Cavacurta frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Lodi |
Comune | Castelgerundo |
Territorio | |
Coordinate | 45°11′27″N 9°44′34″E |
Altitudine | 60 m s.l.m. |
Superficie | 7,1 km² |
Abitanti | 848[1] (30-6-2017) |
Densità | 119,44 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 26844 |
Prefisso | 0377 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 098016 |
Cod. catastale | C362 |
Targa | LO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 545 GG[3] |
Nome abitanti | cavacurtesi |
Patrono | san Bartolomeo |
Giorno festivo | 24 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cavacurta nella provincia di Lodi | |
Sito istituzionale | |
Cavacurta (Cavacürta in dialetto lodigiano) è una frazione del comune italiano di Castelgerundo.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Dista 29 km dal capoluogo di provincia, Lodi[4].
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome antico deriverebbe da un cavo aperto in un terrapieno per dare sfogo alle acque, rappresentato anche nello stemma del comune[5].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Comune di origine antichissima (l'abitato è ricordato già nel 997 in alcuni documenti), appartenne dapprima all'arcivescovo Ariberto d'Intimiano.
Divenne nel XII secolo proprietà della chiesa di Milano. Passò poi nelle mani di importanti famiglie lombarde; insieme a Basiasco, Corno Giovine, Cornovecchio, Pizzighettone Maleo e Maccastorna costituì il territorio su cui la famiglia Vincemala (Vismara) esercitò il Mero e Misto Impero.
Giunse infine a far parte delle proprietà dei Castiglioni di Firenze, che lo tennero fino alla soppressione dei diritti feudali. L'ordine dei Servi di Maria vi aveva un suo romitorio come attestato nelle vite del beato Giovannangelo Porro.
In età napoleonica (1809-16) al comune di Cavacurta fu aggregata Camairago, ridivenuta autonoma con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Nel 2016 si è avviato il percorso di fusione con il comune di Camairago, riprendendo dopo due secoli il modello napoleonico.[6]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma di Cavacurta era stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 19 gennaio 1940.[7]
«D'azzurro, al cavo aperto in mezzo ad un terrapieno con sottostante sfogo d'acqua e con due monti sullo sfondo. Ornamenti esteriori da Comune: circondato da due rami di quercia e d'alloro annodati da un nastro dai colori nazionali.[8]»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Esistono due edifici degni di menzione: la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, di origine quattrocentesca, ma riedificata poi nel 1600, e l'ex convento dei Servi di Maria.
Da segnalare inoltre Villa Inzaghi, risalente al XVIII secolo di proprietà privata e Villa Medri anch'essa di proprietà privata[5].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[9]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Al 31 dicembre 2008 gli stranieri residenti nel comune di Cavacurta in totale sono 89[10], pari al 9,80% della popolazione. Tra le nazionalità più rappresentate troviamo:
Paese | Popolazione (2008) |
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India | 38 |
Marocco | 21 |
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]Il Museo Agricolo dal Lavoro dei campi: Bonum Comedere[11], situato all'interno dell'ex convento dell'Ordine dei Servi di Maria.
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio comprende anche le cascine Barona, Casella, Castellina, Colombarone, De' Preti, Faruffina, Indumiera, Portina e Reghinera[12].
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Cavacurta basa la propria economia quasi esclusivamente sull'agricoltura. Prevale la monocultura del mais, alla quale si affiancano l'allevamento dei bovini e quello dei suini.
Sono ancora presenti numerose cascine, benché all'interno il lavoro sia ormai totalmente meccanizzato. A causa di questo fenomeno, unitamente al fatto che i salari dell'industria sono diventati più alti di quelli dell'agricoltura, si è assistito a un graduale abbandono dei campi. Questo movimento migratorio, che ha portato inizialmente verso la vicina città di Codogno, si è ora stabilizzato.
Mancano totalmente le attività industriali. Sono presenti invece l'artigianato e l'edilizia[5].
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Segue un elenco delle amministrazioni locali.[13]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1946 | 1956 | Gino Cattaneo | Sindaco | ||
1956 | 1960 | Giovanni Cremascoli | Sindaco | ||
1960 | 1964 | Mario Boioli | Sindaco | ||
1964 | 1970 | Mario Fioretti | Sindaco | ||
1970 | 1980 | Antonio Bonvini | Sindaco | ||
1980 | 1981 | Domenico Meazzi | Sindaco | ||
1981 | 1985 | Lino Brizzolari | Sindaco | ||
1985 | 1990 | Pier Angelo Medri | Sindaco | ||
1990 | 1995 | Mario Raffaele Rocca | Sindaco | ||
1995 | 2004 | Marco Delledonne | Sindaco | ||
2004 | 2009 | Mario Rossi | Sindaco | ||
2009 | 2018 | Daniele Saltarelli | Sindaco |
Galleria d'immagini
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La via centrale
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2017.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Scheda su italia.indettaglio.it
- ^ a b c Cavacurta, su Lodionline (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2006).
- ^ Camairago e Cavacurta: parte l'iter della fusione, in Il Giorno, 30 aprile 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
- ^ Cavacurta, decreto 1942-01-19 DCG, riconoscimento di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 10 ottobre 2021.
- ^ Cavacurta, su araldicacivica.it. URL consultato il 10 ottobre 2010.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Dati demografici ISTAT
- ^ Museo agricolo - Oggetti e attrezzi agricoli in mostra a Cavacurta, su museilodi.it. URL consultato il 15 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2016).
- ^ Art. 4 comma 1 dello Statuto Comunale
- ^ Lista pubblicata in Il Lodigiano. Quarant'anni di autonomia, Provincia di Lodi, 2008, p. 272.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cavacurta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.cavacurta.lo.it.
- Cavacurta, su sapere.it, De Agostini.
- Cavacurta, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.