Temista di Lampsaco (in greco antico: Θεμίστη?, Themístē; ... – III secolo a.C.) è stata una filosofa greca antica, allieva di Epicuro[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Moglie di Leonteo di Lampsaco, frequentò il Giardino, la scuola filosofica di Epicuro che consentiva l'accesso, diversamente dalle altre, anche a schiavi e donne[1]. Sappiamo che anche Leonzia frequentò tale scuola nello stesso periodo. Il rapporto con Epicuro, da parte sua e del marito, fu così stretto che il figlio della coppia fu chiamato come il maestro[2], che a Temista scrisse numerose epistole[3].
Cicerone ridicolizzò Epicuro accusandolo di aver scritto «innumerevoli volumi in lode di Temista»[4] e da altre fonti sappiamo che tali opere erano anche voluminose[5], comprendendo anche un Elogio di Neocle a lei dedicato[6].
Sappiamo che Temista e Leonteo chiamarono il loro figlio Epicuro[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, X 25, 25.
- ^ Fr. 176 Usener.
- ^ Fr. 125 ss. Usener.
- ^ De finibus bonorum et malorum, II 21, 68
- ^ Diogene Laerzio, X, 101, 3.
- ^ X, 106, 17.
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, X 26
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- P. Gordon, The Invention and Gendering of Epicurus, Boston, UMP, 2012.
- R. Fletcher, Epicurus’s Mistresses: Pleasure, Authority, and Gender in the Reception of the Kuriai Doxai in the Second Sophistic, in "Dynamic Reading: Studies in the Reception of Epicureanism", ed. by Brooke Holmes and W. H. Shearin, Oxford, OUP, 2018, cap. 2.V.