La caciara è una capanna in pietra a secco costruita e fruita dai pastori dell'Appennino centrale: comunemente conosciuta come capanna a thòlos, in Abruzzo e nelle Marche prende il nome, appunto, di caciara.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]Il termine caciara sembra derivare dal latino casearia (ossia un luogo di produzione di formaggi). Era pratica comune usare un luogo comune per depositare gli attrezzi agricoli di più agricoltori. Le caciare hanno una struttura simile ai trulli della Puglia: la transumanza ha creato nei secoli una stretta relazione tra i pastori dell'Appennino centrale e il Tavoliere delle Puglie.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Struttura
[modifica | modifica wikitesto]La struttura è costruita in pietra senza l'uso di malte leganti. La forma è semisferica o ogivale. La tecnica costruttiva consentiva ai pastori la realizzazione senza l'utilizzo di complesse attrezzature e centine di legno. La particolarità sta nel fatto che la costruzione ha la caratteristica dell'autosostegno, grazie alla sfericità della struttura che presenta, procedendo verso l'alto, cerchi concentrici sovrapposti con diametro lievemente decrescente, in modo che l'anello successivo è sostenuto da quello sottostante. La tecnica è quella dell'arco a mensola.
Uso
[modifica | modifica wikitesto]Le caciare erano utilizzate dai pastori per il proprio ricovero e per eseguire, in luogo riparato la lavorazione e per il deposito temporaneo dei formaggi. Il termine caciara potrebbe derivare dal latino casearia e quindi luogo dove si produce e si ricovera il formaggio. Altra ipotesi più recente è quella legata alla parola casale usata dalle genti locali per indicare i capanni dove gli agricoltori ricoveravano gli attrezzi da lavoro da utilizzare per i terreni siti più in quota e quindi più difficili e più faticosi da raggiungere.
Siti
[modifica | modifica wikitesto]Le caciare sono presenti sui Monti Gemelli e soprattutto sulla Montagna dei Fiori a nord-est dei Monti della Laga sulla zona di confine tra le province di Teramo e di Ascoli Piceno. Oltre 150 capanni sono attualmente ancora visibili e alcuni di questi presentano un buono stato di conservazione. Altri esempi si trovano nell'aquilano, nella Valle del Vasto, in località Ienca. Sulla Maiella, dai paesi di Lettomanoppello, Abbateggio, Roccamorice verso Passo Lanciano si trova la più grande concentrazione di capanne a tholos.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il parco dei tholos, su camminarenellastoria.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- E. Micati, Pietre d'Abruzzo. Guida alle capanne e ai complessi pastorali in pietra a secco, Pescara, Carsa Edizioni, 2001, Collana “Gli Scrigni”;
- Carlo Cappelli, Le caciare, capanne di pietra con copertura a tholos della montagna dei Fiori (Ascoli Piceno), Ascoli Piceno, Lamusa, 2007, collana "I galletti", ISBN 8888972218
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Galleria fotografica a cura di adrphoto.com, su adrphoto.com. URL consultato il 16 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2008).