Asmat Begum | |
---|---|
Cenotafio di Asmat Begum e suo marito | |
Morte | Agra, 10 ottobre 1621 |
Sepoltura | Mausoleo di I'timād-ud-Daulah |
Luogo di sepoltura | Agra |
Padre | Mirza Ala-ud-Daula Aqa Mulla |
Coniuge | Mirza Ghias Beg |
Figli | Muhammad Sharif Ibrahim Khan Fathi Jang Itiqad Khan Manija Begum Abu'l-Hasan Asaf Khan Sahlia Begum Nur Jahan |
Religione | Islam sciita |
Asmat Begum (XVI secolo – Agra, 10 ottobre 1621) è stata una nobildonna persiana, nota per essere stata la madre e la nonna di due imperatrici Moghul, rispettivamente Nur Jahan, moglie di Jahangir, e Mumtaz Mahal, moglie di Shah Jahan.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Asmat Begum era figlia di Mirza Ala-ud-Daula Aqa Mulla, la cui famiglia era di origini persiane[1][2].
Colta e istruita[3], fu data in sposa al nobile persiano Mirza Ghiyas Beg, figlio minore del visir di Khorasan Khvajeh Mohammad-Sharif[4][5], da cui ebbe sette figli, fra cui Asaf Khan e Mehrunnissa Begum, la futura Nur Jahan[6][7]. Nel 1576, suo marito cadde in disgrazia e la famiglia trovò asilo alla corte Moghul di Agra, dove regnava l'imperatore Akbar[2]. Ghiyas divenne un importante funzionario a servizio prima di Akbar e poi di suo figlio Jahangir, che gli concesse il titolo di I'timad-ud-Daulah (pilastro dello stato)[8], mentre suo cognato Ibrahim Khan fu nominato governatore del Bengala[9], ma nel 1607 Ghiyas fu accusato di aver sottratto 50.000 rupie dal tesoro imperiale e cadde nuovamente in disgrazia[10].
La famiglia si riprese solo nel 1611, quando l'imperatore Jahangir s'innamorò follemente di Mehrunnissa, sposandola in poco tempo: ribattezzata Nur Jahan, divenne una delle donne più potenti della storia indiana, e usò tale potere per garantire posizioni elevate al padre e ai fratelli, fra i quali Asaf Khan, che divenne gran visir. Insieme a loro, Nur Jahan formò una potente fazione politica che governava di fatto l'impero al posto dell'ormai debilitato Jahangir, e che lavorava per assicurare la successione a Shahryar Mirza, marito della figlia di primo letto di Nur Jahan, Mihrunnissa Banu Ladli Begum, piuttosto che a Khurram Mirza, oppositore di Nur Jahan, nonostante ne avesse sposato la nipote Arjumand (Mumtaz Mahal)[6][11].
Durante questo periodo, Asmat divenne una figura potente, agendo come consigliera per la figlia e come figura materna per Jahangir, spingendolo ad accettare passivamente le decisioni della moglie[12][13]. Era anche una nota imprenditrice attiva nel campo della cosmetica, e l'inventrice di un celebre profumo alla rosa chiamato Jahangiri-itr[14].
Asmat morì il 10 ottobre 1621, ad Agra. L'imperatore Jahangir pianse sinceramente la sua morte, paragonandola alla sua stessa madre, ed ebbe pesanti ripercussioni sul resto della sua famiglia, tanto che suo marito Ghiyas morì di dolore nei primi mesi del 1622[15][16]. Furono sepolti uno accanto all'altro nel mausoleo commissionato da Nur Jahan[17].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Da suo marito, ebbe sette figli, quattro maschi e tre femmine:[6][7]
- Mirza Muhammad Sharif;
- Mirza Ibrahim Khan Fathi Jang;
- Mirza Itiqad Khan;
- Manija Begum;
- Mirza Abu'l-Hasan Asaf Khan (1569 - 1641), gran visir dell'imperatore Moghul Shah Jahan. Fu inoltre padre di Arjumand Banu Begum, che divenne l'imperatrice Mumtaz Mahal come moglie di Shah Jahan;
- Sahlia Begum;
- Mehrunnissa Begum (1577 - 1645), sposò l'imperatore Moghul Jahangir e, ribattezzata Nur Jahan, divenne una delle donne più potenti della storia dell'India. In precedenza, era stata sposata a Sher Afghan Khan, da cui aveva avuto la sua unica figlia, Mihrunnissa Banu Ladli Begum, che diede in moglie a uno dei figli di Jahangir, Shahryar. Quando Shahryar perse la guerra civile per il trono contro il suo fratellastro Khurram (Shah Jahan), Nur Jahan cadde in disgrazia e venne esiliata a Lahore, dove morì.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Mohammad Shujauddin e Razia Shujauddin, The Life and Times of Noor Jahan, Caravan Book House, 1967, p. 1.
- ^ a b Ellison Banks Findly, Nur Jahan: empress of Mughal India, 1. Aufl, Oxford Univ. Press, 1993, p. 9, ISBN 978-0-19-507488-8.
- ^ Renuka Nath, Notable Mughal and Hindu women in the 16th and 17th centuries A.D, collana Women in South Asia series, Inter-India Publications, 1990, p. 66, ISBN 978-81-210-0241-7.
- ^ (EN) Ihsan H. Nadiem, Gardens of Mughal Lahore, Sang-e-Meel Publications, 2005, p. 71, ISBN 978-969-35-1699-9.
- ^ (EN) Muhammad Latif, Lahore: Its History, Architectural Remains and Antiquities, with an Account of Its Modern Institutions, Inhabitants, Their Trade, Customs Etc, New Imperial Press, 1892, p. 104.
- ^ a b c Events that formed the modern world: from the European Renaissance through the War on Terror, ABC-CLIO, 2012, p. 254, ISBN 978-1-59884-901-1.
- ^ a b "The Riverside Mansions and Tombs of Agra: New Evidence from a Panoramic Scroll Recently Acquired by The British Library" (PDF), su bl.uk.
- ^ Banks Findley, 1993; p.24
- ^ Banks Findley, 1993; p.180
- ^ Banks Findley, 1993; p.32
- ^ Banks Findley, 1993; p.3, 44, 48
- ^ Ellison Findly, Religious Resources for Secular Power: The Case of Nur Jahan, in Colby Quarterly, vol. 25, n. 3, 1º settembre 1989, p. 144.
- ^ Waldemar Hansen, The Peacock Throne: the drama of Mogul India, Repr, Motilal Banarsidass, 1996, p. 44, ISBN 978-81-208-0225-4.
- ^ Deconstructing global citizenship: political, cultural, and ethical perspectives, Lexington Books, 2015, p. 244, ISBN 978-1-4985-0258-0, OCLC 934508804.
- ^ Banks Findley, 1993; pp.165, 291
- ^ (EN) D. Fairchild Ruggles, Islamic Gardens and Landscapes, University of Pennsylvania Press, 13 febbraio 2008, p. 100, ISBN 978-0-8122-4025-2.
- ^ Catherine B. Asher, Architecture of Mughal India, collana The new Cambridge history of India / general ed. Gordon Johnson 1, The Mughals and their contemporaries, Repr, Cambridge Univ. Press, 2003, p. 130, ISBN 978-0-521-26728-1.