Indice
Pennsylvania Anti-Slavery Society
Pennsylvania Anti-Slavery Society | |
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Memoriale della Convenzione americana per la promozione dell'abolizione della schiavitù | |
Tipo | ONLUS |
Fondazione | 1838 |
Fondatore |
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Scopo | Organizzazione sorta per la promozione dell'abolizione della schiavitù |
Sede centrale | Filadelfia |
Area di azione | Stati Uniti d'America |
Direttrice | Lucretia Mott |
Lingua ufficiale | Inglese |
Membri |
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Sito web | |
La Pennsylvania Anti-Slavery Society fu fondata a Filadelfia, Pennsylvania, nel 1838. Tra i fondatori figuravano James Mott, Lucretia Mott, Robert Purvis e John C. Bowers.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nell'agosto 1850, William Still, mentre lavorava come impiegato per la Società, stava aiutando uno schiavo fuggitivo che si faceva chiamare "Peter Freedman". Poiché la storia del fuggitivo era simile a molte altre che aveva sentito prima, ci volle un po' per Still per rendersi conto che Freedman era il suo fratello perduto da tempo. Fu questo incidente che galvanizzò la determinazione di Still e lo costrinse a documentare il suo lavoro con la Underground Railroad, poi pubblicato nel 1872 come The Underground Rail Road Records.[2]
Nel 1855, mentre lavoravano per la Società, Passmore Williamson e William Still aiutarono Jane Johnson a sfuggire alla schiavitù mentre si trovava a Filadelfia con il suo padrone, un noto membro del Congresso, John Hill Wheeler. Essendo una delle prime sfide alla legge sugli schiavi fuggitivi del 1850, il caso creò uno scandalo, con Williamson incarcerato per diversi mesi, accusato di sommossa, rapimento forzato e aggressione. Il giudice del caso respinse un affidavit da Johnson affermando che non c'era stato alcun sequestro di persona in quanto "non rilevante". Williamson alla fine trasformò la sua cella in un centro virtuale abolizionista, attirando visite da luminari come Frederick Douglass.[3]
Robert Purvis, afroamericano figlio di un ricco commerciante bianco di cotone, fu un membro di spicco durante la vita dell'organizzazione.[4]
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]Il giornale della Società, il National Enquirer, era diretto da Benjamin Lundy, che in precedenza aveva curato Genius of Universal Emancipation. Quando John Greenleaf Whittier subentrò nel 1838, fu ribattezzato Pennsylvania Freeman. Doveva essere trasferito nella Pennsylvania Hall, ma fortunatamente non lo aveva ancora fatto quando avvenne l'incendio doloso.
Materiale d'archivio
[modifica | modifica wikitesto]La Historical Society of Pennsylvania conserva i verbali di tutte le riunioni della Società, tra il 1837 e il 1856, il suo libro contabile e altro materiale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Julie Winch, The Elite of Our People: Joseph Willson's Sketches of Black Upper-Class Life in Antebellum Philadelphia, Pennsylvania State University, 2000, p. 154, ISBN 0271020202.
- ^ (EN) The Struggle Against Slavery: The Abolition Movement and Underground Railroad in Pennsylvania, su explorepahistory.com, ExplorePAhistory. URL consultato il 30 luglio 2024.
- ^ (EN) Benjamin Quarles, Frederick Douglass, in Negro History Bulletin, vol. 26, n. 6, 1963, pp. 182–203. URL consultato il 30 luglio 2024.
- ^ (EN) Margaret Hope Bacon, But One Race, Albany, State University of New York Press, 2007, pp. 42, ISBN 978-0-7914-7007-7.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Pennsylvania Hall
- Philadelphia Nativist Riots
- Pennsylvania Abolition Society
- American Anti-Slavery Society
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Abolitionist and Anti-Slavery Organizations American Abolitionists and Antislavery Activists, su americanabolitionists.com. URL consultato il 30 luglio 2024.«Attivisti abolizionisti e antischiavisti, elenco completo di attivisti e organizzazioni abolizioniste e anti-schiavitù negli Stati Uniti, tra cui la Pennsylvania Anti-Slavery Society. Il sito web include biografie storiche e cronologie anti-schiavitù, bibliografie, ecc.»
- (EN) Pennsylvania Abolition Society, su paabolition.org. URL consultato il 30 luglio 2024.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 144778316 · LCCN (EN) n85323098 · J9U (EN, HE) 987007314516905171 |
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