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Lionello II Pio di Savoia
Lionello II Pio di Savoia | |
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Signore di Meldola e Sarsina | |
In carica | 31 marzo 1531 – 20 marzo 1571 |
Investitura | 31 marzo 1531 |
Nascita | Carpi, 28 agosto 1477 |
Morte | 20 marzo 1571 (93 anni) |
Dinastia | Pio di Savoia |
Padre | Lionello I Pio di Savoia |
Madre | Caterina Pico |
Consorte | Maria Martinengo Ippolita Arianiti-Comnena |
Figli | Rodolfo Troiano Alberto IV Lucrezia Costanza Laura Costantino Manfredo Gian Ludovico (illegittimo) Teodoro |
Religione | Cattolicesimo |
Lionello II Pio di Savoia (Carpi, 28 agosto 1477 – 20 marzo 1571) è stato Signore di Meldola e Sarsina dal 1531 al 1571.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Secondogenito di Lionello I, co-signore di Carpi, e di Caterina Pico, sorella dell'illustre Giovanni Pico della Mirandola, nacque nel castello di Carpi, e a pochi giorni di vita rimase orfano del padre, a cui succedette il fratello maggiore Alberto III, in condominio con il biscugino Marco II.[1] La madre ne affidò l'educazione all'umanista Aldo Manuzio dietro suggerimento dell'insigne zio.
Nel 1492 sposò in prime nozze Maria di Bernardino Martinengo[2].
Rimasto sempre saldamente al fianco del fratello Alberto III, ultimo Signore di Carpi, alla morte di questi nel 1531 divenne il portastendardo della dinastia, continuando la politica filo-pontificia di Alberto e cercando di mantenere un saldo collegamento con i Medici. Nel 1528, durante il pontificato di Clemente VII, suo figlio Rodolfo era stato eletto vescovo di Faenza, e, il 31 marzo 1531, lo stesso Clemente VII investì tempestivamente Lionello, in quanto successore del fratello appena deceduto, delle signorie di Meldola e Sarsina, nonché come "governatore perpetuo di Bertinoro".
Lionello, che aveva oltre cinquant'anni ed era vedovo, pensò di rafforzare la propria posizione con un matrimonio in casa Medici. Il primo ambizioso obiettivo fu Maria Salviati, nipote di Clemente VII, vedova di Giovanni delle Bande Nere e sorella del cardinale Giovanni Salviati, della quale ci è rimasta la lettera, allarmatissima, spedita al fratello il 3 maggio 1531, nella quale scriveva: «E' mi vogliono dare il signor Lionello per marito; huommo d'anni LVIII, di mala dispositione di corpo, a cui il fiato gravemente spuzza; composto di tanta mala complexione, quanto dir si puote».[3] Stante l'indisponibilità della futura duchessa madre di Firenze, si dovette ripiegare su un obiettivo molto meno prestigioso e il 2 febbraio 1532 Lionello contrasse matrimonio con Ippolita Comnena[4] (1507-11 ottobre 1566[5]), figlia di Costantino Arianiti e a sua volta vedova di Zenobio (Zanobi) de' Medici, consanguineo di Clemente VII ("secundum carnem affinis") e conte di investitura papale di Verucchio e Scorticata. Alla donna Clemente VII, nel 1529, aveva concesso il diritto di succedere suo jure al marito e quindi ora lei risultava insignita dei suoi titoli.[6]
Il sostegno pontificio perdurò anche nei decenni successivi: nel 1536, Rodolfo Pio fu elevato alla porpora cardinalizia, diventando ben presto figura di notevole influenza nella curia romana; nel 1539 papa Paolo III estese il beneficio successorio di Ippolita Comnena anche ai figli suoi e di Lionello, e, nel 1566, papa Pio V lo allargò ancora ai nipoti, in memoria delle benemerenze acquisite dal cardinale Rodolfo, deceduto due anni prima.[7][8].
A causa della sua avanzata età, la reggenza di Meldola e Sarsina fu, negli ultimi anni della sua vita, demandata al figlio Alberto IV, che gli succedette.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Dalle prime nozze con Maria di Bernardino Martinengo ebbe due figli:
- Rodolfo, poi cardinale;
- Troiano (morto in giovane età, morso da una serpe durante la caccia).
Dalle seconde nozze con Ippolita Arianiti Comneno ebbe sette figli:
- Alberto IV (... - 20 agosto 1580[9]), conte di Verucchio e Scorticata dal 1566, signore di Meldola e Sarsina dal 1571; sposò nel giugno 1565[9] Ippolita, figlia di Giulio Cesare de' Rossi dei marchesi di San Secondo, da cui ebbe:
- Rodolfo (... - assassinato a Venezia, c. 1602), succedette al padre come signore di Meldola e Sarsina (il titolo comitale di Verucchio e Scorticata fu incamerato dallo Stato pontificio per un vizio di forma) nel 1580, inizialmente sotto la reggenza materna; macchiatosi dell'omicidio di due famigli, fu incarcerato a Roma e infine costretto il 21 maggio 1597 a vendere il feudo, «per 147 mila scudi d’oro»[9][10] a Giovanni Francesco e Olimpia Aldobrandini, nipoti di papa Clemente VIII. Sposò Lucrezia (... - Cortona 1637[11]), figlia di Camillo da Correggio e Maria di Collalto, e ne ebbe due figlie[9]:
- Lavinia (battezzata il 15 dicembre 1591 - ?), morta infante;
- Maria (battezzata il 5 ottobre 1592 - ?), moglie di Sforzino Sforza, duca di Fiano e figlio illegittimo del cardinale Francesco Sforza. Tenuta in prigionia e seviziata dal marito, riuscì a fuggire nel 1620 circa e riparò in un convento di Parma[11].
- Lionello III, condivise la signoria su Meldola e Sarsina col fratello (... - fra il 3 e il 22 ottobre 1586[9]);
- Caterina, monaca clarissa a Firenze dal giugno 1583.
- Rodolfo (... - assassinato a Venezia, c. 1602), succedette al padre come signore di Meldola e Sarsina (il titolo comitale di Verucchio e Scorticata fu incamerato dallo Stato pontificio per un vizio di forma) nel 1580, inizialmente sotto la reggenza materna; macchiatosi dell'omicidio di due famigli, fu incarcerato a Roma e infine costretto il 21 maggio 1597 a vendere il feudo, «per 147 mila scudi d’oro»[9][10] a Giovanni Francesco e Olimpia Aldobrandini, nipoti di papa Clemente VIII. Sposò Lucrezia (... - Cortona 1637[11]), figlia di Camillo da Correggio e Maria di Collalto, e ne ebbe due figlie[9]:
- Manfredo;
- Costantino (morto nel 1550);
- Gian Ludovico, abate di San Pietro in Vincoli a Roma[12];
- Laura;
- Costanza;
- Lucrezia (c. 1540 - dopo il 1597), reggente di Meldola durante la prigionia del nipote Rodolfo[9]; sposò nel febbraio 1562[13] Paolo I Sforza, marchese di Proceno e Signore di Onano.
Ebbe inoltre un figlio naturale, Teodoro (1518 - novembre 1561), che succedette al fratello Rodolfo come Vescovo di Faenza nel 1544[14].
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Marco I Pio, V signore di Carpi | Giberto I Pio, IV signore di Carpi | ||||||||||||
Bianca Casati | |||||||||||||
Alberto II Pio di Savoia, signore di Carpi | |||||||||||||
Taddea de' Roberti | Cabrino de’ Roberti | ||||||||||||
Margherita del Sale | |||||||||||||
Lionello I Pio di Savoia, signore di Carpi | |||||||||||||
Galeotto I del Carretto, VIII marchese di Finale | Lazzarino II del Carretto, VII marchese di Finale | ||||||||||||
Caterina del Carretto | |||||||||||||
Agnese del Carretto | |||||||||||||
Vannina Adorno | Raffaele Adorno, doge di Genova | ||||||||||||
Violante Giustiniani-Longhi | |||||||||||||
Lionello II Pio di Savoia | |||||||||||||
Giovanni I Pico, conte di Concordia | Francesco II Pico, signore di Mirandola e Concordia | ||||||||||||
Gianfrancesco I Pico, conte di Concordia | |||||||||||||
Caterina Bevilacqua | Guglielmo Bevilacqua | ||||||||||||
Taddea Tarlati | |||||||||||||
Caterina Pico | |||||||||||||
Feltrino Boiardo, conte di Scandiano | Matteo Boiardo | ||||||||||||
Bernardina Lambertini | |||||||||||||
Giulia Boiardo | |||||||||||||
Guiduccia da Correggio | Gherardo VI da Correggio, signore di Correggio | ||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sabattini, p. 10
- ^ PIO, Alberto
- ^ La lettera è riportata come allegato in Cesare Guasti, Alcuni fatti della prima giovinezza di Cosimo I de' Medici Granduca di Toscana illustrati con i documenti contemporanei, in Archivio Storico Italiano, Tomo settimo - Parte 1, Firenze, Vieusseux, 1858, pp. 13-64 (la lettera è alle pp. 28-29). URL consultato il 12 gennaio 2023.
- ^ Ippolita apparteneva alla nobile famiglia albanese in esilio degli Arianiti Comneno, di ascendenze bizantine: sua zia Andronica Arianiti era stata moglie del condottiero eroe nazionale Scanderbeg [(EN) Jonathan Harris, Despots, Emperors, and Balkan Identity in Exile, in The Sixteenth Century Journal, vol. 44, n. 3, 2013, pp. 643–661, ISSN 0361-0160 ].
- ^ Vittorio Cian (a cura di), Pubblicazioni nuziali: Giuseppe Gerola - Ippolita Comnena Contessa di Verucchio e Scorticata - Ravenna, Tip. Lavagna, 1918, per le nozze Ecchia-Romagnoli ..., in Giornale storico della letteratura italiana, Volume LXXIII - Anno XXXVII, n. 218-219, Torino, Chiantore (Loescher), 1918, p. 311. URL consultato il 7 gennaio 2023.
- ^ Breve Chronica ..., p. 70 e passim. Zanobi apparteneva ad uno dei rami collaterali minori, che sarebbe stato conosciuto in seguito come Medici Tornaquinci e che è ancora fiorente.
- ^ Litta, Pio di Carpi, Tav. III.
- ^ Molti degli atti riferiti al dominio dei Pio su Verucchio e Scorticata (tra cui le bolle dei papi Leone X, Clemente VII e Paolo III nel latino originale) sono riportati per esteso nella Breve Chronica ... (cfr.: Tavola pp. 85-88).
- ^ a b c d e f Paolo Mastri, La fine della signoria dei Pio in Meldola (1571-1597), in Atti e memorie. Volumi 7-9 (pp.231-246), Deputazione di storia patria per l'Emilia e la Romagna, 1942.
- ^ Anna Maria Ori, Un tesoro di famiglia: gli archivi Pio di Savoia, in id. e Luciana Saetti (a cura di), Alberto Pio..., p. 34.
- ^ a b Collezione di monografie illustrate. Serie L'Italia artistica · Volume 46, Istituto italiano d'arti grafiche, 1909, p.84.
- ^ Traiano Boccalini, Ragguagli di Parnaso e scritti minori: Centuria terza (Pietra del paragone politico ed altri ragguagli inediti) Scritti minori. Carteggio. Traduzioni. Annotazioni. Nota, Laterza, 1948, p.506.
- ^ Anton Ernstberger, Post und Politik. Zum Abwehrkampf Kaiser Leopolds I. gegen König Ludwig XIV., 1960, p.89.
- ^ Bernardino Azzurrini, Chronica breviora aliaque monumenta Faventina a Bernardino Azzurrinio collecta. Parte 1, S. Lapi, 1905, pp.62-64.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Mastri, Leonello Pio da Carpi in Meldola (1531-1571), R. Deputazione di storia patria, 1941.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304915730 · BAV 495/135962 |
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