Roland Dalbiez (VII arrondissement di Parigi, 29 giugno 1893 – Rennes, 14 marzo 1976) è stato un filosofo francese, maestro di Paul Ricoeur e primo a introdurre in Francia la psicoanalisi di Sigmund Freud attraverso uno studio particolarmente completo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio del conte romano Denis Dalbiez, ufficiale dell'Armée de terre, e di Edith Churchill[1], nacque nel VII arrondissement di Parigi il 29 giugno 1893.[2] Dopo essere stato ammesso all'Accademia navale, partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale di marina finché una pleurite lo costrinse ad abbandonare la carriera militare. Iniziò allora a dedicarsi alla filosofia, ottenendo la licenza nel 1921 e il dottorato nel 1936. Insegnò all'Università di Rennes per tutto il resto della sua vita.
La sua ricerca si è concentrata sui confini e limiti reciproci esistenti tra biologia e metafisica. Insieme al professor Rémy Collin dell'Università di Nancy fondò la collana editoriale Cahiers de Philosophie de la Nature[3], edita dalla Vrin di Parigi, e pubblicò numerosi studi sull'evoluzionismo.
All'inizio degli anni '30 conobbe il filosofo neo-tomista Jacques Maritain che lo introdusse a Emmanuel Mounier e Maurice Merleau-Ponty. Fu Maritain a incoraggiare Roland Dalbiez a scrivere su Freud. Scrisse una tesi, che difese alla Sorbona e pubblicò lo stesso anno presso Desclée de Brouwer con il titolo La méthode psychanalytique et la doctrine freudienne[4] ("Il metodo psicoanalitico e la dottrina freudiana). Il primo volume esponeva la dottrina freudiana, mentre il secondo ne era un'analisi critica.
Il metodo psicoanalitico e la dottrina freudiana
[modifica | modifica wikitesto]Dalbiez insistette che il suo giudizio sul metodo freudiano non si basava solo sulla lettura dei testi, ma anche sulla propria testimonianza oculare: se gli scritti di Freud lasciavano perplessi, i fatti descritti al loro interno erano invece convincenti. Il giudizio generale che egli sostiene è che se la dottrina freudiana, ancor più quella dei freudiani, è inadeguata o addirittura errata sotto molti aspetti, iperbolica, spesso eccentrica e dogmatica, il metodo freudiano è tuttavia eccellente ed efficace, nella stessa misura in cui lo è l'ipnosi. Dalbiez critica Freud soprattutto per la mancanza di rigore filosofico e per essersi comportato come se ignorasse la nozione di prova sperimentale.
Tuttavia, riconobbe a Freud il merito di aver evidenziato l'importanza dell'inconscio nella mente umana e l'esistenza della sessualità infantile. L'aspetto centrale della sua tesi resta che è offensivo, da parte di Freud, considerare questa sessualità come perversa, per quanto polimorfa essa possa essere. A suo parere, la sessualità adulta è costruita a partire da una sessualità infantile certamente ancora disorganizzata ma non necessariamente deviata. Egli inciampa nella teoria della dinamica delle pulsioni parziali, rivolte ad un organo particolare e non ancora libidica, non cadendo in questo modo in una concezione quietista[non chiaro]. Nella Revue française de psychanalyse del 1936 il suo amico Édouard Pichon -mentore di Jacques Lacan, maestro di Françoise Dolto e teorico della scotomizzazione- compì una analisi e recensione dettagliata della sua tesi e la presenta come un passo cruciale per la psicoanalisi francese, fino ad affermare che il suo libro avrebbe dovuto convincere i filosofi più radicali che Il metodo psicoanalitico rappresentava un progresso certo, reale e duraturo nel campo della filosofia. I volumi di Dalbiez esercitarono invece una scarsa influenza negli ambienti filosofici dell'epoca. Infatti, furono poco o per nulla menzionati nelle riviste di filosofia di quel periodo e, come nota Dalbiez stesso, suscitarono una certa ostilità alla Sorbona. Solo poco a poco essi furono considerati un contributo importante all'applicazione della filosofia alla psicoanalisi, soprattutto grazie all'opera del suo allievo Paul Ricoeur.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ « Dalbiez Denis Jacques Victor », su genealogie.dalbiez.eu Archiviato il 2 agosto 2017 in Internet Archive..
- ^ Archivi del Comune di Parigi, 7º arrondissement, anno 1893, certificato di nascita n. 842, codice V4E 8609, vue 15/29
- ^ JSTOR 48615280
- ^ https://opac.bncf.firenze.sbn.it/Record/TO00594658?uri=TO00594658
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Les sources scolastiques de la théorie cartésienne de l’être objectif (à propos du Descartes de M. Gilson), Revue d’Histoire de la Philosophie, n° 3 (1929), p. 464-472.
- La méthode psychanalytique et la doctrine freudienne, 2 vol. con prefazione di Henri Claude, Desclée de Brouwer, 1936
- con La Trinité Louis de Thibon, Gustave Thomas, André Bremond, Roland Benoît-Marie de la Croix, Charles Du Bos : Études carmélitaines, mystiques et missionnaires, vol. II, oct. 1934, 19e année, Desclée de Brouwer editore, ASIN B0000DRNTD
- L'angoisse de Luther, con prefazione di Alexandre Lamache, Parigi, TEQUI, 1974, 358 p. ISBN 2852440555
Altri progetti
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