Bozza:Caso dei coniugi Bac

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Il caso dei coniugi Bac è un caso giudiziario francese che riguarda la condanna di una giovane coppia di operai Ginette e Claude Bac, entrambi di venticinque anni e residenti a Saint-Ouen-sur-Seine, che nel 1954 furono condannati dalla Corte d'Assisedel dipartimento della Senna a sette anni di reclusione per aver lasciato morire di stenti e negligenza la loro quarta figlia, Danielle Bac, all'epoca di otto mesi.

I periti evidenziarono alcuni aspetti del profilo di Ginette quali la stanchezza, le gravidanze ravvicinate e una disabilità fisica: la donna infatti aveva un braccio paralizzato e una mano deforme[1] . Queste condizioni di svantaggio, le furono riconosciute dal tribunale come circostanze attenuanti.

Questa sentenza fu in seguito annullata per vizi formali e il 7 luglio 1955 i coniugi Bac furono nuovamente processati, questa volta davanti alla Corte d'Assise di Seine-et-Oise, a Versailles.

Testimone importante del processo fu Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé, ginecologa e attivista che si batté contro la legge del 1920 che vietava la propaganda dei metodi contraccettivi. Grazie alla sua testimonianza, la pena dei coniugi fu ridotta da sette a due anni di detenzione.

La vicenda dei coniugi Bac rappresentò una tappa fondamentale per Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé nella sua lotta per la legalizzazione dell'aborto e della contraccezione. Fu proprio questo caso giudiziario che ella prese come esempio per sottolineare l'importanza della contraccezione e di una maternità desiderata. Attraverso una campagna mediatica, curata dal giornalista Jacques Derogy, che ebbe lo scopo di sensibilizzare l'opoinione pubblica sul tema della contraccezione, l'8 marzo 1956 fondò assieme alla sociologa Evelyne Sullerot La Maternité Heureuse, che in seguito divenne il Mouvement français pour le planning familial.


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La famiglia Bac

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façade d'un grand bâtiment ocre décore de drapeaux tricolore portant l'inscription « Mairie » au premier étage
Municipio di Saint-Ouen, dove Claude Bac e Ginette Herbet si sposarono il 3 aprile 1948 .

Claude Bac, nato il 29 Febbraio 1929 e Ginette Herbet, nata il 26 novembre 1929, si conobbero a Saint-Ouen, allora sobborgo operaio in piena urbanizzazione. Il 3 aprile 1948, ancora minorenni, i due giovani si sposarono; la coppia inoltre era già in attesa del primo figlio.


Ginette partorì [2]i suoi primi quattro figli presso il vicino reparto di maternità dell'ospedale Bichat. Il primogenito della coppia, Christian Bac, venne alla luce il 23 settembre 1948 . Quindici mesi più tardi, il 15 novembre 1949[3], nacque il secondogenito Jacques, in seguito, il 12 maggio 1951 Ginette partorì una bambina, Solange. Dopo la nascita di quest'ultima, la giovane madre comincia a risentire delle gravidanze ravvicinate: stanca, fatica a prendersi cura dei due figli più grandi che affida spesso alla madre[4], Germaine Malvêtu.

Ginette divenne sempre più negligente nei confronti dei figli; la terza stanza del loro appartamento divenne sempre più un ripostiglio in cui si accumulavano pannolini sporchi.

Nel febbraio 1952, i nonni scoprirono lo stato di grave trascuratezza in versava l'abitazione di Claude e Ginette, e rimproverarono aspramente quest'ultima. Jules e Léonie Bac presero con sé Solange, di cui si occuparono per un pò di tempo mentre le visite di Germaine Malvêtu presso l'abitazione della figlia e del genero divennero sempre più rare[5].

Morte di Danielle

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Il rapporto della coppia si fece sempre più teso; Claude si assentava molto spesso per lavorare e guadagnare abbastanza denaro per poter sostenere la famiglia; l'uomo inoltre intraprese una relazione extraconiugale e la interruppe su richiesta della madre Léonie, che lo esortò a pulire la casa, infestata dalle pulci[6]. A peggiorare la situazione fu un'inaspettata gravidanza: i coniugi Bac ebbero la loro quarta figlia.


Danielle Bac nacque con un parto a termine il 3 luglio 1952, la neonata era affetta dalla stessa disabilità della madre poiché presentava una menomazione al braccio destro e la sua mano era rivolta verso l'interno, conseguenza di un probabile trauma ostetrico verificatosi durante la nascita.


Ginette diede quindi alla luce un figlio non desiderato, affetto dal suo stesso handicap[7] .

Ginette cadde in una profonda depressione; Léonie, la madre del marito, chiese l'aiuto di un'amica che lavorava come assistente sociale la quale visita la dimora trovandola molto sporca. Dopo quest'episodio, Claude s'impegnò a ripulire la casa e i servizi sociali notarono un lieve miglioramento della situazione. Tuttavia non durò a lungo: Claude fu sempre più occupato dal lavoro, lasciando la moglie da sola, in difficoltà nella della casa e dei quattro figli; la donna accumulava la biancheria sporca invece di lavarla e accumulava debiti presso i negozi, che venivano poi parzialmente rimborsati quando i coniugi ricevevano gli assegni familiari[8].

Nell'ottobre 1952, Léonie cominciò a preoccuparsi per la salute della nipote, Ginette pertanto la rassicurò accennando alle cure mediche a cui stava sottoponendo la figlia. In realtà, nonostante un consulto all'ospedale di Bretonneau, Ginette non fece curare la figlia, perché non aveva nessuno che si prendesse cura degli altri tre. Nel mese di dicembre dello stesso anno, l'assistente sociale si recò in visita dai coniugi Bac ma non riuscì a visitare l'alloggio perché Ginette non le aprì la porta. Tornò il 13 gennaio 1953; durante la visita, l'assistente sociale non notò nessuna anomalia, ma, allo stesso tempo non vide neanche la piccola Danielle[9]. All'inizio del 1953, Ginette si accorse di essere nuovamente incinta; nel mentre, il suo atteggiamento verso la sua ultimogenita divenne sempre più negligente: Ginette non nutriva più a sufficienza la figlia, le cambiava di rado i veestiti, e non le faceva nemmeno il bagno; la pelle della bambina era danneggiata. Il 2 febbraio 1953, Léonie notando il peggioramento delle condizioni della casa e l'incuria nei bambini, rimproverò i genitori e prese di nuovo con sé Solange. Nei giorni seguenti, allertò i servizi sociali per denunciare lo stato in cui versavano sia la casa che i bambini ma questi ultimi non la credettero, pensando che si trattasse soltanto di un conflitto familiare[10].

Il martedì 24 febbraio 1953, alle ore 8:00, Ginette notò che la bambina non si muoveva più. Sconvolta, chiamò in soccorso un'amica. Senza chiamare il medico né i vigili del fuoco, le due donne dichiararono il decesso della piccola al municipio di Saint-Ouen, e in seguito, avvertitono Claude e Léonie.

Georges Dauvergne, il commissario di polizia che constatò la morte della neonata di otto mesi, notò quanto ella fosse denutrita; fu proprio lui a farlo notare a Claude, il quale però già da tempo, non aveva più visto il corpo nudo della figlia. Il medico legale rilevò che la bambina misurava 62 centimetri, sottolineandone l'eccessiva magrezza e riferì inoltre che sul corpo di Danielle erano presenti «numerosissime vescicole in via di essiccamento», senza traccia di violenza[11].

l'arresto e il primo processo

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grand bâtiment brun foncé aux fenêtres grillagées derrière un haut mur
Centro penitenziario di Fresnes, dove furono incarcerati Claude e Ginette Bac.

Il giorno successivo, 25 février 1953, Claude e Ginette Bac furono arrestati a casa loro con l'accusa di «negligenza genitoriale». Gli altri figli vengono presi in carico dalla famiglia della coppia. Claude venne trasferito nel carcere di Fresnes mentre Ginette nel carcere femminile La Petite Roquette, al 19°arrondissement di Parigi[12] .

Il 4 marzo, il giudice istruttore J. -H. Bertin, incaricò Odile Flory, giovane e brillante avvocatessa di 25 anni, di difendere Ginette Bac e l'avvocato Jacques Cammas di difendere Claude Bac[13].

Diversi esperti quali Paul Gouriou, neuropsichiatra, Léon Derobert, professore associato di medicina legale e anti-abortista, e Pierre Lantuejoul, professore di clinica ostetrica, esaminarono Ginette che lamentava un affaticamento dovuto alla gravidanza; Il 14 mai 1953, i medici consegnarono il loro rapporto in cui venne evidenziato lo stato depressivo della donna, sviluppatosi nel corso delle numerose gravidanze ravvicinate. Questa diagnosi le fu riconosciuta come attenuante e contribuì nella riduzione della pena[14].


Successivamente, Ginette Bac fu trasferita nella prigione di Fresnes e posta in isolamento nell'infermeria, dove restò sotto osservazione. L' 11 settembre 1953 diede alla luce senza complicanze Claudine, di cui, a differenza di Danielle, si prese cura, allattandola al seno. Il 30 novembre 1953, Ginette e la figlia vennero trasferite dall'infermeria ad un'area della prigione dedicata alle madri e ai bambini [15]. Nel corso delle indagini, i magistrati, nonostante i divieti legali contro la contraccezione, incolparono Claude per le gravidanze ravvicinate della moglie. Gli avvocati dei due coniugi riuscirono a far ottenere ai loro assistiti la libertà provvisoria, facendo leva sulle cure che Ginette prodigava alla figlia e sul bisogno di riunire la famiglia; il 17 e il 27 febbraio 1954 Ginette e Claude vennero rilasciati liberi per alcuni mesi, per poi essere di nuovo incarcerati, poco prima dell'inizio del processo[16].

salle lambrissée avec de nombreux sièges, un box vitré à droite et un plafond peint à caissons
Corte d'Assise di Parigi, nel Palazzo di Giustizia, dove si svolse il primo processo contro Claude e Ginette Bac.

Il 5 giugno 1954 Claude e Ginette Bac furono processati per omicidio preterintenzionale dalla Corte d'Assise del dipartimento della Senna. Al processo furono presenti le madri degli imputati,Germaine Malvêtu e Léonie Bac.Il commissario di polizia che aveva arrestato la coppia,Georges Dauvergne, i medici esperti che avevano visitato Ginette e due assistenti sociali[17]. Il procuratore generale, Charles Raphaë, concentrò il suo atto d'accusa sulla difesa della moralità familiare chiedendo che Ginette e Claude venissero condannati a cinque anni di reclusione penale e non ai lavori forzati . Gli avvocati difensori della coppia invocano la negligenza dei servizi sociali e una tragedia di povertà e mancanza di informazione. La giuria riconobbe le circostanze attenuanti, condannando ciascuno dei coniugi alla stessa pena di sette anni di reclusione penale. Inoltre, Claude venne privato della patria potestà[18].

Quando Claude e Ginette tornarono in carcere,i figli furono di nuovo affidati ai nonni. I due avvocati ricorsero immediatamente alla Corte di Cassazione per vizi formali e vinsero la causa: la sentenza fu annullata con con un decreto emesso il 16 marzo. Ginette dovette separarsi dalla figlia, che aveva al momento raggiunto i 18 mesi di età e poteva essere adottata; Ginette chiese e ottenne che la figlia venisse affidata dalla zia Eugénie[19].


Il nuovo processo si svolse il 7 luglio 1955, davanti alla Corte d'Assise di Seine-et-Oise, a Versailles. I principali giornali come Le Parisien, Combat, France-Soir, Le Monde, danno notizia dell'udienza: il caso Bac entrò nel registro dei fatti sociali. L'opinione pubblica divenne più sensibile alle questioni della contraccezione e il nuovo processo, non fu solo quello contro Claude e Ginette Bac ma divenne un processo contro 1920 che vietava l'aborto e la contraccezione[20].

Seconda processo

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Germaine Malvêtu e Léonie Bac vennero a testimoniare per la seconda volta, ciascuna a favore del proprio figlio, incolpandosi a vicenda. Il commissario di polizia Georges Dauvergne descrisse ancora una volta la sporcizia dell'appartamento e lo stato di salute della bambina. La testimonianza dello psichiatra Paul Gouriou si incentrò sulla difesa di Ginette, esprimendo il rammarico per non averla fatta ricoverare in un reparto psichiatrico al momento del primo processo e affermò: «Se fosse stata ricca, non c'è dubbio che sarebbe stata curata e mandata in una casa di cura. Ma poiché era la moglie di un operaio, non ci ci siamo presi abbastanza cura di lei[21]».

Un'importante testimonianza fu quella della ginecologa e attivista per la legalizzazione dell'aborto e della contraccezione, Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé, la quale aveva appreso dalla stampa la vicenda dei coniugi Bac e in seguito, si era messa in contatto con Odile Flory, l'avvocatessa che difendeva Ginette Bac.

Nel marzo 1955, Hallé tenne una conferenza all'Académie des sciences morales et politiques[22] dove parlò dell'importanza del controllo delle nascite, analizzando il caso dei coniugi Bac[23].


Secondo quanto riportò il quotidiano Le Parisien, nella sua testimonianza al processo, Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé riprese le questioni affrontate nella sua conferenza presso l'Académie des sciences morales et politiques, sottolineando le possibili conseguenze negative che le numerose gravidanze possono avere sulla madre. Secondo quanto riportato da France-Soir, Hallé partì con l'osservare lo stato di stanchezza psicofisica dell'imputata, conseguenza delle numerose gravidanze ravvicinate, per poi descrivere come in diversi paesi stranieri, esistessero centri di consulenza per giovani coppie, per incoraggiare la maternità volontaria (alludendo all'importanza della contraccezione). Senza dirlo espressamente, Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé criticò la Legge, che in Francia, vietava la pubblicità dei contraccettivi mantenendo le coppie nella più totale[24] ignoranza[25]. Odile Flory, divenuta avvocatessa difensore di entrambi i due coniugi, fece valere l'infermità di Ginette, la negligenza da parte dei servizi sociali e della coppia[26].

La giuria, composta da cinque uomini e una donna, dichiarò Ginette e Claude Bac «colpevoli di aver causato involontariamente la morte della loro figlia Danielle,per goffaggine, imprudenza, disattenzione e negligenza, tra il 1952 e il 1953, a Saint-Ouen». Venne esclusa qualsiasi intenzione omicida o abusante. I due coniugi vennero condannati a due anni di reclusione, periodo che corrispose al periodo di detenzione già scontato in precedenza. La sera del 7 luglio1955 i due coniugi poterono tornare in libertà e lasciare la Corte d'Assise[27].

Dopo la loro scarcerazione, Claude e Ginette Bac tornarono a Saint-Ouen[28] . Nel 1966 ebbero un sesto figlio, Bernard[29]

Claude Bac morì il 17 agosto1991, all'età di 64 anni, nella città di Créteil[30] . Ginette ebbe ancora un altro figlio, Marc Heberih (1962-1991) con il compagno Boudjema Heberih[31]. Morì il 25 gennaio 2009 all'età di 79 anni, nella città di Sevran [32] ed è sepolta nel cimitero municipale di Saint-Ouen[33].


L' 8 marzo 1956,Marie-André Lagroua Weill-Hallé, assieme alla sociologa Évelyne Sullerot e alle donne dell'alta borghesia, reclutate attraverso la rete di Benjamin Weill-Hallé, fondano l'associazione La Maternité heureuse, nome scelto per cautela, al posto del nome iniziale "Maternité Volontaire" e che diventerà in seguito il Mouvement Pour Le Planning[34] Familial[35] ,[36] .[37]

Il caso giudiziario dei Bac del 1954-1955 fu utilizzato da Marie-André Lagroua Weill-Hallé per affermare la necessità di autorizzare la contraccezione, una situazione simile avverrà anni più tardi con il processo con il processo Bobigny del 1972, il quale permise a Gisèle Halimi di mettere in luce la lotta per l' IVG, ma tra i due casi, il secondo fu quello che riscosse una maggiore risonanaza mediatica[38].

  1. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Paris, 2020.
  2. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  3. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  4. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  5. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristesse grossesses: L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  6. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956,, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  7. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Parigi, Éditions du Seuil, 2020.
  8. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  9. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  10. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, ristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Parigi, Éditions du Seuil,, 2020.
  11. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  12. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  13. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  14. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  15. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil,, Parigi, 2020.
  16. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  17. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  18. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  19. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  20. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil,, Parigi, 2020.
  21. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuil, Parigi, 2020.
  22. ^ Jean-Yves le Naour e Catherine Valenti, Histoire de l'avortement: XIXe-XXe siècle, Seuil, 7 marzo.
  23. ^ Janine Mossuz, La régulation des naissances : les aspects politiques du débat, in Revue française de science politique, pp. pp. 913-939, DOI:https://www.persee.fr/doc/rfsp_0035-2950_1966_num_16_5_392962.
  24. ^ Bibia Pavard, Florence Rochefort e Michelle Zancarini-Fournel, Ne nous libérez pas, on s'en charge - Une histoire des féminismes de 1789 à nos jours: Une histoire des féministes de 1798 à nos jours, Parigi, LA DECOUVERTE, 27 agosto.
  25. ^ Jean-Yves le Naour ( e Catherine Valenti, Histoire de l'avortement : XIXe-XXe siècle, Parigi, Seuil, 7 marzo.
  26. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  27. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  28. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  29. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  30. ^ BAC Claude, su Match ID Fichier des décès..
  31. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Parigi, Éditions du Seuil, 2020.
  32. ^ HERBET Ginette, su Match ID Fichier des décès..
  33. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka,, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuiª ed., Parigi, 2020.
  34. ^ Bibia Pavard e Annette Wieviorka,, Ne nous libérez pas, on s'en charge, Parigi, La Découverte, 3 settembre.
  35. ^ Bibia Pavard, Du Birth Control au Planning familial (1955-1960) : un transfert militant, in Histoire@Politique, vol. 18, DOI:10.3917/hp.018.0162, ISSN 1954-3670 (WC · ACNP)..
  36. ^ Histoire de la pilule, Passés Composés, 2022, p. 72-74, DOI:10.3917/paco.chopi.2022.01, ISBN 978-2-37933-664-5..
  37. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.
  38. ^ Danièle Voldman e Annette Wieviorka, Tristes grossesses : L'affaire des époux Bac, 1953-1956, Éditions du Seuilª ed., Parigi, 2020.

Testi contemporanei dal caso Bac

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  • Marie-André Lagroua Weill-Hallé, Le contrôle des naissances et la loi française de 1920, in La Semaine médicale, supplément de la Semaine des Hôpitaux..
  • Marie-André Lagroua Weill-Hallé, Considérations sur la "maternité volontaire", in Revue des Travaux de l'Académie des Sciences morales et politiques et Compte rendus de séances, 1955..
  • Jacques Derogy, Des enfants malgré nous, Éditions de Minuit, 1956, pp. 255.

Studi storici

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Articoli correlati

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  • Marie-Andrée Lagroua Weill-Hallé
  • Movimento francese per la pianificazione familiare
  • Jacques Derogy

Collegamenti esterni

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