastica. Fatta eccezione per la parte meridionale del territorio comunale, facente parte della regione storica del Monteacuto, dove ancora oggi i nomi di luogo sono espressi prevalentemente in lingua sarda
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 27 aprile 1997 | Bruno Salvatore Decandia | centro | Sindaco | [5] |
27 aprile 1997 | 13 maggio 2001 | Gian Franco Pinducciu | lista civica | Sindaco | [6] |
13 maggio 2001 | 28 maggio 2006 | Gian Franco Pinducciu | lista civica | Sindaco | [7] |
28 maggio 2006 | 15 maggio 2011 | Matteo Sanna | lista civica | Sindaco | [8] |
15 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Gian Franco Pinducciu | lista civica "Per Telti" | Sindaco | [9] |
6 giugno 2016 | 1º novembre 2020 | Gian Franco Pinducciu | lista civica "Progetto Telti" | Sindaco | [10][11] |
1º novembre 2020 | 11 ottobre 2021 | Piera Azzena | lista civica "Progetto Telti" | Vicesindaco | vicesindaco reggente dopo il decesso del sindaco |
11 ottobre 2021 | in carica | Domenico Vittorio Pinducciu | lista civica "Viva Telti" | Sindaco | [12] |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2024.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Telti, decreto 1980-04-17 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 22 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 27/04/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 13/05/2001, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 28/05/2006, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 15/05/2011, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 05/06/2016, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Deceduto durante il mandato, cfr Lutto in Gallura, è morto il sindaco di Telti, in L'Unione Sarda, 1º novembre 2020. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ Comunali Sardegna 10/11 ottobre 2021, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 3 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Telti
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Telti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.telti.ot.it.
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 140918539 · LCCN (EN) n2003045127 · J9U (EN, HE) 987007487136305171 |
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