Credo che la denominazione più corretta sia Becco di Bunsen e non di Buntsen. Si veda per esempio Robert Bunsen e relativi interwiki.
- Svante 14:31, Mag 16, 2004 (UTC)
P.S. se nessuno dice niente tra un paio di giorni la sposto.
Confermo! Anche a me risulta Bunsen. - MikyT 14:43, Mag 16, 2004 (UTC)
- Io, ignaro, ignoro: ad ogni buon conto ci ho schiaffato il mediawiki scienza ;D - --Twice25 14:50, Mag 16, 2004 (UTC) - p.s.: e il mw stub (non credo sia stato detto tutto sull'argomento)
Confermo che la denominazione è sicuramente Becco di Bunsen in quanto un tale Robert Buntsen non esiste.
Inoltre l'articolo relativo a Robert Bunsen esiste già !
- Gac 17:20, Mag 16, 2004 (UTC)
- P.S. x Svante, scusa se non ho aspettato, ma si sembrava ovvia la decisione.
Anche io sono pressochè certo della correttezza di Bunsen (tra l'altro l'ho maneggiato spesso con gran divertimento, il becco non Robert), volevo solo sentire le ragioni di Renato Caniatti, che l'ha chiamato Buntsen. Se avrà voglia sarà sempre in tempo per farsi vivo, per cui va bene così. Ciao. Svante 17:30, Mag 16, 2004 (UTC)
All'inizio l'avevo inserito come Bunsen (lo si vede anche nelle note alle modifiche di Becco, poi non so' perche', l'ho trasformato in Buntsen, cmq sicuramente in modo errato. Renato Caniatti 10:17, Mag 17, 2004 (UTC)
Dopo delle ricerche effettuate su internet credo che il nome esatto sia "Becco Bunsen" e non "Becco DI Bunsen"
In effetti il nome più usato nell'ambiente scolastico e chimico è "Becco Bunsen" (o anche solo "Bunsen"), ma ho l'impressione che questo sia un abbreviazione di "Becco di Bunsen" venuta in uso col tempo. L'unica cosa che mi fa sorgere un dubbio è che sulle altre enciclopedie (Grande Enciclopedia Illustrata Rizzoli e... ehm, Encarta) viene chiamato "Becco Bunsen". Questo è quello che so, ma è necessario un approfondimento. Kaezar 21:16, 25 feb 2006 (CET)
Cronologia precedente al 24 nov 2006
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Colore fiamma e funzionamento
[modifica wikitesto]Dal colore della fiamma si capisce se la zona è riducente o ossidante in relazione all'esterno. quando è bluastra c'è elevata presenza di incombusti che hanno elevato potere ossidante nei confronti dell'ossigeno presente nelle vicinanze, questo comportamento è però riducente rispetto ad un altro materiale (per esempio quello riscaldato) poichè quest'ultimo materiale "vede sottrarsi l'ossigeno " con cui non può più reagire; al contrario nella zona più distale terminano le reazioni di ossidazione dei gas combusti che contribuiscono al calore fornito ma l'eccesso di ossigeno ambientale unito all'elevata temperatura facilitano la reazione di quell'ossigeno residuo con il materiale che si ossida, da qui il potere ossidante della zona rossa-gialla.