Estemporizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Estemporizzazione è un termine utilizzato da alcuni musicologi per descrivere un processo che sta a metà tra l'esecuzione di materiale predeterminato e l'improvvisazione vera e propria. Infatti, se improvvisare in senso stretto implica creare del materiale ex-novo, estemporizzare significa lavorare su un materiale di partenza personalizzandolo e modificandolo, senza tuttavia trasformarlo al punto di renderlo irriconoscibile.
Ad esempio, quando un musicista ripropone la melodia di uno standard sta mettendo in atto diverse procedure di estemporizzazione: la personalizzazione ritmica e sonora della melodia, l'inserimento di abbellimenti o cadenze. Ma anche i musicisti della sezione ritmica lavorano in questo modo: l'accompagnamento del batterista, la costruzione di una linea walking-bass o l'esecuzione del comping a partire da sigle di accordi sono tutti processi di estemporizzazione.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il jazz nello stile New Orleans era caratterizzato da complesse strutture multitematiche (derivate dal ragtime) e fitti arrangiamenti polifonici. Si trattava di una musica di carattere collettivo, che prediligeva la compatezza del sound d'insieme rispetto all'emergere dei singoli individui. Non erano dunque concessi spazi significativi all'improvvisazione. La libertà dei musicisti Dixieland consisteva soprattutto nell'estemporizzazione delle melodie, nell'inserimento di abbellimenti improvvisati o nell'utilizzo coloristico del suono.
Il primo grande solista della storia del jazz è stato Louis Armstrong. (potato head, solismo, tecnica)
Armstrong può essere considerato la figura maggiormente significativa di un graduale processo che ha portato il jazz dalla sua dimensione collettiva degli albori, alla dimensione solistica della modernità. I risultati chiave di questo processo sono essenzialmente due: il primo è il passaggio dalle forme multitematiche alla forma chorus, più agevole all'improvvisazione; il secondo è la definizione dei ruoli nell'ensemble in solisti e accompagnatori.
Il primo vero solista di jazz è Louis Armstrong. In particolare, Potato Head Blues è il primo esempio di improvvisazione solistica moderna. Armstrong è il musicista più rappresentativo del processo di trasformazione (che ovviamente coinvolgeva numerosi musicisti) che ha portato dalla dimensione collettiva del jazz arcaico alla dimensione maggiormente individualistica del jazz moderno. La conseguenza fondamentale di questa trasformazione è il passaggio dalle forme multitematiche tipiche del ragtime alle forme chorus, più adatte all'improvvisazione. Inoltre, ridefinizione dei ruoli dei musicisti in solisti e supporto.
- Maurizio Franco, Oltre il mito, scritti sul linguaggio del jazz, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2012.
- Cosa fa l'improvvisazione, Vincenzo Caporaletti (PDF), su u-pad.unimc.it. URL consultato il 19 ottobre 2024.
- Composizione e improvvisazione: le due identità della musica europea, su musicajazz.it. URL consultato il 20 ottobre 2024.
- Vincenzo Caporaletti, toccare la musica, su musicajazz.it. URL consultato il 20 ottobre 2024.