Ecate (ECATE^?) è un personaggio della serie i I Cavalieri dello zodiaco di Masami Kurumada che appare in Saint Seiya - Next Dimension - Myth of Hades sequel ufficiale della serie. È la strega della luna che sorveglia la strada che conduce al tempio della dea Artemide situato sull'Olimpo.

Saori e Shun teletrasportatisi sull'Olimpo per salvare Pegasus dalla maledizione della spada di Ade, incontrano lungo il tragitto per il tempio della Luna(dimora della dea Artemide, sorella maggiore di Atena), una vecchia che dice di essere Ecate la strega della luna, guardiana della strada che conduce a tale tempio. Ella con i propri poteri illusori genera un foresta/labirinto che impedisce ai due di proseguire, è chiede a Saori una ciocca di capelli(una tisana preparata con i capelli di una dea fà ringiovanire), in cambio la strega gli permette di passare, mostrandoli anche la strada per il tempio. In seguito Ecate(con le sembianze di una bambina) tornata giovane grazie ai capelli della dea, incontrà nuovamente lady Isabel e Andromeda, è gli accompagnà nel luogo dove dimora Crono, il dio del tempo; quì il dio, irritato da Ecate poichè l'ho sveglierà dal suo antico sonno, riduce in un attimo la strega in pezzi e nè spedisce i resti in un'altra dimensione. Molto dopo però, la strega grazie al suo cosmo(che come ella stessa dice gli proviene direttamente dalla Luna) riesce ha rigenerare il suo corpo ed ha teletrasportarsi indietro dalla dimensione in cui era finita. Poi, incontrerà Ikki e gli rivelerà che Atena e Andromeda sono andati nel passato al tempo della precedente guerra sacra 1744, è lo condurà al passaggio spazio-temporale che serve per andare nel passato.

Il personaggio della strega della luna Ecate, fà chiaramente riferimento alla dea minore presente nella religione greca e romana Ecate (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē), ma di origine pre-indoeuropea. Dea degli incantesimi e degli spettri, Ecate è raffigurata come triplice (giovane, adulta/madre e vecchia), ed il numero Tre la rappresenta; le sue statue venivano poste negli incroci, a protezione dei viandanti.