Traslazione delle reliquie di san Matteo

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Il duomo normanno di Salerno, sede destinataria delle reliquie e del culto di San Matteo

La traslazione delle reliquie di san Matteo è una tradizione agiografica altomedievale, fiorita nel Meridione d'Italia, nell'ambiente letterario e religioso della Langobardia Minor. Tale tradizione narra del rinvenimento in Lucania delle reliquie del santo e della loro successiva solenne traslazione a Salerno, per volere del suo principe longobardo Gisulfo I. Quelle stesse reliquie furono poi trasferite nel duomo di Salerno dai principi normanni.

Testimonianze e documenti

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Datazione degli eventi

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L'anonimo autore del Chronicon Salernitanum narra di un evento avvenuto qualche decennio prima della sua compilazione, del quale egli fu forse testimone diretto[10], ma del quale non precisa il dato cronologico, né per quanto riguarda il ritrovamento delle reliquie, né per quanto riguarda la traslazione[10]: la tradizionale datazione di entrambi gli eventi al 954 è indicata dagli Annales Cavenses[11] e dagli Annales Beneventani[12], ed è accolta dai cronisti successivi[13].

La data del 954 è peraltro accettata dalla critica odierna, anche sulla base di elementi testuali e cronologici impliciti nella narrazione dell'ignoto cronista salernitano[13]. La data del 6 maggio, per celebrazione della traslazione delle reliquie, è invece attribuita per via di tradizione e da tempo immemorabile[3].

  1. ^ Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, p. 12.
  2. ^ Alfred Poncelet, Catalogus codicum hagiographicorum latinorum bibliothecae Capituli ecclesiae cathedralis Beneventanae, pp. 343, 352.
  3. ^ a b c Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, p. 16.
  4. ^ Il Breviarium Salernitanae Ecclesiae (Breviarium officii ecclesiastici secundum usum sacre Salernitane ecclesie factum a domino Romoaldo venerabili secundo Salernitano archiepiscopo) fu forse opera di Romualdo II Guarna ed è «rimasto in uso fino al 1586 e [di esso] ancor oggi la Chiesa salernitana si serve per alcune ufficiature dei santi locali» (Massimo Oldoni, Romualdo Guarna).
  5. ^ Gli Annales Cavenses, opera della Badia di Cava (l'attuale Cava de' Tirreni), riguardano il periodo 569–1315. Sono pubblicati, ad esempio, in Monumenta Germaniae Historica, nel 1839, da Georg Heinrich Pertz.
  6. ^ In alcuni lavori (si veda la seguente ricerca in rete, l'anno di pubblicazione dell'articolo Pertz e Köpke è erroneamente indicato come 1828, in evidente contraddizione con la data di nascita di Rudolf Köpke (18131870). Nell'articolo di Nicola Cilento, la data è indicata correttamente in 1847.
  7. ^ Georg Heinrich Pertz e Rudolf Köpke, Über das Chronicon Cavense und andere von Pratillo herausgegebene Quellenschriften, pp. 1-239.
  8. ^ Ernesto Pontieri, Tra i Normanni nell'Italia meridionale, p. 35.
  9. ^ Nicola Cilento, Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763), pp. 35-51.
  10. ^ a b Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, p. 13.
  11. ^ Annales Cavenses, p. 188: 954: «Hoc anno corpus beati Mathei apostoli translatum est apud Salernum».
  12. ^ Annales Beneventani, p. 175: 954: «Translatum est corpus sancti Matthaei in Salernum».
  13. ^ a b Nicola Acocella, La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze, p. 15.

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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Collegamenti esterni

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  • http://centri.univr.it/RM/didattica/fonti/anto_cam/chrosalern/chrosalern_index.htm[collegamento interrotto], da RM-Reti medievali, iniziative on line per gli studi medievistici, Firenze University Press ISSN 1593-2214
  • Chronicon Salernitanum, Institut für Mittelalter Forschung