La Mousmé seduta | |
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Autore | Vincent van Gogh |
Data | 1888 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 74×60 cm |
Ubicazione | National Gallery, Washington |
La Mousmé seduta è un dipinto del pittore olandese Vincent van Gogh, realizzato nel 1888 e conservato alla National Gallery di Washington.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1888 van Gogh si era trasferito ad Arles, nel Meridione francese, alla ricerca di una realtà cromaticamente più ricca, coerente con la sua ardente passione per il Giappone e la sua arte: «Non ho più bisogno di stampe giapponesi» scrisse Vincent alla sorella, una volta giunto in Provenza «infatti mi dico sempre che qui sono in Giappone. Che mi basta aprire gli occhi e dipingere quello che ho davanti e che dà delle impressioni».[1] Sotto il cielo del Sud van Gogh, preso da un vigorosissimo slancio, dipinse circa cento disegni e più di duecento quadri: di particolare interesse è proprio La Mousmè seduta, olio su tela eseguito nel luglio del 1888. Ce ne parla lo stesso Vincent in una lettera del 29 luglio 1888 indirizzata al fratello Théo:
«Ora sai cos'è una mousmé (lo saprai quando leggerai Madame Chrysanthème di Loti). Ne ho appena dipinta una. Mi è stata necessaria un’intera settimana. Non ho potuto fare altro, anche perché non sono stato molto bene... ma dovevo preservare l’energia mentale per realizzare al meglio la mousmé. Una mousmé è una ragazza giapponese, provenzale in questo caso, dai dodici ai quattordici anni»
Lo spunto realizzativo di quest'opera, dunque, è prettamente letterario e proviene dal racconto Madame Chrysanthème di Pierre Loti, particolarmente apprezzato da Vincent per le sue suggestive, anche se spesso imprecise, descrizioni del Giappone. La mousmè qui è ripresa di tre quarti e veste una giubba a righe verticali blu e rosse, oltre che una vaporosa gonna a pois. In mano regge un ramo di oleandro, arbusto associato da Vincent all'amore, alla regione del Midi e, con tutta probabilità, anche alla verginità della ragazza, coerente con l'innocente semplicità della vita giapponese. La ricchezza cromatica degli abiti della mousmè viene controbilanciata dallo sfondo, monumentale e monocromo, tinto di un verde pallido: l'effetto che ne deriva è quello di un'esaltata luminosità, resa particolarmente vibrante da Vincent grazie a un opportuno dosaggio dei colori complementari (quali sono, per l'appunto, il rosso e il verde chiaro). Significativa anche la presenza del rosa dell'incarnato, visibile sul volto della mousmè e nelle sue mani affusolate, e il marrone ligneo della sedia, che con le sue forme curvilinee amplia la spazialità del dipinto, chiudendo uno spazio a destra che sarebbe altrimenti rimasto vuoto.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ingo Walther, Rainer Metzger, Van Gogh - Tutti i dipinti, Milano, Taschen, 2015, p. 317, ISBN 978-38-36559-59-1.
- ^ (EN) Van Gogh in the South, in Antimodernism and Artistic Experience, Toronto, University of Toronto Press, 2001, p. 185, ISBN 0-8020-8354-4.
- ^ Silvia Borghesi, Giovanna Rocchi, Van Gogh, collana I Classici dell'Arte, vol. 2, Rizzoli, 2003, p. 92.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Mousmè seduta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) La scheda del dipinto nel sito della National Gallery.
- (EN) La lettera 587 citata.