Olga Bancic ([ˈolɡa ˈbant͡ʃɪk]), nata Golda Bancic, nota anche con il nome di battaglia francese Pierrette (Chișinău, 10 maggio 1912 – Stoccarda, 10 maggio 1944) è stata una partigiana rumena ebrea comunista, nota per il suo ruolo nella Resistenza francese durante la seconda guerra mondiale. Membro del FTP-MOI e del gruppo Manouchian, fu catturata dai nazisti alla fine del 1943, insieme a Missak Manouchian e altri ventuno partigiani, nel febbraio del 1944. Mentre gli altri furono giustiziati, in Francia, subito dopo il processo, Olga Bancic fu trasportata a Stoccarda, in Germania, e decapitata a maggio.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni di vita
[modifica | modifica wikitesto]Olga Bancic nacque nel 1912 da una famiglia ebrea a Chișinău, Bessarabia, che allora faceva parte dell'Impero Russo. La regione divenne parte del Regno di Romania dopo la prima guerra mondiale e il crollo dell'impero. Lavorò in una fabbrica di materassi dall'età di dodici anni[1], e si unì al movimento del lavoro locale, partecipando a uno sciopero. Nonostante la sua età, fu portata in carcere e picchiata.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Olga Bancic divenne membro del Partito Comunista Romeno (PCR)[1] e partecipando attivamente fu fermata e arrestata più volte nel corso dell'anno 1930. Nel 1938, fuggendo dalla Romania di Ion Antonescu alleata con la Germania nazista, si recò in Francia dove aiutò i militanti di sinistra nel trasporto delle armi in Spagna alle forze repubblicane che combattevano nella guerra civile.
Matrimonio e famiglia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1939 poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, nacque Dolores, figlia di Olga e Alexandru Jar, scrittore e militante comunista. Per garantire la sua incolumità, la bimba fu lasciata ad una famiglia francese prima dell'avvio dell'occupazione tedesca.[2]
Resistenza
[modifica | modifica wikitesto]Insieme al marito Jar, la Bancic si unì ai Franchi tiratori partigiani - manodopera immigrati, un gruppo armato con sede a Parigi (FTP-MOI)[3], e partecipò a circa 100 atti di sabotaggio contro la Wehrmacht, aiutando anche nella fabbricazione e nel trasporto di esplosivi[2][3]. Ciò avveniva in un momento in cui il Partito Comunista Romeno, indebolito dalle continue repressioni, si era diviso in diversi gruppi autonomi. Come Gheorghe Marin Gaston, Bancic fu tra gli attivisti rumeni integrati nel Partito Comunista Francese.
Fu arrestata dalla Gestapo il 6 novembre 1943 e torturata.[2] Il 21 febbraio 1944, Bancic, Manouchian, e ventuno uomini furono condannati a morte; tutti gli imputati di sesso maschile furono fucilati il giorno dopo a Mont-Valérien.[4] Poiché la legge francese vietava la fucilazione per le donne, Bancic fu deportata in un carcere a Stoccarda, dove fu decapitata con l'ascia nel giorno del suo trentaduesimo compleanno.[2] Durante il suo trasporto verso il carcere, Bancic scrisse una lettera alla figlia Dolores[5] (da lei chiamata Dolores Jacob) e la gettò fuori dal finestrino, nella speranza che qualcuno trovandola la recapitasse alla figlia[1]. Scrive solo 12 ore prima di morire:[3][6]
«Muoio con la coscienza tranquilla e con la ferma convinzione che domani tu avrai una vita e un futuro più felici di tua madre.»
Finita la guerra, Dolores e suo padre Alexandru Jar tornarono in Romania, dove Jar lavorò come scrittore sotto il nuovo regime comunista, fino a cadere in disgrazia a metà degli anni 1950.
Memoria
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni del dopoguerra, le autorità comuniste intitolarono diverse strade in Romania in onore di Bancic, ed eressero piccoli monumenti alla sua memoria. Dal 1989, il nome di Bancic è caduto in disgrazia.
Un lapide su un muro del Cimitero parigino d'Ivry è stata posata in sua memoria.[3][7]
Bancic è interpretata dall'attrice Olga Legrand nel film francese L'Armée du crime (2009) sul gruppo Manouchian, diretto da Robert Guédiguian.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Heroine of French resistance - Olga Bancic, su jewishindependent.ca. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ a b c d (EN) Golda (Olga) Bancic, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ a b c d Musée de la résistance en ligne, su museedelaresistanceenligne.org. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ AbcVox, Olga Bancic Archivi, su Dea Sabina, 7 marzo 2023. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ (EN) Mercedes Camino, War, gender, and lasting emotion: letters and photographs of Masha Bruskina and Olga Bancic, 1941–44, in Women's History Review, vol. 32, n. 1, 2 gennaio 2023, pp. 36–61, DOI:10.1080/09612025.2022.2088089. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ Last letters of The Manouchian Group, su marxists.org. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ (EN) Memorial Olga Bancic - Paris, 14e - TracesOfWar.com, su tracesofwar.com. URL consultato il 2 febbraio 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Olga Bancic
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Golda "Olga" Bancic, in Find a Grave.
- Mercedes Camino, War, gender, and lasting emotion: letters and photographs of Masha Bruskina and Olga Bancic, 1941–44, in Women's History Review, vol. 21, n. 1, 27 giugno 2022, DOI:10.1080/09612025.2022.2088089.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 305856674 · ISNI (EN) 0000 0004 2337 5614 · LCCN (EN) n2013069442 · GND (DE) 1185613129 · BNF (FR) cb16981869m (data) · J9U (EN, HE) 987007409654505171 |
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