Cunimondinghi
Cunimondinghi | |
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Stato | Marca di Tuscia Margraviato di Toscana |
Fondatore | Cunimondo |
Data di fondazione | VIII secolo |
Etnia | italiana (di origine longobarda) |
Rami cadetti | Suffredinghi |
I Cunimondinghi (citati anche come Cunimundinghi o Cunemondinghi) erano una delle casate nobiliari di origine longobarda, attestate poi in età carolingia, che dominarono diversi territori delle attuali provincie di Lucca, Pistoia e Massa-Carrara, e gli uffici dell’Arcidiocesi di Lucca e della Diocesi di Luni.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origine
[modifica | modifica wikitesto]Il capostipite della famiglia fu Cunimondo citato nelle fonti di archivio tra il 759 e il 785.[2] Un pronipote di Cunimondo fu Teudilascio che fu arcidiacono e cappellano imperiale prima di essere nominato vescovo di Luni tra l'837 e l’867.[2]
Espansione
[modifica | modifica wikitesto]Il nome familiare di Cunimondinghi compare tuttavia solo nel X secolo in una carta conservata nell'Archivio Diocesano di Lucca del 3 luglio 939, nella quale Corrado, vescovo di Lucca concede a Gherardo del fu Cunimondo IV parte delle decime della pieve di Santa Maria di Marlia.[1] La denominazione terra Cunimundingha fu usata per indicare le terre detenute dagli eredi di Cunimondo IV ed è attestata, sempre nel circondario di Marlia, in altre occasioni tra il X e l’XI secolo.[1]
In seguito, l’appellativo non fu più applicato all’intero gruppo parentale che si frazionò in diverse casate attive nel XII secolo e ognuna contrassegnata da una specifica denominazione. Cunimondo IV ebbe infatti quattro figli e da ognuno di essi derivano diverse casate che dominarono varie località della Toscana nord-occidentale.[1] Dal figlio Rodilando derivano i signori di Villa e di Castelvecchio in Garfagnana; da Gherardo i signori di Uzzano in Valdinievole. Dagli altri due figli nacquero i rami cadetti più longevi: Inghefredo fu padre di Gherardo II, vescovo di Lucca nel 991 che lasciò i suoi beni, arricchiti da quelli di sua moglie Cuniperga, ai figli dello zio Sigifredo; quest'ultimo ebbe due figli: Cunimondo V fu il capostipite dei Suffredinghi, signori della Rocca di Mozzano e di Anchiano, nell'attuale comune di Borgo a Mozzano, e Enrico fu capostipite dei signori di Bozzano (Massarosa) e del Castello Aghinolfi in provincia di Massa.[1]
Le famiglie della media aristocrazia lucchese hanno mantenuto stretti rapporti tra loro e anche con le famiglie di più alto rango già a partire dalla fine del X secolo con matrimoni combinati. Alcuni membri della casa dei Cunimondinghi di Villa e Castelvecchio si legarono in matrimonio ai Nobili di Corvaia; il ramo dei signori di Bozzano e Castel Aghinolfi si legarono con i Rolandinghi e addirittura con i marchesi Obertenghi.[1]
Declino
[modifica | modifica wikitesto]Con il nome di Cunimondinghi finì per perpetuarsi solo il ramo dei di Villa e di Castelvecchio, presso il quale era ancora usato nel XIII secolo, seppure nella forma di Colimundo. Ne derivò l’appellativo Collemandina o Collemandrina, con cui è qualificato tutt’oggi il paese di Villa Collemandina, cuore dei possedimenti della casata.[1] La famiglia feudale decadde con l'indebolimento del potere imperiale e finì inglobata dall'espansione nel contado del comune di Lucca dalla fine del XII secolo.
Entro la fine del XIV secolo, tutte le famiglie feudali della lucchesia avevano lasciato i propri antichi territori nella valle del Serchio e in Versilia per giurare fedeltà alla Repubblica di Lucca, e i loro antichi detentori si erano trasferiti in città cercando di curare i propri interessi economici.[3]
Genealogia
[modifica | modifica wikitesto]CUNIMONDO 759-785 capostipite | |||||||||||
CUNIMONDO II †828 | |||||||||||
PERITEO 815-†858 | |||||||||||
CUNIMONDO III 835-†883 | TEUDILASCIO Vescovo di Luni 837-†873 | ||||||||||
CUNIMONDO IV 874-†919 | TEUDILASCIO II 896 | ||||||||||
GHERARDO 939-†975 | RODILANDO 939-†972 | SIGIFREDO 940-†967 | INGEFREDO 936-†984 | ||||||||
Signori di Uzzano | Signori di Villa e di Castelvecchio | INGHEFREDO II †967 | CUNIMONDO V 997-†1027 | ENRICO 983-†1038 | GHERARDO Vescovo di Lucca 984-†1005 | ||||||
Suffredinghi | Signori di Bozzano e del Castello Aghinolfi | ||||||||||
Le date specificate da † corrispondono all'attestazione del personaggio come defunto; le date non specificate si riferiscono alla prima e/o ultima attestazione nelle fonti di archivio.
Fonti della genealogia:
- Paolo Tomei, Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio lucchese (800-1100 c.), Firenze, 2019.
- Andrea Castagnetti, I Cunimundinghi di Lucca (secoli VIII-IX), Verona, 2018.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Paolo Tomei, Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio lucchese (800-1100 c.), Firenze, 2019.
- ^ a b Andrea Castagnetti, I Cunimundinghi di Lucca (secoli VIII-IX), Verona, 2018.
- ^ Chris Wickham, I signori della Garfagnana e il mondo cittadino (secoli X-XII) (PDF), in La montagna e la città. L'Appennino toscano nell'alto medioevo, traduzione di Luisa Castellani, Torino, G. B. Paravia Scriptorium, 1997, ISBN 88-455-6128-3. URL consultato il 21 aprile 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Tomei, Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio lucchese (800-1100 c.), Firenze, 2019.
- Andrea Castagnetti, I Cunimundinghi di Lucca (secoli VIII-IX), Verona, 2018.