Cucumis melo

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – "Melone" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Melone (disambigua).
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Melone
Un melone cantalupo (Cucumis melo var. cantalupensis)
Classificazione APG IV
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineCucurbitales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCucumis
SpecieC. melo
Classificazione Cronquist
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineViolales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCucumis
SpecieC. melo
Nomenclatura binomiale
Cucumis melo
L., 1753
semi di melone

Il melone (Cucumis melo L., 1753) o popone[1] è una pianta annuale rampicante della famiglia Cucurbitaceae[2] della quale sono state selezionate innumerevoli cultivar.

Il termine melone indica sia il frutto che la pianta stessa, a seconda dei contesti in cui viene utilizzato.

È largamente coltivata per i suoi frutti commestibili, dolci e profumati. Non tutte le varietà di meloni sono dolci: ad esempio, il melone serpentino è un melone non dolce, diffuso prevalentemente in Asia dalla Turchia al Giappone, di forma allungata e di sapore simile al cetriolo.

L'origine non è nota con certezza, secondo alcuni autori arriverebbe dall'Asia, nell'antica Persia secondo altri è di possibili origini africane dove meloni selvatici sono stati recentemente segnalati.[3]

Nel V secolo a.C. il popolo egizio iniziò ad esportarlo nel bacino del Mediterraneo e arrivò in Italia nella prima età imperiale come raccontato da Plinio (I secolo d.C.) nel suo libro Naturalis Historia che lo uniformò al cetriolo a forma di mela cotogna, melopepaes. Le attuali conoscenze sulla sua diffusione nel bacino del Mediterraneo però sono state messe in discussione dalle recenti scoperte archeologiche fatte in Sardegna dove semi di melone riferibili all'età del Bronzo (tra il 1310-1120 a.C., in piena epoca nuragica), quindi in epoca ben antecedente, sono stati rinvenuti nel sito archeologico di Sa Osa a Cabras, in provincia di Oristano, poco distante dal luogo nel quale sono state trovate le statue dei Giganti di Monte Prama.[4]

Durante l'Impero Romano il melone si diffuse rapidamente (utilizzato però come verdura, servito in insalata) tanto che al tempo dell'imperatore Diocleziano, venne emesso un apposito editto per tassare quegli esemplari di melone che superassero il peso di 200 grammi.

Alexandre Dumas scrisse “per rendere il melone digeribile, bisogna mangiarlo con pepe e sale, e berci sopra un mezzo bicchiere di Madera, o meglio di Marsala; egli apprezzava i meloni conosciuti in Francia come Cavaillon, per la zona di produzione, e fece richiesta alla biblioteca della città di uno scambio tra le sue opere (circa 400 volumi) ed una rendita vitalizia di 12 meloni l'anno, cosa che accadde fino alla sua morte nel 1870. Fu in suo onore che venne istituita la confraternita dei Cavalieri dei meloni di Cavaillon.

Il melone venne anticamente considerato simbolo di fecondità, forse in ragione dei numerosissimi semi, ed altresì associato al concetto di sciocco e goffo (uno stolto veniva chiamato mellone e una scemenza mellonaggine). Secondo Angelo De Gubernatis, la ragione di tale associazione è da ricercare nell'estrema fecondità di questi frutti, alla loro capacità generatrice, incontrollata, opposta alla ragione dell'intelligenza.

Altri medici del tempo li consideravano nocivi e imputarono al melone la morte di ben quattro imperatori e due pontefici. Anche il naturalista romano Castore Durante (1529-1590) nel suo Herbario nuovo del 1585 ammoniva di non abusarne perché «sminuiscono il seme genitale» e ne sconsigliava l'uso a diabetici, dispeptici e a tutti coloro che soffrono di disturbi dell'apparato digerente, promuovendo per tutti gli altri invece le virtù rinfrescanti, diuretiche e lassative.

Melone retato
Meloni serpentini

Il melone coltivato appartiene alla specie Cucumis melo il cui frutto, polimorfo, ha dato vita a numerose varietà; le più importanti sono:

  • melone come frutto (raccolto a maturazione):
    • gruppo cantalupensis o cantalupio, di media grandezza, superficie reticolata, polpa giallo-arancio, chiamati così perché portati da missionari asiatici al castello pontificio di Cantalupo, sui colli di Roma;
    • gruppo reticulatus, o meloni retati, di media grandezza, polpa bianca o giallo-verde, con superficie reticolata;
    • gruppo inodorus, meloni d'inverno, polpa biancastra o rosata con buccia liscia, dal gusto intermedio tra la pera e il melone; costituiscono il tipico piatto di Natale nella tradizione siciliana e italiana in generale
  • melone come ortaggio (raccolto prima della maturazione):
    • gruppo flexuosus, meloni serpentini o tortarelli (anche noti come "cocomeri di Turchia"[5]), di colore verde con solchi longitudinali, tomentosi;[6] sono utilizzati crudi da soli o nelle insalate miste alla stessa maniera del cetriolo;
    • gruppo momordica, melone amaro, utilizzato principalmente come pianta medicinale perché ricco di vitamina A, C e E

Sono usati come ortaggi anche:

  • il barattiere, spesso considerato una varietà di cetriolo (ma invece è una varietà di melone), in Italia coltivato soprattutto in Puglia;[7]
  • il carosello, pure considerato erroneamente da molti una varietà di cetriolo, in Italia coltivato anch'esso soprattutto in Puglia;[8][9]
  • il melone orientale, detto tián guā in Cina, chamoe in Corea, makuwa uri in Giappone.[10]
Pianta del melone

È una pianta erbacea strisciante o rampicante, annuale.

Le radici fibrose possono estendersi nella terra anche oltre i 150 cm; il fusto, ricco di peluria, è ramificato con cirri; le foglie sono alterne, opposte ai cirri, lobate e cordate alla base, lunghe più di dieci centimetri, quanto il loro picciolo.

I fiori, gialli a 5 lobi, sono generalmente unisessuali (sessi separati su due fiori distinti), portati dalla stessa pianta (pianta monoica, mentre le piante dioiche portano i fiori maschili e femminili in due piante separate) e compaiono normalmente prima quelli maschili riuniti in fascetti di 5-10, mentre quelli femminili sono singoli o appaiati e compaiono in seguito su rami di terza generazione. Nonostante la copiosa fioritura, che dura tutta l'estate da maggio a settembre, solo il 10% diventa frutto.

Caratteristiche del frutto

[modifica | modifica wikitesto]
Melone giallo

Il frutto del melone è voluminoso, di forma ovale o tondeggiante e sulla buccia sono visibili delle divisioni "a fette".

La buccia è pressoché liscia o appena rugosa, il colore può variare da un giallo pallido ai toni del verde.

La polpa varia dal bianco all'arancio ed è succosa e molto profumata quando raggiunge la maturazione.

La cavità centrale, fibrosa, contiene molti semi.

I maggiori produttori di melone nel 2018[11]
Paese Produzione (tonnellate)
Cina (bandiera) Cina 12 727 263
Turchia (bandiera) Turchia 1 753 942
Iran (bandiera) Iran 1 731 443
Kazakistan (bandiera) Kazakistan 893 857
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 872 080
Egitto (bandiera) Egitto 701 071
Spagna (bandiera) Spagna 664 353
Guatemala (bandiera) Guatemala 623 405
Italia (bandiera) Italia 607 970
Messico (bandiera) Messico 594 608
Brasile (bandiera) Brasile 581 478

Aspetto economico

[modifica | modifica wikitesto]

La produzione mondiale dei meloni si aggira intorno al 26,7 milioni di tonnellate (FAO 2003).

I principali Paesi produttori sono la Cina (che da sola produce il 51,4% della produzione mondiale), Turchia, USA, Spagna, Marocco, Romania, Iran, Israele, Egitto e India.

Il rendimento medio è di 211 quintali /ha ma arriva a 333 q/ha nei Paesi Bassi e 346 q/ha negli Emirati Arabi Uniti.

In Europa oltre la Spagna (un milione di tonnellate), c'è l'Italia (580000 t) e la Francia (300000 t)

Varietà italiane

[modifica | modifica wikitesto]

Diverse sono le varietà coltivate in Italia.

  • Per il melone retato
    • Talento
    • Macigno
    • Expo
    • Sogno
  • Per il melone Long life
    • Mundial
    • Intenso
    • Pregiato
    • Polis
  • Per i Meloni Cantalupo
    • Comune
    • Prescott
  • Per i meloni invernali
    • Gigante di Napoli, buccia verde e polpa bianca
    • Melone di malta, polpa verde
    • Morettino, buccia e polpa verde
    • Viadana, buccia gialla e polpa arancio
  • Meloni Siciliani
    • RedMoon, polpa rossa
    • Magenta, polpa rossa
    • Tiburzi (o Tibursi), polpa gialla
    • Proteo, polpa gialla
    • Armatan, liscio
    • Cartucciaro di Paceco[12]
    • Purceddu d'Alcamo (esterno verde)
    • Tondo giallo di Fulgatore

I frutti si possono mangiare crudi sia come antipasto che come dessert. Si possono anche cuocere per ottenere composte e marmellate.

Un buon melone deve essere profumato, esalare un profumo tipico che segnala la giusta maturità.

La temperatura di conservazione non deve mai scendere al di sotto dei 5 °C.

Melone giallo

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Melone giallo.


Valore simbolico

[modifica | modifica wikitesto]

Melone fu anche il nome della lista civica triestina che negli anni settanta si oppose fortemente al trattato di Osimo. La lista civica, che si chiamava "Lista per Trieste", aveva assunto il melone e l'alabarda in quanto simboli di Trieste. Sul Colle di San Giusto c'è una colonna che dal 1844 ha in cima un melone sormontato da un'alabarda. Tali simboli sono però più antichi. Il melone ha 13 spicchi, uno per ogni Casada della nobiltà medievale triestina. L'alabarda, secondo un'antica tradizione, cadde dal cielo su Trieste il giorno del martirio di san Sergio, compatrono di Trieste. Egli fu martirizzato in Siria, in quanto cristiano, ed era ufficiale dell'esercito romano.

  1. ^ Popóne - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato il 22 agosto 2024.
  2. ^ (EN) Cucumis melo L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Grubben, G. J. H. e Plant Resources of Tropical Africa (Program), Vegetables, Backhuys, 2004, ISBN 90-5782-147-8, OCLC 57724930. URL consultato il 21 aprile 2020.
  4. ^ Trovati a Cabras i semi di melone più antichi del Mediterraneo, su unionesarda.it. URL consultato il 18 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2015).
  5. ^ Genere Cucumis L. 1753 (PDF), su francescofiume.altervista.org. URL consultato il 17 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2021).
  6. ^ Atlante degli Ortaggi antichi - Varietà dell'Abruzzo, su Agraria.org. URL consultato il 26 gennaio 2021.
  7. ^ G.F.Sportelli, Barattiere, dalla Puglia un ortaggio poco conosciuto ma di grande qualità, su Terra e Vita, 2020. URL consultato il 29 aprile 2023.
  8. ^ Susanna Danieli, Melone: le 13 varietà da riconoscere, su Dissapore, 2020. URL consultato il 29 aprile 2023.
  9. ^ Cetriolo carosello: come si mangia, proprietà, ricette, coltivazione, pianta, su Buongiorno con il Cuore, 2021. URL consultato il 29 aprile 2023.
  10. ^ Melone coreano, su Food of my Affection, 2019?. URL consultato il 29 aprile 2023.
  11. ^ (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOSTAT, su fao.org. URL consultato il 7 agosto 2020.
  12. ^ http://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/melone-cartucciaru-di-paceco/
  • Angelo De Gubernatis, La mithologie de plantes, 2 volumi, Parigi 1878

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007555763405171 · NDL (ENJA00567613