Indice
Torre di Abbacurrente
Torre di Abbacurrente Torri costiere della Sardegna | |
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Ubicazione | |
Stato | Corona d'Aragona |
Stato attuale | Italia |
Regione | Sardegna |
Città | Porto Torres |
Coordinate | 40°49′16.02″N 8°27′14.53″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Torre di segnalazione |
Altezza | 12,5 m |
Costruzione | 1571-1578 ca. |
Costruttore | Reale amministrazione delle torri |
Materiale | calcare |
Condizione attuale | Restaurata nel 2009 |
Proprietario attuale | Demanio marittimo |
Visitabile | Sì |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Avvistamento, segnalazione e difesa |
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La torre di Abbacurrente è una torre appartenente al complesso di strutture fortificate che, dall'alto medioevo sino alla metà del XIX secolo, hanno costituito il sistema difensivo, di avvistamento e comunicazione delle coste della Sardegna. È ubicata in riva al mare, su un bancone di roccia situato nell'estrema sinistra della lunga spiaggia di Platamona, nel golfo dell'Asinara; fa amministrativamente parte del comune di Porto Torres (provincia di Sassari), da cui dista circa quattro chilometri.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Edificata con pietra calcarea reperita nell'immediato entroterra, la torre, di forma tronconica, ha struttura semplice e dimensioni contenute: 12,5 metri di altezza e 8,70 di diametro. Come nella gran parte delle torri costiere sarde, il portello d'ingresso è collocato ad una altezza di circa quattro metri dal suolo e consentiva l'accesso esclusivamente con l'ausilio di scalette in corda o in legno velocemente retraibili in caso di pericolo. L'interno, formato da un solo vano circolare del diametro di circa sei metri, è chiuso da una volta a cupola con quattro nervature di rinforzo. In mancanza di una scala interna in muratura la piazza d'armi era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli.
La torre di Abbacurrente non era classificata come "torre da offesa" ma soltanto "da segnalazione" infatti a causa delle ridotte dimensioni non poteva che ospitare una piccola guarnigione di due o tre soldati. La sua posizione permetteva un contatto visivo con le torri dell'Isola Piana, di Trabucado e, nelle giornate di sereno, con quella dell'Isola Rossa.
Il fortino, già segnalato nella carta di Rocco Cappellino, è stato edificato tra il 1572 ed il 1577. Nel 2009 è stato sottoposto a lavori di ristrutturazione e di consolidamento, resisi necessari in seguito al degrado provocato dalle innumerevoli mareggiate e dall'azione disgregatrice di pioggia e vento.
Tutela
[modifica | modifica wikitesto]La torre e l'area circostante sono sottoposte ai vincoli previsti dal codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato con il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42 ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 relativo alla delega per il riassetto e la codificazione in materia di beni culturali e ambientali, spettacolo, sport, proprietà letteraria e diritto d'autore.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Evandro Pillosu, Le torri litoranee in Sardegna, Cagliari, Tipografia La Cartotecnica, 1957.
- Evandro Pillosu, Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera di Marco Antonio Camos, in Nuovo bullettino bibliografico sardo e archivio delle tradizioni popolari, Cagliari, 1959.
- Foiso Fois, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari, La Voce Sarda, 1981.
- Gianni Montaldo, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1992, ISBN 88-7138-059-2.
- Mele Giuseppe, Torri e cannoni. La difesa costiera in Sardegna nell'età moderna, Sassari, Edes, 2000.
- Massimo Rassu, Guida alle torri e forti costieri della Sardegna, Cagliari, Artigianarte, 2000.
- Massimo Rassu, Sentinelle del mare. Le torri della difesa costiera della Sardegna, Cagliari, Grafica del Parteolla, 2005, ISBN 88-8824-673-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su torre di Abbacurrente
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bruno Anatra, Antonello Mattone, Raimondo Turtas, Storia dei Sardi e della Sardegna: L'età moderna, dagli Aragonesi alla fine del dominio spagnolo, a cura di Massimo Guidetti ISBN 88-16-40234-2 (URL consultato il 27 dicembre 2014)
- Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 (URL consultato il 27 dicembre 2014)
- Legge 6 luglio 2002, n. 137 Delega per la riforma dell'organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché di enti pubblici (URL consultato il 27 dicembre 2014)