Palazzo Salvago | |
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L'ingresso del palazzo in una foto ottocentesca di Alfred Noack | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Località | Genova |
Coordinate | 44°24′34.35″N 8°55′47.8″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Uso | abitazione/uffici |
Il palazzo Salvago,[1] o palazzo Salvago Pinelli,[2] è un edificio storico italiano, sito in via San Luca al civico 12, nel centro storico di Genova.[3]
Le sue parti sono sottoposte a vincolo da parte della Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria sin dal 1953.[1][4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo fu edificato fra il XIII e il XVI secolo[4] dalla famiglia dei Salvago, già proprietaria di altri edifici signorili in Genova, fra i quali il Palazzo Salvaghi. Ricostruito nel corso del XVIII secolo, passò alla famiglia Pinelli. Secondo Ennio Poleggi, fu residenza cittadina del conte Agostino Pinelli (Pinello), proprietario della villa di Carbonara.[5]
Lo storico settecentesco Carlo Giuseppe Ratti nel 1780 descrisse il palazzo come di proprietà del «Sig. Giuseppe Pinello» (Giuseppe Pinello Salvago) e lo definì «tutto di nuovo fabbricato» - ovvero ristrutturato - facendo menzione, inoltre, della presenza di una «medaglia dipinta ultimamente da Giuseppe Galeotti, che terminatala poco dopo morì», e segnalando i numerosi quadri «a olio d'eccellenti maestri, come Rubens, del Vandik, del Guercino, del Ribera, e del Castiglione».[3][6] Nel 1818, l'Anonimo Genovese lo definì come ancora di proprietà del marchese Giuseppe Pinello.[2][5]
Nel 1846 Federico Alizeri lo indica di proprietà del conte Agostino Pinelli, ed enumera anche le numerosissime opere pittoriche di rilievo internazionale che erano conservate al suo interno:[7]
«V'ha un Parnaso con Apollo e le Muse di Luca Cranak - Un'Erodiade attribuita al Parmigianino - Un baccanale di P. Paolo Rubens - Un ritratto di Bernardo Carbone fatto con meravigliosa imitazione del Vandik - La caduta di S. Paolo di Pietro da Cortona - Due ottagoni con allegorie del Franceschini - Cinque bei paesi creduti di scuola bolognese - Una sacra famiglia di Bartolomeo Schidone - Un Cristo morto del Guercino, di cui è anche un Salvatore in atto di benedizione - La Madonna col putto e S. Felice del suddetto Franceschini - La favola d'Ercole e Iole di Simone da Pesaro - Una Maddalena che piange, commovente e bellissima figura di Guido Reni - Il bagno di Diana d'Andrea Semino - Altro quadro con Gesù defunto d'Iacopo da Ponte - Una sacra famiglia in tavola; stupendo lavoro che s'ascrive ad Andrea del Sarto - Un quadretto colla pulzella d'Orleans di Cornelys Poelemburg - I farisei che mostrano la moneta a Cristo di Gio. Domenico Cappellino - Il deposto di croce di Luca Cambiaso - Un S. Francesco di Bernardo Strozzi - La flagellazione di Cristo dello stesso - Un S. Sebastiano dello Spagnoletto - Un altro S. Francesco del Guercino - Senton lo stile di Tiziano un quadro con N.D. [nobil donna?], e due con ritratti - Del Grechetto sono i sei quadri, tre con soggetti pastorali, e tre con sacre storie, cioè la fuga in Egitto, il presepio e l'uscita dall'arca - L'interno d'una chiesa col sacerdote che celebra, e un supplizio di corda, curiose composizioni di Cornelio Wael - La risurrezione di Lazzaro del Palma giovine - Un ritratto che par di Rembrandt - Un putto che dà alle fiamme i libri del Macchiavello di M.A. Franceschini - Un altro tenente in mano l'orologio di Giovanni Odazii - S. Pietro in carcere del cav. Giov. Lanfranco - Sette paesi del Tavella. Ma fra tutti sorprende per freschezza e vivacità un baccanale del Rubens, da lui eseguito pei signori Pinelli, come abbiamo dalle memorie della famiglia.»
Nel 1929 è descritto da Castagna e Masini come palazzo «con portone marmoreo [...] adorno di uomini selvaggi armati di bastoni scolpiti in tutto rilievo sulle lesene e di vasi e festoni sul cornicione», dettagliando anche gli interni, con note sull'«atrio e cortile retti da colonne doriche di marmo; nicchione in fondo al cortile, con statua di Cesare, e sfingi, satiri ed iscrizione relativa ai restauri del 1778; al primo piano affreschi di Giuseppe Galeotti».[8]
Nel corso della seconda guerra mondiale, fu severamente danneggiato dai bombardamenti su Genova e nuovamente restaurato nell'immediato dopoguerra.[3]
Ristrutturato negli anni 2000, è ciclicamente aperto alle visite nel corso delle iniziative culturali relative ai Palazzi dei Rolli.[9][10]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio moderno è frutto dell'accorpamento di più strutture, in particolare in seguito ai severi danni successivi alla seconda guerra mondiale.[3] Mantiene tuttavia alcune caratteristiche e opere della struttura antica originaria, in particolare negli ingressi: il portale marmoreo, ornato da una coppia di statue di serveghi con bastoni, a rappresentazione della stessa famiglia Salvago che lo edificò.[11]
Subito all'interno si apre un elegante cortile-ninfeo con colonne doriche collegate e soffitti a volta, con una statua di Cerere e conchiglia, in sostituzione dell'originale di un Cesare, e scaloni marmorei laterali.[11]
Galleria d'immagini
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Il portale di ingresso su via San Luca
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Il cortile interno
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Dettaglio delle volte e delle colonne
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La statua sul limitare del cortile
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Uno degli scaloni laterali
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La vetrata sopra al chiostro
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Statua esterna a sinistra
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Statua esterna a destra
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Vincolo Architettonico, su Liguria Vincoli, Regione Liguria.
- ^ a b Palazzo Pinelli Gentile, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.
- ^ a b c d Riccardo Balestrieri (a cura di), Paris Maria Salvago. Il palazzo di città, su Urania Ligustica.
- ^ a b Palazzo Salvago, su Catalogo generale dei Beni Culturali, Ministero della Cultura.
- ^ a b Ennio Poleggi e Fiorella Poleggi, Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, Genova, Sagep, 1969, p. 137.
- ^ Carlo Giuseppe Ratti, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura scultura et architettura autore Carlo Giuseppe Ratti pittor genovese, Genova, Ivone Gravier, 1780, p. 138.
- ^ a b Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, vol. 1, Genova, G. Grondona, 1846, pp. 467-469.
- ^ Domenico Castagna e Mario Umberto Masini, Genova. Guida storico artistica corredata di 200 illustrazioni, Genova, M. U. Masini Editore, 1929.
- ^ Rolli Days – Vivi la città del Barocco, su Comune di Genova, 5 maggio 2022.
- ^ Rolli Days 13-15 maggio 2022, su Palazzi dei Rolli, 2 maggio 2022.
- ^ a b Atrio di Palazzo Salvago, su A Mae Zena.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Salvago
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Salvago Pinelli, su catalogo.beniculturali.it, Ministero della cultura.
- Riccardo Balestrieri (a cura di), Paris Maria Salvago. Il palazzo di città, su Urania Ligustica.
- Palazzo Pinelli Gentile, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.