Castello di Calatubo | |
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Vista del castello di Calatubo | |
Ubicazione | |
Stato | Regno di Sicilia |
Stato attuale | Italia |
Regione | Sicilia |
Città | Alcamo |
Indirizzo | Contrada Calatubo |
Coordinate | 38°00′53″N 12°59′09″E |
Informazioni generali | |
Condizione attuale | stato di abbandono, in pericolo, urgenza di recupero e restauro |
Proprietario attuale | Comune di Alcamo |
voci di architetture militari presenti su Teknopedia | |
Il castello di Calatubo (latino: castrum Calathatubi;[1][2]) è un'antica fortezza che sorge nei dintorni di Alcamo, in provincia di Trapani.
Il sito, che presenta frequentazioni antichissime, con resti di un insediamento elimo e di una necropoli, ha subito nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti.
Essendo prossimo all'autostrada A29, con la sua imponente mole attrae la curiosità dei viaggiatori; è però sconosciuto ai più e versa oggi in uno stato di abbandono, nonostante il Comune di Alcamo abbia spesso espresso la volontà di recuperarlo.[2][3] È normalmente chiuso alle visite per motivi di inagibilità[quando?], sebbene tra il 20 e il 22 marzo 2015 sia stato possibile visitarne la cappella previo l'utilizzo di caschi di protezione.[4]
Storia e funzioni del castello
[modifica | modifica wikitesto]Uso militare
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del castello risalgono a periodo normanno intorno al 1093, anno in cui il conte Ruggero fondo e definì i confini della diocesi di Mazara del Vallo,[5] includendovi "Calatubo con tutte le sue dipendenze".[6]
Anticamente, attorno al castello sorgeva il villaggio di Calatubo, che fondava il proprio commercio sull'esportazione di cereali e di pietra da mulino (ad acqua e a vento, questi ultimi detti "mulini persiani"[7]), estratta dalle cave attorno al torrente Finocchio,[5] come menzionato nel periodo normanno dal geografo arabo al-Idrisi nel Libro di Re Ruggero, scritto nel 1154.[7]
A partire dal Medioevo, a causa della sua visibilità, il castello di Calatubo ebbe un importante ruolo strategico: infatti esso faceva parte di una linea di torri e forti situati lungo la costa che va da Palermo a Trapani; tale linea difensiva veniva utilizzata per trasmettere segnali luminosi in caso di attacco dei nemici saraceni. In particolare, il castello di Calatubo garantiva il flusso di informazioni che avvenivano tra gli avamposti di Carini, Partinico e Castellammare del Golfo.[6] Nel 1338 fu assegnato a Raimondo Peralta, conte di Caltabellotta.
Uso agricolo
[modifica | modifica wikitesto]Il villaggio di Calatubo fu abbandonato in seguito alla conquista da parte di Federico II e il castello perse la sua funzione originaria di fortezza militare, trasformandosi in un baglio.[5] Durante tale periodo, al castello si aggiunsero magazzini, stalle e altre strutture utilizzate per l'amministrazione agricola del feudo di Calatubo.[5]
Alla fine del XIX secolo in corrispondenza del secondo cortile furono poi allestiti magazzini per la produzione del vino "Calatubo".[8]
Abbandono
[modifica | modifica wikitesto]Il castello rimase in buone condizioni fino al 1968, anno del terremoto del Belice. A peggiorare l'azione distruttrice del terremoto fu l'utilizzo della struttura come ovile e gli scavi di frodo, che avevano come obiettivo i reperti della necropoli del VII secolo a.C. attinente al castello.[5] Inoltre nel luglio 2013 il castello è stato colpito da un incendio che oltre ad annerirne le pareti interne ed esterne ha verosimilmente arrecato ulteriori danni alla struttura.[9]
Tentativi di recupero
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2007 il Comune di Alcamo ha acquistato il castello per 60.000 euro[10] dalla famiglia Papè di Valdina.[2] Nel corso degli ultimi anni (2003-2014) è stato segnalato più volte nell'ambito dell'iniziativa "I Luoghi del Cuore" promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), che ha come obiettivo la protezione e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico italiano,[11] posizionandosi al terzo posto (dunque tra i vincitori dei fondi da parte del FAI) nella classifica del 2014-2015.[12] In seguito a tale risultato, è stato creato un percorso in da alcuni volontari dell'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo"[13] ed è stato possibile visitarla per tre giorni tra il 20 e il 22 marzo 2015,[14] ricevendo circa 5.000 visite.[4]
L'11 e il 12 giugno 2016, sempre grazie all'intervento dei volontari dell'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo", il castello di Calatubo è stato di nuovo aperto al pubblico durante un evento culturale all'interno del quale sono state raccontate le antiche storie del castello da Sara Cappello, una cantastorie di musica popolare siciliana, che in tale occasione ha recitato "U cunto di lu castellu di Calatubo".[15]
Nel marzo 2017, è stato stipulato un accordo tra il comune di Alcamo e l'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo" al fine di salvaguardare e tutelare il castello di Calatubo, la rocca dove sorge, le sue grotte, la zona archeologica circostante e la vicina Cuba delle rose.[16]
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Resti del portone di ingresso alla cappelletta incendiato
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Resti di una torre del castello di Calatubo crollata per incuria
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Visita guidata dell'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo"
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Spettacolo corale dell'associazione "Jacopone da Todi" all'interno nel cortile
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Calatubo è un complesso architettonico che si sviluppa prevalentemente in direzione est-ovest, costituito principalmente dalla struttura del castello originario, che ha subito diverse modifiche per adattarsi nel corso dei secoli alla sua destinazione d'uso. Tale complesso ha le dimensioni di circa 150×35 m e sorge su una roccia di natura calcarea che si trova ad un'altezza di circa 152 m sopra il livello del mare,[5] dominando con la sua altezza il territorio circostante.[5] Da tale posizione sono visibili in particolare il Monte Bonifato e il Golfo di Castellammare.[5]
Il castello è inaccessibile su tre lati a causa delle pareti scoscese della roccia sulla quale è costruito. L'unico accesso percorribile è situato a occidente,[1] dove si raggiunge la prima linea difensiva del castello attraverso una rampa gradonata.[1] Dalla prima linea difensiva, che comprende tra l'altro un pozzo, una chiesa ad aula e altri locali, si arriva ad un cortile che comunica con la seconda cerchia muraria attraverso un portale,[1] fino ad arrivare alla terza cerchia muraria, che comprende una torre oblunga,[1] arrivando infine al nucleo principale del castello, che è una struttura a pianta rettangolare delle dimensioni di 7×21,50 m, posizionata sulla parte meridionale della rocca.[1]
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Sentiero che conduce al castello
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Ingresso al Castello di Calatubo
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Le torri a guardia dell'entrata del castello (1967)
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Cappelletta dentro il castello (vista dal cortile)
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Stemma della famiglia De Ballis sulla porta di entrata della cappelletta
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Interno della cappelletta dentro il castello
Cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Una credenza popolare racconta di lunghi cunicoli sotterranei che collegherebbero il castello di Calatubo con il Castello dei Conti di Modica e il Castello dei Ventimiglia e la sua torre, sul Monte Bonifato.[17]
Alla località è dedicato il docufilm Calattubo (2024) con la regia di Lorenzo Mercurio.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Di Liberto.
- ^ a b c Alpauno, "Fondi per il Castello di Calatubo, il Comune scrive alla Regione"
- ^ Alpauno, Castello di Calatubo, M5S: "Pessime notizie"
- ^ a b Alcamo: boom di visite al Castello di Calatubo
- ^ a b c d e f g h iCastelli.it, "Castello Di Calatubo", su icastelli.it. URL consultato il 5 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2014).
- ^ a b Lo Cascio, p. 159.
- ^ a b Malanima, p. 75.
- ^ Castelli di Sicilia
- ^ Alpauno, "Alcamo: Castello di Calatubo avvolto dalle fiamme"
- ^ Archeologia in rovina Blog, "Calatubo, ovvero le perle alle pecore"
- ^ I luoghi del cuore, "Castello di Calatubo", su iluoghidelcuore.it. URL consultato il 5 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2017).
- ^ I luoghi del cuore - Classifica, su iluoghidelcuore.it. URL consultato il 18 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2017).
- ^ Alcamo: Castello Calatubo, volontari ripuliscono la cappella
- ^ Alcamo, giornata del Fai al castello Calatubo
- ^ Secondo appuntamento a Calatubo - Organizza l'evento l'associazione Salviamo il Castello di Calatubo.
- ^ Comune di Alcamo - Copia deliberazione della Giunta Municipale (PDF), su comune.alcamo.tp.it. URL consultato il 17 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2017).
- ^ La Republica.it, "Calatubo le rovine dell'Islam "
- ^ "Memorie da salvare": un docufilm sulla (misteriosa) storia del castello di Calatubo, su Balarm.it. URL consultato il 1º marzo 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pippo Lo Cascio, Comunicazioni e trasmissioni. La lunga storia della comunicazione umana dai fari al telegrafo, Rubbettino Editore, 2002, ISBN 88-498-0129-7.
- Vincenzo Regina, Calatubo dalla protostoria ai giorni nostri, Alcamo, Cartograf, 1985 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
- (EN) Paolo Malanima, Pre-Modern European Economy: One Thousand Years (10th-19th Centuries), BRILL, 2009, ISBN 90-04-17822-8.
- Rosa Di Liberto, Il castello di Calatubo. Genesi e caratteri di un inedito impianto fortificato siciliano fra l'XI ed il XII secolo, in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, vol. 110, n. 2, 1998, pp. 607-663, DOI:10.3406/mefr.1998.3650.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Alcamo
- Cuba delle Rose
- Torri costiere della Sicilia
- Incastellamento in Sicilia nell'Alto Medioevo
- Castello dei Conti di Modica (Alcamo)
- Castello dei Ventimiglia (Alcamo)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Castello di Calatubo
- Wikinotizie contiene l'articolo Il Castello di Calatubo riapre le porte, 3 maggio 2015
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Comune di Alcamo, "Castello di Calatubo", su comune.alcamo.tp.it. URL consultato il 5 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
- Stefano Catalano, "Calatubo: L'ultima gabbia", su it.calameo.com.